Intervista ad Alessandro Spada, Presidente Assolombarda

Nell'intervista di Dirigenti Industria emerge la volontà di collaborazione per ripartire e riprendere insieme il percorso virtuoso di sviluppo sostenibile

Quale impatto sulle imprese ha generato l’alternanza tra zona arancione e rossa della seconda ondata pandemica nel territorio di Assolombarda? Quali sono i settori più colpiti?
L’impatto della pandemia sulla nostra economia è stato devastante. Infatti, secondo gli ultimi dati di Prometeia, la Lombardia registra un calo del PIL del -9,7%: è più della media italiana, che si attesta al -8,9%, per la violenza con la quale il Covid si è abbattuto sul nostro territorio. 

Questi numeri testimoniano l’attuale difficoltà di una regione che è sempre stata traino di sviluppo per l’Italia. Se l’industria manifatturiera ha saputo comunque reagire alla crisi, anche meglio del previsto, altri settori come i servizi, la cultura, il turismo, lo spettacolo e l’hospitality rischiano la desertificazione. E non si pensi che la chiusura degli esercizi commerciali non abbia ripercussioni anche sull’intero sistema produttivo, che è organizzato in filiere e catene del valore interdipendenti. L’abbiamo detto tante volte: serve pianificazione e non questa “schizofrenia di metodo” nella gestione dell’emergenza, che ha solo contribuito a creare ancora più disagio e incertezza tra le imprese, i commercianti, gli autonomi, i lavoratori. Chiediamo poche regole chiare, responsabilità certe e una visione comune di lungo periodo per ripartire in sicurezza, stimolare gli investimenti e ridare fiducia al Paese.  

Quali iniziative ha messo in campo Assolombarda per sostenere le imprese?
Appena è scoppiata la pandemia da Covid-19, abbiamo messo immediatamente in campo una serie di strumenti per sostenere le imprese - non solo quelle associate - accompagnandole lungo tutto il percorso di gestione dell’emergenza. Sin dal giorno “zero”, abbiamo costituito una task force dedicata all’emergenza, un filo diretto sempre attivo con le imprese alle quali abbiamo erogato decine di migliaia di consulenze specifiche, in particolare dall’ambito Sindacale al Lavoro e Previdenza, dalla Salute e Sicurezza al Fisco, dal Credito e Finanza fino all’Internazionalizzazione. Abbiamo anche rafforzato la comunicazione su tutti i canali, con aggiornamenti e informazioni puntuali 24 ore su 24, per aiutare le aziende a orientarsi nel diluvio di Decreti e di provvedimenti. Ma non solo, ho voluto andare personalmente nelle imprese, sui territori, per ascoltare in quei momenti così difficili le esigenze di tutti e per immaginare insieme ai colleghi imprenditori la ripresa e le priorità per il rilancio. Perché, sono convinto, bisogna ripartire dalle imprese che hanno le carte – se adeguatamente sostenute – per rimettere in moto l’economia e il territorio.

Da dove può ripartire la Lombardia?
Dal suo Dna. Ovvero dalla grande capacità di innovare propria del nostro territorio e dalla multisettorialità che esprime. Un mix vincente che ha reso il “Made in Italy” un’eccellenza in tutto il mondo. Una delle chiavi per riattivare il motore dei nostri territori sarà la ricerca e l’innovazione in particolare nell’ambito sanitario, nella transizione digitale e nella sostenibilità. Le linee programmatiche del nuovo Governo Draghi vanno proprio in questa direzione. Abbiamo quindi tutte le carte in regola per giocare al meglio questa partita. Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia devono ripartire dai loro punti di forza, da filiere sane e solide, dalla resilienza che hanno dimostrato durante i periodi più complessi della crisi pandemica, dal loro saper-fare, dalla loro forte tradizione manifatturiera. In questo contesto, sono convinto che una stretta partnership tra pubblico e privato sia una necessità inderogabile. Lo vediamo, per esempio, nell’ambito della ricerca scientifica e medica, ma anche nell’ambito del lavoro, per il quale resta centrale un coinvolgimento diretto delle Agenzie private, delle imprese e degli attori pubblici.

Si è molto parlato di Next Generation EU. Quali investimenti ritiene possano garantire il miglior ritorno per le imprese?
Viviamo una fase storica decisiva per il presente e soprattutto per il futuro: il Next Generation EU è infatti una straordinaria occasione da sfruttare per creare un’Italia migliore, più sostenibile e moderna. Per prima cosa occorre, quindi, definire al più presto un quadro di progetti chiari, di priorità e di obiettivi misurabili. Sarà, inoltre, fondamentale realizzare riforme strutturali in grado di trasformare profondamente l’Italia, rimuovendo gli ostacoli che ci hanno impedito di crescere negli ultimi vent’anni. Servono riforme strutturali: snellire la burocrazia, che ostacola la capacità di esecuzione italiana, avere una giustizia più rapida e certa, costruire un fisco più equo per tornare a investire. E ancora, è più che mai urgente una Pubblica Amministrazione efficiente, una riforma seria degli ammortizzatori sociali insieme a un netto cambio di passo sulle politiche attive, oltre al coraggio di investire in istruzione, innovazione e nelle infrastrutture. Servono la velocità e la capacità di esecuzione delle imprese: secondo Banca d’Italia, infatti, se renderemo concreti e subito esecutivi i progetti del PNRR, riusciremo a innalzare il livello del PIL di circa il 2,5%, nel triennio 2021-2023. Abbiamo grande fiducia nel Presidente Draghi, riconosciuto e stimato a livello mondiale proprio per la sua concretezza e lungimiranza. Le imprese, ancora una volta, faranno la loro parte. 

