PNRR e Riforma Fiscale

La Confederazione CIDA ha organizzato sette Gruppi di Lavoro per analizzare e proporre soluzioni utili a conseguire i migliori risultati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e questo articolo propone un estratto relativo alla tassazione tratto dal documento realizzato dal Gruppo di Lavoro “Politiche per il lavoro e riforma fiscale” coordinato da Roberto Saliola e al quale hanno partecipato rappresentanti Federmanager e delle Federazioni aderenti a CIDA

Roberto Saliola

Presidente Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Umbria e Sardegna
La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese, e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee.

In questo ambito pesano i numerosi interventi operati negli anni, e dettati dall’urgenza del momento, che non hanno tenuto conto della complessità dei meccanismi che compongono il sistema tributario. Si è, anzi, prodotta una sempre più marcata frammentazione della legislazione tributaria, da cui è derivato un sistema fiscale complesso che ha rappresentato, nel tempo, un freno all’attrazione di investimenti dall’estero.

Il Piano prevede un’opera di raccolta e razionalizzazione della legislazione fiscale in un solo testo da far confluire in un unico Codice tributario. Così si realizzerebbero misure volte a favorire la semplificazione del sistema e l’attuazione della certezza del diritto. Inoltre, è necessario che le nuove regole abbiano stabilità nel tempo, per evitare che gli operatori del settore debbano continuamente adattarsi a mutate cornici normative.

In questa prospettiva si inserisce la revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici. Naturalmente il perseguimento di questo ambizioso obiettivo richiede di proseguire con determinazione l’azione di contrasto all’evasione fiscale. 

La proposta di riforma fiscale prevede di creare una discontinuità rispetto al passato, con l’obiettivo di favorire la crescita economica mediante la riduzione dell’imposizione sui redditi da lavoro, la riduzione dell’aliquota media effettiva e la riduzione della complessità normativa.

Indagine conoscitiva delle Commissioni Finanze e Tesoro di Camera e Senato 

A supporto ed integrazione di quanto previsto dal PNRR, la sesta Commissione Finanze della Camera e la sesta Commissione Finanze e Tesoro del Senato hanno avviato un’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario, evidenziando quelli che dovranno guidare la riforma fiscale: Testo Unico CoordinatoStabilità delle regoleRevisione dell’IrpefIncentivare un fisco più umano che superi la contrapposizione Stato/Cittadino; Elevare a rango costituzionale lo Statuto del Contribuente affermando i principi di chiarezza, semplicità e irretroattività delle disposizioni tributarie;  Cancellazione di tributi minori che contribuiscono a meno dello 0,01% del totale delle entrate tributarie nell’ottica di semplificazione e razionalizzazione del sistema tributario; Avvicinamento tra bilancio fiscale e bilancio civilistico e Contrasto all’evasione per innestare in modo deciso e irreversibile un cambio di paradigma nei rapporti tra amministrazione fiscale e contribuente

Per quanto riguarda l'imposta sui redditi i modelli prevalenti risultano essenzialmente due: 
  • Comprehensive Income Taxation (CIT) che prevede l’inclusione di tutti i redditi nella base imponibile sottoposta a tassazione progressiva; 
  • Dual Income Taxation (DIT) che prevede l’applicazione di un’imposta proporzionale su tutti i redditi da capitale, di solito coincidente con la prima aliquota di quella progressiva sui redditi da lavoro. 
La situazione italiana è oggi riconducibile a un modello PIT: Plural Income Taxation, per l'elevata frammentazione delle tipologie di reddito che sono sottoposte a diversi regimi sostitutivi, quasi mai tra di loro correlati, con una molteplicità di trattamenti fiscali soggetti ad aliquota proporzionale, tutti differenti tra loro, accanto ad un’imposta progressiva sui redditi di lavoro e sulle pensioni. Questa situazione è una delle principali fonti di incertezza e complessità del nostro sistema tributario, realizzando una natura sostanzialmente ibrida rispetto ai modelli teorici di imposizione sul reddito e alimentando asistematicità e precarietà del quadro complessivo, disuguaglianza, inefficienza, disincentivi al lavoro e ostacoli alla produzione. La crescente estensione dei regimi di tassazione sostitutiva determina un carico fiscale diseguale tra le varie fonti di reddito, generando una violazione del principio di equità orizzontale e incidendo negativamente sulla capacità redistributiva dell’imposta, anche in considerazione della mancata applicazione a tali redditi delle addizionali comunali e regionali. 
La Commissione concorda che la struttura dell’Irpef vada sostanzialmente ridefinita, in accordo con i richiamati obiettivi generali di semplificazione e stimolo alla crescita.

