Welfare Previdenziale

Tra equità e sostenibilità non vogliamo essere … SS, ma SU.

Giocare sulle sigle, a volte è utile … per riaffermare non solo un giusto diritto, ma per rendere meglio il concetto che per SS – senza volersi riferire alle famigerate Schutz-Staffeln – noi “maturi” non vorremmo passare per: “Senior Sopportati”, anziché: Senior Utili!

Mario Giambone

Presidente Comitato Pensionati e Consigliere ALDAI

Naturalmente mi rivolgo a tutti i colleghi che seguono (spero) con attenzione le vicende che ci appartengono e i problemi che sono all'attenzione del Comitato Pensionati ALDAI con puntuale impegno ed evidenza. Non rivendichiamo solo lo stato delle pensioni, ma ci attiviamo anche in molteplici forme ed iniziative per “portare acqua al mulino” con attive partecipazioni al sociale.
Molti di noi sono fortemente impegnati a prestare la loro presenza ed esperienza in diversificate iniziative ONLUS, come spesso viene reso noto anche da questo nostro periodico, senza poi considerare quanto di tempo e… risorse economiche vengono impegnate nell’ambito familiare per le molteplici forme di “assistenza” necessitate da tale nucleo!
Di “puntelli” di vario genere ne abbiamo elargiti in molteplici occasioni, che non è il caso di riproporre qui, ma doveroso ricordare quanto viene svolto dal gruppo VDS - Valorizzazione Dei Senior - e la costante encomiabile opera praticata da VISES Gruppo Milano.
Siamo quasi allo scadere del 2016, anno che ha portato mille difficoltà, oltre alle vicende politiche nazionali con scandali, ricorsi e sentenze, purtroppo da agosto si sono aggiunti preoccupanti "risentimenti tellurici" come se anche la Terra volesse unirsi ai già troppi dissensi!
L’anno è volato via come mai in precedenza se ne aveva avuto percezione. Frutto forse della premura con cui oggi si vivono gli eventi, anche nella stentorea speranza che il tale provvedimento possa dare risposte meno gravi di quelle temute. Nel tentativo di svolgere un concreto consuntivo delle cose fatte e di quelle che non si è riusciti a fare, va posta una serena riflessione innanzitutto sulla composita consistenza di tutti noi colleghi appartenenti a Federmanager, dirigenti non più in servizio attivo, e quanti per differenti esperienze ed età costituiscono quelli che invece svolgono il proprio ruolo inquadrati nelle aziende lombarde, oltre a quanti potrebbero farlo mettendo a disposizione la loro professionalità se incontrassero la giusta offerta. Tra questi vi sono attese e prospettive differenti e non si deve commettere, da parte nostra, l’errore di determinare differenti posizionamenti in funzione di tali diverse esigenze, creando dannose contrapposizioni.
“Colonna unita!” imponeva il gladiatore nel far fronte all’insidia che incombeva. Dividere spesso è indebolire come più volte ricordato da queste pagine, l’imperativo è quello di mettere in giusta evidenza quanto sia mutevole l’attuale situazione legata alla consistenza “industria” e tutte le relative trasformazioni che si succedono nel tessuto sociale – per non dire del welfare – in modo sempre più rapido ed imprevedibile, quindi nella differente sfaccettatura, sia essa privata e/o pubblica, non si commetta l’errore di scomporre l’essenza che ci unisce in un’unica Categoria quale quella della dirigenza, intesa come un Unicum asse portante del Paese.
Noi (diciamo… pensionati o senior?) ci siamo impegnati a far sentire una voce di dissenso che riteniamo legittimo, mettendo quindi anche a disposizione di altri le nostre residuali ma spontanee capacità ad essere utili e sentirci attivi. Tutto quanto è stato svolto per riaffermare la difesa di un principio in forza del quale chi ha formulato le proprie previsioni, in base a quanto versato in maniera regolare ed assidua al fine di costituirsi una “retribuzione differita”, non debba e non possa poi essere confuso con chi, invece, viene beneficiato da un “vitalizio” o “sostegno” ottenuto da tutt’altro criterio. Per non dire poi dei possessori della brutta espressione riferita a “pensioni d’oro” novello girone dantesco in cui immergere gli indegni o gli indifferenti, a scapito dei bisognosi.
