L’obbligo di pagamenti tracciabili per la detraibilità delle spese

La Legge di Bilancio 2020 (Legge n. 160/2019) ha introdotto importanti novità. Una che avrà un sicuro e rilevante impatto nella vita quotidiana dei cittadini riguarda l’obbligo, a partire dal 1° gennaio 2020, di usare strumenti tracciabili di pagamento per alcune tipologie di spesa.

Andrea Borroni Ripamonti 

Responsabile Comunicazione Assocaaf
Sottolineiamo, per chiarezza, che la normativa non ha alcun impatto sulla dichiarazione dei Redditi 2020 (la quale riguarda le spese sostenute nel 2019) ma avrà il suo impatto su il 730 2021 o il Modello Redditi 2021, inerenti alle spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020.

Specifichiamo subito che sarà sempre possibile pagare in contanti, ma – così facendo – non si avrà diritto a far valere la detrazione Irpef del 19% nella dichiarazione dei Redditi 2021.

Lo scopo, chiaramente intuibile, è la lotta all’evasione e all’elusione fiscale ma apre una serie di criticità di natura pratica ma anche di interpretazione attuativa. Si pensi alla poca informazione legata all’immediata entrata in vigore delle nuove regole, oppure ad alcuni comportamenti di quanti ancora non sono attrezzati (o rifiutano) i pagamenti tracciati.
Lo strumento, infatti, resta fortemente ridimensionato dalla eliminazione delle sanzioni (che sarebbero dovute entrare in vigore a luglio 2020) verso i commercianti, artigiani o professionisti che non avessero accettato il pagamento attraverso pos (carte di credito o carte di debito).

Queste perplessità, anche nel rispetto dello Statuto del contribuente, che prevede uno slittamento di due mesi dall’entrata in vigore di un nuovo obbligo fiscale, ha portato la Consulta dei Caf (organo di coordinamento e rappresentazione dei maggiori Caf italiani) a richiedere uno slittamento di almeno 60 giorni dell’entrata in vigore dell’obbligo di pagamento. Inizialmente l’orientamento del legislatore era sembrato indirizzato ad accogliere una sorta di moratoria. La conversione del Decreto Milleproroghe 2020 (D.L. n. 162/2019), però, ha escluso questa possibilità.
Cosa si intende per strumenti tracciabili?
Quando la normativa indica strumenti di pagamento tracciabili, indica che il pagamento deve avvenire con:

  • bancomat o carte di debito
  • carte di credito
  • carte prepagate
  • bonifici bancari o postali
  • assegni bancari
  • assegni circolari
I pagamenti in contanti, invece, escludono ogni possibilità di agevolazione fiscale.

Alcune spese sono però escluse da questo obbligo.
 Si tratta di:

  • medicinali
  • dispositivi medici
  • prestazioni sanitarie erogate da strutture pubbliche o strutture in convenzione con Sistema sanitario nazionale.
Queste prestazioni potranno ancora essere pagate in contanti, mantenendo la possibilità di detrarle nel 730 2021.

Le principali spese da pagare con strumenti tracciabili sono:

  • le visite specialistiche sanitarie private
  • le rate del mutuo per detrarre gli interessi passivi
  • le spese di intermediazione immobiliare per l’acquisto dell’abitazione principale
  • le spese veterinarie
  • le spese funebri
  • le spese scolastiche (iscrizione, mensa, servizi di pre e post-scuola, gite e assicurazioni ecc.)
  • le spese universitarie (retta, affitto per studenti fuori sede, ecc.)
  • le spese per l’attività sportiva dei ragazzi tra i 5 e i 18 anni
  • le spese per le assicurazioni (vita, infortuni, non autosufficienza ecc.)
  • le spese per addetti all’assistenza per non autosufficienza
  • le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici (contributo scolastico)
  • l’abbonamento al trasporto pubblico locale
Come ogni novità, restano alcuni dubbi non chiariti.

Ad esempio, se si paga con il bancomat una delle spese che prevedono l’utilizzo di un metodo tracciabile basterà conservare copia della fattura o dello scontrino fiscale?
Il consiglio è conservare anche copia del pagamento POS o altro giustificativo della spesa come l’estratto conto. In questo modo si può fornire al Fisco, in caso di controllo, una prova dello strumento tracciato utilizzato per quella specifica spesa.
Un altro elemento controverso è se colui che fruisce della detrazione (per sé o per i familiari a carico) deve corrispondere a colui che paga la spesa (dovrà in pratica risultare intestatario della carta o del conto dal quale si effettuano i bonifici).
Se la spesa è sostenuta per familiari a carico, la possibilità di detrazione non dovrebbe costituire un problema. 
Resta dubbio il caso in cui il marito (o la moglie) sostenga la spesa per l’altro coniuge che non è a carico. 
Il consiglio è di utilizzare carte o conti correnti intestati a chi è intestato il documento di spesa (fattura o ricevuta).
 
Ogni novità porta con sé elementi da chiarire ed ottimizzare.
Resta fondamentale non farsi trovare impreparati!

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