CIDA sostiene le istanze dei Dirigenti Senior
In Italia c’è un milione di dirigenti pubblici e privati sia in servizio che in pensione: una componente professionale e sociale che sostiene proposte per un'efficace lotta alla corruzione e all'evasione fiscale e che deve pesare di più nel dialogo sociale del Paese.
Giorgio Ambrogioni
Presidente CIDA
Siamo assolutamente convinti che non si possa parlare di welfare previdenziale e sanitario se non si affrontano contestualmente temi come debito pubblico, qualità della spesa pubblica, politica fiscale, del lavoro, della scuola, ruolo delle pubbliche amministrazioni.
In sostanza di tutti quei fattori che determinano competitività, crescita, sviluppo, opportunità individuali e sociali di un paese.
È partendo da questa premessa che la CIDA sta definendo una proposta organica sui temi sopra richiamati e lo sta facendo con l’obiettivo di farne la base di riferimento per aprire un serio confronto con le forze politiche non solo in vista della prossima legge di bilancio quanto, e soprattutto, nelle prossime elezioni politiche che si preannunciano difficili, idiologizzate e fortemente incentrate sui temi di equità sociale e fiscale nonché della sicurezza.
Sarà una campagna elettorale in cui si cercherà di alimentare conflittualità tra giovani e meno giovani.
Sarà un confronto da cui dovremmo capire quali partiti esprimeranno consenso reale alle nostre valutazioni e proposte e quali invece tenderanno a vedere nelle nostre posizioni tentativi di salvaguardare privilegi in realtà inesistenti.
In Italia c’è un milione di dirigenti pubblici e privati sia in servizio che in pensione: una componente professionale e sociale che deve pesare molto di più sia in termini di classe dirigente sia nel dialogo sociale del Paese. Questo è l’obiettivo prioritario di CIDA.
Stiamo elaborando proposte perché si conduca una efficace lotta alla corruzione e alla evasione fiscale al fine di recuperare e liberare risorse da destinare a investimenti e per rendere possibile una sostanziale rimodulazione delle aliquote IRPEF.
Questo è quanto stiamo cercando di fare a livello di politica generale, ma nel contempo non dimentichiamo di gestire il quotidiano: in questo quadro ricordo che con la legge di bilancio 2017 abbiamo contrastato con successo i tentativi di ricalcolo delle pensioni in essere con il sistema contributivo; abbiamo impedito ogni ipotesi di nuovi contributi di solidarietà ed abbiamo fatto in modo che l’incentivazione fiscale sulla retribuzione di produttività trovasse applicazione anche a dirigenti in servizio con l’imponibile retributivo fino a 90.000 euro lordi annui.
Infine stiamo seguendo l’iter del nostro ricorso alla corte costituzionale in tema di blocco della perequazione automatica delle pensioni: la sentenza è prevista per ottobre prossimo ed abbiamo la sensazione che possa registrarsi un esito favorevole.
In ogni caso sarà necessaria la massima vigilanza per evitare, come già avvenuto, contromosse del governo capaci di frustrare la sentenza della corte.
I politici sanno benissimo che le nostre non sono pensioni d’oro però parte di essi è portavoce di una visione ideologica preconcetta con cui siamo chiamati a fare i conti.
Tutela, proposta e legittimazione sociale delle categorie rappresentate sono i driver dell’azione di rappresentanza politico-sociale della confederazione.
01 luglio 2017