Il FAI torna a primavera

Quanta voglia di primavera quest’anno!

Il giardino di Villa del Balbianello con il grande leccio - Foto di Carolina Prieto © FAI

A cura del FAI

Dopo l’inverno trascorso tra chiusure e limitazioni, è giunto il tempo di uscire e di godere di nuovo della bellezza del patrimonio d’arte e natura dell’Italia, che tanta serenità e allegria può donare. Con la bella stagione alle porte, a partire da sabato 6 marzo riapriranno i Beni del FAI – Fondo Ambiente Italiano da nord a sud della Penisola: ville di delizia, dimore signorili, castelli, abbazie, torri, giardini, parchi e aree naturalistiche torneranno a ospitare i visitatori in piena sicurezza e nel rispetto delle norme sanitarie; torneranno a incuriosirli e meravigliarli; torneranno a regalare vigore e leggerezza per gli animi che, ora più che mai, dopo i duri mesi passati, hanno bisogno di rigenerarsi e ritemprarsi (prenotazione consigliata su www.ibenidelfai.it).
Tante soprese attenderanno il pubblico, in particolare nei Beni della Lombardia. Al piano nobile di Villa Panza a Varese sarà finalmente visitabile la nuova stanza dedicata a Giuseppe Panza di Biumo, che venti anni fa donò al FAI villa e collezione, tra le più conosciute al mondo nell’ambito dell’arte contemporanea americana, nella quale verrà proiettato il documentario Panza: remember that name, realizzato nel 2013 da Simone Pera e Alberto Saibene e integrato nel 2020 con testimonianze e interviste inedite. Inoltre, nella Scuderia Grande saranno esposti, dopo 15 anni di assenza, i monumentali Stable Paintings, una grandiosa opera site specific, composta di cinque grandi tele monocrome, realizzata nel 1995 da Phil Sims (Richmond, California 1940) e indissolubilmente legata alle vaste ampiezze dell’ambiente in cui è allestita. 

Villa Della Porta Bozzolo, Casalzuigno (VA) - Foto di Stefano Casiraghi © FAI

Villa Della Porta Bozzolo, Casalzuigno (VA) - Foto di Stefano Casiraghi © FAI

Gli amanti delle passeggiate sull’erba e delle prime giornate assolate non potranno non recarsi a Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (VA), a due passi dal Lago Maggiore, nobile residenza estiva settecentesca, con il monumentale giardino all’italiana, un’originale scenografia di terrazze scolpite in pietra che risalgono la collina fino al grande prato verde del “teatro”, con la peschiera e un sentiero verso il panoramico belvedere.
Per restare in provincia di Varese, i cultori della storia e dell’arte antiche potranno visitare il Monastero di Torba a Gornate Olona, parte di un sito archeologico dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO, avamposto militare longobardo, divenuto nell’VIII secolo centro religioso con l’insediamento di un gruppo di monache benedettine. La traccia più suggestiva da loro lasciata si trova nella torre, utilizzata come cappella e mausoleo e decorata con affreschi dal grande fascino.
Riapriranno anche le splendide ville in provincia di Como: Villa del Balbianello a Tremezzina, sulla punta della penisola boscosa di Lavedo, tra le più belle del Lario, meta di letterati e viaggiatori dal Settecento fino al suo ultimo proprietario, l’imprenditore Guido Monzino. Il giardino, realizzato con maniacale perfezione, spazia tra ardite potature e scorci, viali fiancheggiati da statue, terrazze panoramiche e copiose fioriture, fino a culminare nella Loggia che corona l’intero complesso. 
Villa Fogazzaro Roi, Oria Valsolda (CO), esterno - Foto di Giorgio Majno © FAI

Villa Fogazzaro Roi, Oria Valsolda (CO), esterno - Foto di Giorgio Majno © FAI

Ancora, Villa Fogazzaro Roi a Oria Valsolda, piccolo gioiello affacciato sulla sponda italiana del Lago di Lugano, intima dimora ottocentesca dell’autore di Piccolo mondo antico Antonio Fogazzaro. Tutto qui sembra sospeso nel tempo; arredi, quadri e oggetti rievocano l’atmosfera del romanzo, giunta inalterata fino a noi. 
A Bergamo, nel cuore della Città Alta, i visitatori potranno tornare a Palazzo e Giardini Moroni, di origine seicentesca, e passeggiare tra aiuole fiorite e alberi potati secondo l’ars topiaria, fino all’ortaglia, con prati alti e terrazzamenti coltivati, alberi da frutto e architetture vegetali: un’area agricola un tempo necessaria al fabbisogno del palazzo, oggi luogo di benessere ritrovato.
Palazzina Appiani, Milano - Foto di Gabriele Basilico © FAI

Palazzina Appiani, Milano - Foto di Gabriele Basilico © FAI

Infine, per chi ama Milano e ha voglia di salutare l’inverno in giro per la città riapriranno Villa Necchi Campiglio – iconica dimora anni Trenta a pochi passi da Piazza San Babila firmata da Piero Portaluppi, corredata da un incantevole giardino con piscina e campo da tennis e impreziosita da importanti collezioni e opere d’arte, da Tiepolo a Canaletto fino a Sironi, De Chirico, Martini e Wildt – e la neoclassica Palazzina Appiani nell’Arena Civica di Parco Sempione, la tribuna d’onore progettata da Luigi Canonica per ospitare la famiglia di Napoleone Bonaparte nelle occasioni pubbliche.
Con la primavera tornano a schiudersi i tesori del FAI, rigogliosi come mai prima d’ora di bellezza, pronti a donarla a chi ama l’Italia e per molto tempo ha desiderato riviverla e rivederla.

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