Con le nostre pensioni, costruite in uno Stato di diritto con norme e regolamenti rispettati, non tendiamo certo a “vivere da nababbi” sotto qualche palma, incuranti di quanto ci accade intorno, o anche all’interno delle nostre famiglie. Ci rendiamo utili, coinvolti in diversificati impegni, oggi detti “volontariato”, come per acquisire un termine qualificante, ma lo si è sempre fatto. Dalle mie parti si dice: “fai del bene e… dimenticatelo”, sentirsi utili ed attivi non solo per se stessi ma anche per partecipare degnamente al contesto sociale.
Dice bene il collega Mino Schianchi, Presidente del Coordinamento Nazionale Pensionati Federmanager, quando esorta i colleghi di tutte le province aderenti a Federmanager, ad essere propositivi in maniera uniforme: “Nello sforzo continuo di ricerca, di analisi, di proposta, di partecipazione alle azioni democratiche, in modo da sviluppare il nostro sostegno alle iniziative politiche oltre che giudiziarie che assume la nostra Federazione”.
A Milano in ALDAI ci siamo, da tempo, esortati a “stare pronti”, abbiamo formalizzato un documento propositivo che sia di guida e sostegno condiviso nell’espletamento del nostro mandato e vorremmo testimoniarlo anche in occasione della manifestazione del 12 dicembre 2016, promossa e sostenuta da Federmanager nazionale, presso la prestigiosa sede della Fondazione Cariplo. Indubbiamente una buona occasione per concludere un anno sofferto ma vissuto con impegno e fermezza. Avremo nuove occasioni per trarre conclusioni e riproporci con immutata volontà a restare compatti in uno slancio di reciproca collaborazione.
Comunque è confortante il fatto che il nostro slancio sia stato ripreso e condiviso dal nostro vertice federale, per rafforzare l’impegno a difesa delle nostre pensioni. Il nostro Comitato è ben consapevole che alcune categorie sociali sono in una condizione di indigenza non tollerabile in un Paese che si pone ai primi posti nel mondo per ricchezza pro-capite, pertanto ritiene di essere disponibile a discutere su “ulteriori” sacrifici economici a patto che questi vengano sostenuti da tutti, ripetiamo tutti, i settori sociali ed economici del Paese. Fino ad oggi sono stati richiesti ripetuti sacrifici che, nel tempo, tra solidarietà e mancata perequazione, hanno realizzato una cospicua riduzione del potere di acquisto delle pensioni. Solamente in questi ultimi anni, con il perdurare della crisi economica, il costo della vita si è attestato intorno allo zero, ma, va precisato, che il valore calcolato da Istat non rispecchia completamente la “reale” inflazione che compete a noi pensionati. La costante riduzione dei prezzi degli articoli tecnologici non recupera l’aumento del costo reale della vita, specie dei generi di uso comune dei pensionati: medicinali, prestazioni medico/sanitarie, assistenza di badanti/infermieri, etc., che certamente smentisce il considerare zero il costo reale.
Quale valenza attribuire poi all’evasione fiscale? Problematica che continua a mantenere un livello significativo, mentre il recupero annuale dichiarato è praticamente ininfluente. La politica ed i canali informativi non hanno mai mancato di martellare, attraverso tutti i media, che il “peso“ delle pensioni e dei vitalizi costituisce un gravame insopportabile per l’Inps, senza le “iniezioni” benefiche dello Stato, che deve attingere dalla fiscalità generale. Ma nessuno, tranne il prof. Brambilla, insiste nel sostenere la necessaria separazione dei costi della Previdenza dall'Assistenza che, se fatta in maniera corretta, ci si accorgerebbe che il sistema pensionistico si reggerebbe praticamente ancora da “solo” grazie ai contributi versati dai lavoratori e l’incidenza sul PIL della sola Previdenza scenderebbe dal 16% al 10%.
Al momento della redazione di questo testo, è in fase di realizzazione il convegno riportato in locandina, un'importante occasione dove dibattere gli argomenti sopra esposti oltre che imprimere all'attenzione degli autorevoli relatori tutte le problematiche della dirigenza. Categoria che da sempre è esempio di impegno profuso e sostenuto con senso di responsabilità e professionalità.
Manteniamo quindi l'orgoglio di sentirci legittimati ad essere rispettati!
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013

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