Fra i documenti che hanno accompagnato i lavori delle Commissioni riunite, spicca quello della Corte dei Conti Sezioni Riunite, presentato nell’Audizione di febbraio 2021. Tale documento evidenzia l’opportunità di rivedere il profilo di progressività nella direzione di una minore divergenza tra redditi inclusi nella progressività e redditi da essa esclusi. Richiama, al riguardo, “le forme di prelievo che nel tempo sono state applicate fuori dal perimetro dell’Irpef, ma che si sono poste come complementari ad essa”.  E fa riferimento, “in particolare, al prelievo di solidarietà gravante sulle pensioni al di sopra dei 100mila euro (L. 145/2018) in vigore dal 2019 al 2021, e alle esperienze di prelievo di solidarietà su quote di reddito complessivo a fini Irpef eccedenti specifiche soglie (L. 147/2013), misure che prevedono comunque alterazioni delle aliquote marginali di prelievo per le fasce di reddito interessate”.

Le proposte della  Commissione hanno generato l’Audizione lo scorso 22 luglio 2021 e le considerazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco in merito a:  riforma fiscale per un passo decisivo nella politica economica nonché l’occasione per riordinare l’attuale impianto normativo per operare una riforma organica della pressione fiscale, che colloca l’Italia di due punti sopra la media europeacuneo fiscale attualmente superiore di 5 punti alla media comunitaria. L’elevato prelievo sul lavoro è di certo un elemento preoccupante e che non favorisce l’occupazione; l’attuale impostazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche - IRPEF - è fortemente irregolare e genera costi di adempimento particolarmente elevati; l’aliquota media IRAP si attesta al 28 percento, circa 5 punti superiore alla media UE; IVA con aliquota di poco superiore al 21% della media europea (Francia 20%, Germania 19%, Regno Unito 20%, Spagna 21%); l'evasione è di certo un elemento di forte incertezza all’interno del sistema fiscale. Un suo contenimento è certamente fondamentale per ridurre le aliquote e favorire la crescita economica.

Le analisi condotte mostrano come un sistema fiscale semplice agevoli il pagamento delle imposte e riduca l’evasione fiscale; a tal riguardo la relazione parlamentare ha definito due obiettivi, ovvero semplificazione crescita

Per sostenere la crescita occupazionale è auspicata una ricomposizione della pressione fiscale e - nei prossimi anni - la riforma dovrà sostenere la ripresa dell’economia e assicurare un prelievo meno distorsivo e stabile. 

Le proposte CIDA

Molteplici gli obiettivi della riforma fiscale: la maggiore equità, la lotta all’evasione, la riduzione del peso fiscale, la convergenza e compatibilità con i sistemi tributari dei Paesi europei, ma l’impegno maggiore dovrebbe essere indirizzato alla semplificazione e alla relazione collaborativa con i contribuenti.  

I pronunciamenti del Ministro delle Finanze e delle Commissioni Finanze e Tesoro di Camera e Senato, e la recente revisione e semplificazione operata sugli scaglioni IRPEF, costituiscono la premessa e un primo passo verso l’auspicata semplificazione.
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