Silver Economy

È l’economia degli over 60 che pesa 123 miliardi di €, con un impatto sul Pil del 40% ed oltre un milione di posti di lavoro.

Franco Del Vecchio 

Segretario CIDA Lombardia - lombardia@cida.it
I pensionati non sono più lo stereotipo di un tempo: i vecchi a carico dei figli in panchina a leggere il giornale. Il miglioramento e l’allungamento della vita ha creato le condizioni per un ruolo attivo delle persone che, completato l’impegno nel lavoro, hanno i capelli color argento, dal quale prende nome la “Silver Economy”.
I Seniores sono sempre più una risorsa attiva per il Paese, dedicati a sostenere i figli e accudire i nipoti, offrire solidarietà e contribuire alle tasse, ben 60 miliardi solo di IRPEF cioè più di un terzo di tutto il gettito, finendo per essere anche il bancomat per i governi che preferiscono tartassare i pensionati piuttosto che far emergere gli evasori.
“Silver economy” indica il giro di affari della popolazione oltre i 60 anni di età che muove circa 122 miliardi di € secondo il centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, che considera l’invecchiamento come una risorsa importante per il Paese. Già oggi un italiano su quattro ha oltre 65 anni e si stima che nel 2050 si possa arrivare a uno su tre. Gli “over 60” erano circa 17 milioni di consumatori potenziali alla fine del 2016, che potrebbero superare i 23 milioni entro la fine del 2040. È evidente che la Silver Economy sia destinata ad assumere una rilevanza sempre maggiore nel quadro sociale, economico e politico del Paese e nel mondo.
Secondo Itinerari Previdenziali il valore aggiunto prodotto dalla Silver Economy è valutato nel 2014, in almeno 43,4 miliardi di €, stimando la quota di mercato riferita agli “over 60” nei settori economici rientranti nella silver economy. Si tratta di una stima prudenziale, dalla quale sono esclusi settori di rilievo come le attività finanziarie e assicurative. Considerando invece anche questi comparti, il valore aggiunto calcolato dal centro studi supera appunto i 122 miliardi. Il settore più interessato in termini di valore aggiunto, data l’età di questa fascia di popolazione, è la sanità e l’assistenza sociale, seguito da trasporti, viaggi, svago, cultura e tempo libero.
Edoardo Zaccardi, dell’area lavoro e welfare del centro studi di Itinerari previdenziali considera che: “È interessante notare come gli anziani presentino nel complesso consumi culturali come teatro, musei e concerti simili o di poco inferiori alle altre fasce di popolazione, mentre gli over 65 rappresentano il 15-16% dei vacanzieri. Un segno evidente di come vada modificata l’immagine stereotipata degli anziani e dei loro consumi”.
Merita poi considerare che il reddito medio annuo nelle famiglie con due anziani è dell’8,4% superiore ai nuclei privi di ultrasessantenni, anche grazie al frequente possesso di abitazioni di proprietà. 
Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione comune in tutti i Paesi dell’Unione Europea, e ancora più evidente in Italia, delinea un nuovo assetto sociale, caratterizzato dal ruolo sempre più rilevante degli anziani: una rivoluzione culturale, con la quale tutti i settori della società civile, compresi quelli finanziari e politici, sono destinati a confrontarsi.
L’Istat stima che nei prossimi 20 anni la quota di over 65 supererà il 29%, con un aumento di quasi 8  punti percentuali rispetto al 2016, e quella degli over 85 sarà oltre il 5%.  Inoltre, negli ultimi dieci anni, è decisamente aumentata la quota della popolazione italiana over 75 con problemi di salute.
La novità nel nostro Paese è il cambio di paradigma nel giudizio sul fenomeno. L’invecchiamento della popolazione non è più visto come un costo per la collettività, ma come una risorsa e questo grazie alla diffusione della Silver Economy, definita come l’insieme di servizi e di prodotti destinati alla platea degli over 60.
Il concetto va oltre quello di white economy, che comprende soltanto servizi sanitari e sociali, residenziali e non residenziali, i servizi resi al loro domicilio delle persone anziane, perché la Silver Economy non si rivolge solo agli anziani fragili o con problemi di autonomia, ma riguarda anche la platea dei cosiddetti “giovani anziani”, nonché quella degli addetti alla cura.
Fra i mercati chiave per lo sviluppo della Silver Economy possono essere considerati, oltre a quelli più evidenti, come i servizi sanitari e sociali, anche: l’edilizia per le ristrutturazioni delle abitazioni, la tecnologia per lo sviluppo di soluzioni per la domotica e la teleassistenza, il benessere, il turismo, la cultura, la sicurezza, i prodotti per il credito e finanziari.
Sono evidenti le potenzialità economiche e sociali generate dall’invecchiamento con ricadute nello sviluppo occupazionale. Merrill Linch nel 2014 stimava che la Silver Economy valesse 7 mila miliardi di dollari l’anno, cioè al terzo posto fra le economie mondiali, e potrebbe raggiungere 15 mila miliardi nel 2020. In Francia, nel medesimo periodo, si stimano circa 130 milioni di € di attività generate dalla Silver Economy, con creazione di 350 mila nuovi posti di lavoro. L’Italia considerata come terzo Paese al mondo dove vivere, potrebbe diventare il “Paradiso dei Silver”, se fossimo in grado di sviluppare insieme ai servizi turistici e sanitari anche una tassazione e un costo della vita sostenibili e competitivi.
Lo sviluppo della Silver Economy favorisce il progresso ottimizzando il sistema di assistenza per la perdita di autonomia, rinforzando la prevenzione e dedicando alle persone anziane una parte rilevante nella nostra società. Immaginare un quadro di riferimento favorevole alla Silver Economy significa creare migliori condizioni per le generazioni che verranno. L'obiettivo è dare vita a una vera e propria filiera al servizio dei “Silver” che agisca da leva per lo sviluppo di un’industria innovativa che generi valore sociale dalla combinazione delle politiche pubbliche nazionali e regionali con il sistema delle imprese specializzate. 
L’attualità della Silver Economy è testimoniata dall’attenzione del settore finanziario, che ha visto la nascita di fondi comuni specifici che hanno mostrato andamenti soddisfacenti nell’ultimo quinquennio. Merita di essere citata la creazione in Francia del fondo SISA (Servizi Innovativi per gli attori della Sanità e dell’Autonomia), dedicato al sostegno delle PMI innovative nel campo delle soluzioni per la prevenzione, l’autonomia delle persone anziane e l’assistenza a domicilio, allo scopo di sostenerne lo sviluppo in Francia e in Europa. I tempi sono dunque ormai maturi per promuovere iniziative analoghe anche nel nostro Paese. 
La Silver Economy apre orizzonti con notevoli opportunità di sviluppo, economico e sociale, che dovrebbero far riflettere la Politica sulla creazione di valore per il Paese, piuttosto che continuare nell’ossessione del blocco della perequazione ed altre iniziative e “slogan” elettorali che finiscono per mettere le mani nelle tasche dei soliti lavoratori pensionati.
Sul valore della dirigenza per il Paese (Junior e Senior, privata e pubblica) stiamo organizzando un evento  a Milano "da non perdere" in primavera.
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