Il Rinascimento dell’Industria 5.0: le persone al centro dei processi di produzione

A differenza dell’Industria 4.0 incentrata su efficienza e produttività, la quinta si mostra più come una rivoluzione culturale, focalizzata su persone e ambiente, ovvero su qualità della vita e sostenibilità al centro dei processi di produzione

 Manuela Biti

Presidente ALDAI-Federmanager

La Lombardia continua a crescere e lo fa velocemente.
L’ultimo aggiornamento congiunturale dell’economia lombarda, redatto dalla Banca d’Italia, conferma come la ripresa post-pandemica sia continuata nella prima parte del 2022. Dopo una crescita del Pil del 7,5% nel 2021, la stessa ha segnato un +5,9% nel primo semestre del 2022, con una crescita acquisita stimata per l’intero 2022 pari al 3,5 per cento.

Fa eco Unioncamere che, alla voce produzione industriale della regione locomotiva del Paese, segna un +0,8% e +1,7% per l’artigianato. Un risultato che, associato a quello dei trimestri precedenti, consente all’anno appena trascorso di configurarsi come positivo per tutto il settore manifatturiero, con una crescita del
+6,3% rispetto al 2021 (+6,9% per l’artigianato), che lascia intravedere nel primo trimestre 2023 un tasso ancora con segno positivo, pari all’1,2%.

Si tratta di numeri che fanno indubbiamente ben sperare e che vogliono rappresentare un segnale di fiducia anche per il 2023. Su questo aspetto abbiamo lavorato duramente in questi mesi come Associazione per costruire quel messaggio di ripresa e di speranza nei confronti del futuro che, insieme alle competenze, ai talenti e al fattore umano, è stato alla base del convegno pubblico Milano e la Lombardia per un nuovo Rinascimento in apertura della nostra più recente Assemblea Annuale.

Umanocentricità, ovvero people first, prima le persone.

Era il gennaio 2021 quando la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto dal titolo Industria 5.0 con sottotitolo: “Verso un’industria europea sostenibile, umanocentrica e resiliente” a voler sottolineare “(…) il potere dell‘industria di raggiungere obiettivi sociali, al di là dei posti di lavoro e della crescita, per diventare un fornitore di prosperità resiliente, facendo sì che la produzione rispettasse i limiti del nostro pianeta e mettendo il benessere dei lavoratori al centro del processo di produzione”.

Le persone al centro, dunque, e con loro anche l’importanza strategica delle competenze per poter dare valore e concretezza alle sfide tecnologiche che ci attendono e che siamo chiamati a superare.
A differenza dell’Industria 4.0, sinonimo di quarta rivoluzione industriale per quanto incentrata su efficienza e produttività, la quinta si mostra più come una rivoluzione culturale, perché maggiormente incentrata sulle persone e sull’ambiente, quindi su qualità della vita e sostenibilità al centro dei processi di produzione.

È con molto piacere che, all’interno di questo mio editoriale, rimando dunque intenzionalmente agli articoli di approfondimento legati alla nostra Assemblea dove, in modo puntuale e con l’aiuto di esperti, stakeholder e Istituzioni, abbiamo voluto rimarcare, ancora una volta, come il capitale umano, e con esso i talenti e le competenze, rappresentino la chiave per affrontare, e superare, le molteplici sfide che ci attendono.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013