Cosa significa sostenibilità per le imprese e perché è così importante?
La sostenibilità è il contesto di mercato in cui dobbiamo muoverci, oltre ad essere uno dei driver strategici per lo sviluppo della nostra economia e società. Le politiche ambientali, sociali e di buona gestione aziendale sono al centro dell’agenda di crescita e innovazione delle imprese ormai da molto tempo. In ambito economico, la transizione a un modello di sviluppo sostenibile è una leva di crescita e di business per tutte le imprese e comporta la creazione di nuovi modelli, anche in chiave globalizzata, di produzione e di consumo, catene del valore accorciate e riviste nella loro essenza e l’adozione di principi di economia circolare. La pandemia ha messo in luce l’importanza di adottare modelli di sviluppo sostenibile nel lungo periodo: la sostenibilità economica, ambientale e sociale è, infatti, anche uno strumento concreto di gestione del rischio su cui sono necessari investimenti straordinari. Gestire e governare il proprio impatto in termini di sostenibilità è centrale per proiettare soprattutto le PMI in un mercato sempre più competitivo, globalizzato e governato da eventi imprevedibili: il Covid ne è un chiaro esempio.

Quali iniziative vuole mettere in atto Assolombarda per sviluppare il management delle PMI lombarde specialmente di seconda e terza generazione?
La crescente complessità che le PMI lombarde fronteggiano per mantenersi competitive sul mercato richiede interventi formativi utili a supportare gli imprenditori nello sviluppo di competenze managerialiinterventi su cui Assolombarda è da tempo impegnata, anche in partnership con ALDAI-Federmanager. Iniziative di questo genere, per risultare efficaci, non possono prescindere dal coinvolgimento delle figure apicali dell’impresa. Inoltre, per favorire la transizione generazionale, Assolombarda ha all’attivo progetti dedicati ai figli degli imprenditori delle aziende famigliari per accompagnarli nel percorso di inserimento e sviluppo della propria posizione professionale. Sono progetti che promuoviamo per facilitare occasioni di confronto e di networking, per condividere esperienze utili ad affrontare sfide future e favorire l'acquisizione di un apporto manageriale in specifiche aree di business.

L’associazione dei Dirigenti Aldai-Federmanager è vista come un partner o come uno degli altri sindacati (CGIL-UIL-CISL)? Se vista come partner, quali iniziative in comune si potrebbero intraprendere?
Aldai e Assolombarda hanno una storia di decenni di relazioni partecipative e di dialogo costante poiché, soprattutto nelle PMI, il manager spesso è un alter ego dell’imprenditore e ne condivide obiettivi e valori. L’epoca di cambiamento che stiamo attraversando indica come le trasformazioni maggiori saranno guidate dai processi di innovazione tecnologica. Quest’ultima porterà con sé nuovi modelli organizzativi e produttivi. In questo scenario, ad esempio, potranno risultare molto utili iniziative congiunte volte a promuovere l’utilizzo condiviso di strumenti come il life long learning ed il reskilling dei manager, che consentiranno alle nostre imprese di mantenersi competitive sui mercati internazionali ed ai loro manager di mantenere livelli di preparazione sempre aggiornati.

Confindustria Lombardia, Digital Innovation Hub e Federmanager hanno messo a punto un progetto di "Sviluppo PMI" per realizzare, con 100 manager esperti, gli interventi per supportare la transizione digitale e la crescita. Come pensate di promuovere l’iniziativa che non comporta costi per le PMI ?
La trasformazione digitale è una delle chiavi che meglio può contribuire all'aumento di competitività e resilienza d'impresa. Questo era vero già prima della pandemia grazie a Industria 4.0 e al maggior uso delle tecnologie smart che, in questa situazione di crisi, hanno permesso alle imprese di lavorare in remoto e con flessibilità. Ma si tratta solo della punta dell'iceberg; il vero potenziale della trasformazione digitale risiede nella capacità di abilitare nuove visioni d'impresa, per le quali resta centrale la forza creativa dell'imprenditore e dei manager. Anche per questo, Assolombarda ha contribuito a fondare, 3 anni fa, il Digital Innovation Hub Lombardia, anche attraverso importanti progetti come quello con Federmanager. Un’iniziativa che facilita le imprese nella valutazione della propria maturità digitale e che pone le basi perché le imprese sviluppino appieno il proprio potenziale.
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