Ispirarsi al “piccolo mondo antico” e alla “decrescita felice” per mancanza di coraggio.

Oggi leggendo l’articolo di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera mi sono un po’ risollevato; in Italia c’è ancora chi usa la ragione e spero nel risveglio di quella maggioranza silenziosa e responsabile per costruire un futuro degno dei nostri predecessori.

Danilo De Stefani

Socio ALDAI - Federmanager 
È il Paese delle contraddizioni con eccellenze mondiali e mediocrità organizzative inammissibili ai giorni nostri. Il Paese delle gogne mediatiche utilizzate a sproposito per nascondere i problemi veri.

Cliccando il titolo “Un paese da mondo antico” è possibile leggere l’articolo del Corriere della Sera, nel quale ho ritrovato il piacere dell’analisi oggettiva e costruttiva.

Ho avuto conferma delle eccellenze del Paese: la capacità di reagire alle avversità come dimostra il polo scientifico-tecnologico costruito nei pressi di Mirandola dopo il terremoto del 2012 con un centinaio di aziende, 5 mila addetti e circa un miliardo di euro di giro d’affari per dispositivi medici monouso; Il successo di Luxottica nel mondo con un numero di clienti compreso fra quelli di Facebook e di Google; in molte aree della ricerca scientifica gli italiani eccellono, dalla medicina, alle scienze naturali a quelle sociali e le migliori università del mondo sono piene di giovani italiani, spesso fra gli studenti e i ricercatori migliori; etc.

Nell’era del valore aggiunto e del capitale umano l’Italia è un Paese con gradi potenzialità.

Purtroppo non abbiamo il coraggio di liberarci dalle zavorre: la miopia; la mancanza di visione; l’interesse di parte, al posto del bene collettivo; l’inefficienza; la burocrazia; gli sperperi; la mancanza della certezza del diritto; l’assenza di meritocrazia; etc.
Ogni giorno i telegiornali celebrano le ricorrenze per le stragi e i delitti. Ci preoccupiamo più dei defunti, per i quali non possiamo fare più nulla, piuttosto che dei vivi ai quali dovremmo rivolgere le priorità del Paese.

In un mondo proiettato alla globalizzazione il riferimento della politica del Paese è rivolto al “Piccolo Mondo Antico” fatto di persecuzioni e gogne mediatiche, per difendere sovranità illusorie, piuttosto che puntare alle crescita come gli altri partner europei.

Come indicato in conclusione dell’articolo “… serve un governo che aiuta e smussa gli angoli, spinge e non ostacola, stimola e non soffoca, dialoga e non si scontra. Questo vorrebbe l’Italia che non si è arresa alla crisi e la cui economia si sta riprendendo a fatica.

Complimenti ad Alberto Alesina e Francesco Giavazzi per il contributo al risveglio delle coscienze. 

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