Sicurezza del Lavoratore Isolato

Continuiamo a constatare un numero elevato di incidenti sul lavoro, sebbene oggi la tecnologia offra soluzioni per “connettere” e rendere più sicuro il lavoro isolato.

Pietro Bordoli

Socio Aldai, Presidente Associazione Culturale Nel Futuro - pietro.bordoli@nelfuturo.com 
In molte realtà industriali e nelle aziende di servizi dei più svariati settori, si assiste con sempre maggiore frequenza allo svolgimento di attività da parte di persone che operano in completa solitudine. Effetto questo sia dell’avanzare dell’automazione sia della ricerca di soluzioni organizzative tendenti ad ottimizzare l’impiego quantitativo delle risorse umane.

La casistica appare quanto mai estesa e diversificata: controllo di linee di produzione automatizzate; depositi e magazzini esterni; celle frigorifere; impianti di incenerimento dei rifiuti e discariche; ispezioni di impianti di grandi dimensioni e controlli in aziende durante orari notturni o periodi di ferie; manutentori; tecnici; agricoltori; autotrasportatori e così via. In tutti questi casi la condizione di lavoro in solitario pone dei problemi di sicurezza non indifferenti e sovente non sufficientemente valutati: mentre in situazioni normali si dà per sottintesa la possibilità di intervenire tempestivamente per prestare aiuto ad un collega che sia vittima di un malore o di un incidente, questo non vale nel caso del Lavoratore Isolato. Quest’ultimo infatti è definibile in termini generali come un individuo che opera in un contesto per cui non è in contatto visivo o non può raggiungere a voce un’altra persona e si trova pertanto in condizione di maggiore rischio potenziale rispetto a chi svolge la propria attività in un contesto presidiato anche da altre persone. Vi è poi da considerare che questo maggiore rischio non nasce solo dal semplice aspetto logistico, ma anche dalle implicazioni psicologiche, dallo stress e dal senso di disagio derivante dall’operare in solitudine: basti ricordare che la risonanza magnetica funzionale (FMR) mostra che l’area del cervello attivata quando una persona si sente emarginata è la stessa delle risposte emotive al dolore fisico. In queste situazioni di stress aumentano le probabilità, per la persona tenuta a lavorare da sola, di prendere decisioni sbagliate, commettere errori o cominciare a comportarsi in modo potenzialmente pericoloso. 

In Italia il Testo unico sulla Salute e Sicurezza sul lavoro (D. Lgs 81/08 e succ.) non approfondisce in modo particolare la figura e la condizione del lavoratore isolato benché sia molto chiaro in merito a tutte le precauzioni che il datore di lavoro e la Dirigenza aziendale devono prendere per proteggere adeguatamente il personale; ed altrettanto chiaro è per quanto si riferisce alle responsabilità in materia non delegabili ed alle conseguenze civili e penali nel deprecabile caso di incidenti.

In aiuto alle aziende il progresso tecnologico nel campo delle telecomunicazioni ha peraltro consentito la messa a punto di una vasta e diversificata gamma di strumenti che permettono al lavoratore di segnalare un suo eventuale stato di pericolo. Questi vanno da semplici apparecchi di trasmissione di un segnale di allerta one-way fino a terminali di comunicazione sofisticati e concepiti per poter operare anche in condizioni ambientali particolarmente critiche. Anche i normali smartphone sono dotati di sensori da cui si possono rilevare stati anomali quali il man-down (uomo a terra), ingiustificata immobilità perdurante, shock da impatto violento; e ciò in modo automatico. Affinché si possa parlare di vera protezione appare comunque indispensabile che non ci si limiti alla dotazione di apparecchi di allarme, ma si tenga conto anche di tutti gli aspetti psicologici sopra ricordati.
In altri termini è necessario da un lato approfondire le caratteristiche specifiche del tipo di intervento in solitario richiesto, ma soprattutto “assistere” a distanza il lavoratore. Si tratta quindi di disporre di formule che facciano appunto sentire la persona “meno sola”, sapendosi protetta e quindi “più sicura”; questo può avvenire mettendolo in condizione di “comunicare” e non semplicemente “segnalare”.

Le nuove tecnologie rendono possibili impostazioni e procedure che vanno in questa direzione: terminali semplici che colloquiano agevolmente da remoto in modalità Push-to-Talk (Premi e parla), collegati in cloud con una centrale operativa in grado di avere la visione completa e immediata di tutte le risorse “isolate” connesse. Le comunicazioni avvengono secondo procedure e protocolli prestabiliti e concepiti per garantire la massima assistenza al lavoratore; vere e proprie sessioni operative, programmate a priori o attivabili direttamente dal lavoratore stesso.  In certi casi il suo ingresso in una determinata area predefinita può dare automaticamente inizio alla sessione (geo-attivazione). 
In sintesi tutto questo si traduce in maggiore sicurezza e maggiore efficienza. A queste nuove soluzioni tecnologiche possono accedere a costi contenuti sia aziende di dimensioni ridotte che imprese dove opera un numero elevato di lavoratori che necessitano di assistenza da remoto. La centrale operativa inoltre non deve necessariamente essere prevista all’interno della specifica realtà aziendale, ma è resa disponibile in outsourcing da parte di strutture dedicate, altamente specializzate, che supportano le aziende per questo delicato e fondamentale aspetto. 

Per un esaustivo approfondimento del tema è organizzato un incontro giovedì 5 ottobre 2017 (Save the date!) a Milano presso la sede Aldai di via Larga, promosso da CIDA Lombardia e dall’Associazione Culturale Nel Futuro, rivolto a dirigenti aziendali e imprenditori.
La locandina dell’incontro e disponibile nell’edizione digitale della rivista dirigentindustria.it ed il web magazine nelfuturo.com

Clicca di seguito per scaricare la locandina dell'incontro

Locandina incontro lavoratore isolato 5 ottobre 2017

locandina-incontro-lavoratore-isolato-5-ottobre-2017.pdf

Il programma dell’incontro prevede l’esposizione delle normative italiane ed europee in materia; le considerazioni di un medico del lavoro; il punto di vista di responsabili italiani ed esteri di enti assicurativi sugli infortuni; una panoramica delle soluzioni tecniche oggi disponibili; la presentazione delle applicazioni più avanzate a disposizione delle Aziende; infine l’illustrazione di casi concreti particolarmente significativi.

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