Il grande balzo in avanti

Il capitale umano: principale protagonista di ogni rivoluzione industriale.

 

Stefano Cuzzilla 

Presidente Federmanager

Nei prossimi anni la tecnologia continuerà a costituire la spinta prevalente nella promozione dello sviluppo globale. Possiamo immaginare una realtà in cui la sfera fisica, quella digitale e quella biologica della nostra esistenza siano sempre più interconnesse tra loro dagli strumenti tecnologici. 
È di questa opinione anche Klaus Schwab del World Economic Forum, da cui ogni anno arriva il report sui rischi globali. Non a caso la XII edizione, appena pubblicata, ha voluto inserire la quarta rivoluzione industriale tra le risposte alle grandi questioni da affrontare nel 2017, tra cui diseguaglianza economica, polarizzazione sociale e intensificazione dei rischi ambientali.
A questo punto dobbiamo tentare lo sforzo di proiettarci in una dimensione che in termini temporali non è molto lontana da quella attuale, ma è assai più distante in termini concettuali. Ed è in questa dimensione che possiamo aspettarci effetti dirompenti non solo sul sistema di produzione di beni e servizi, ma anche sul sistema politico, democratico, economico. La quarta rivoluzione industriale è perciò innanzitutto una sfida culturale che riguarda l’intero ordine sociale.
Il mix di crisi dei sistemi di protezione sociale ed evoluzione tecnologica sta aprendo scenari di instabilità che, per esempio, stanno alla base della diffusione della “gig-economy”, anche detta “economia dei lavoretti”. In ballo c’è ilbcambio di un paradigma che non si esaurisce certamente nell’adeguamento alle scoperte scientifiche e tecnologiche. Vanno evitate le distorsioni. Siamo solo all’inizio e l’Italia deve stare al passo. L’industria, in particolare, è il primo campo in cui si sperimenta. Automazione, robotica, intelligenza artificiale promettono di farci balzare rapidamente in avanti verso quello che molti di noi etichetterebbe come fantascienza.
Cambiano i processi produttivi, cambia il mercato e cambiano le professioni. Ma si inaugurano anche nuove economie di scala con piattaforme collaborative dove le imprese che appartengono a settori e filiere fino a ieri incomunicabili iniziano a scambiare know how e a condividere progettualità.
È una sfida per le PMI italiane che, in un’ottica di condivisione, possono uscire dall’isolazionismo di un modello a proprietà familistica e decentrata. È una sfida per gli imprenditori italiani più giovani e per i cosiddetti “startupper” che possono entrare in contatto con una realtà globalizzata dal digitale.

Piano Nazionale Industria 4.0

Valutiamo positivamente il Piano del Mise per l’Industria 4.0 poiché incentiva gli investimenti e la voglia di fare. Avvertiamo, allo stesso tempo, dei rischi che riguardano la governance del piano, la costruzione dei cosiddetti “competence center”, un avanzamento a “macchia di leopardo” che lascia indietro zone del Paese, il dialogo a singhiozzo tra infrastrutture pubbliche e reti private e, quindi, tra PA e nuove forme d’impresa.
Al top delle nostre raccomandazioni, però, mettiamo senza dubbio la questione del capitale umano. Servono uomini e donne capaci di governare il processo industriale in questa nuova dimensione dove l’innovazione è continua e le macchine si fanno più intelligenti. Le implicazioni sono tali da spingere il Parlamento europeo a ragionare sull’adozione di un sistema normativo che regoli i rapporti tra umani e robot, ai quali potrebbe essere conferito lo status legale di “persona elettronica”.
Tutto ciò si riflette anche sull’interpretazione che Federmanager intende fare del proprio ruolo. Ci proponiamo un 2017 di rinnovamento anche dal punto di vista delle relazioni industriali.
Lavoriamo alla costruzione di un modello aperto e collaborativo anche con Confindustria e Confapi per trovare soluzioni innovative che rispondano alle nuove esigenze del management. Anche con i vertici dei grandi gruppi aziendali stiamo dialogando per garantire competenze e conoscenze professionali adeguate nell’ambito di un sistema di maggiori tutele. In un’epoca di disintermediazione, non perdiamo di vista l’importanza di costruire relazioni salde e durevoli, basate su una pianificazione contrattuale e sindacale.
Nel 2017 ci auguriamo di raccogliere quanto seminato sul terreno delle relazioni istituzionali. In continuità con le azioni messe a punto, a partire dalla istituzioni delle nostre Commissioni di settore, continuiamo a contribuire alle attività politiche e di governo nella speranza che i nostri colleghi più dinamici possano direttamente intervenire nella stanza dei bottoni incidendo, con metodo e per merito, nelle scelte che riguardano il Paese.
Per Federmanager significa prendersi carico di questioni generali con il senso di responsabilità e di resilienza che è proprio della nostra categoria. Ci sentiamo protagonisti di questa rivoluzione e ci proponiamo come fattori – umani – di innovazione.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013

I più visti

Perché dicono che la Terra è piatta

Gruppo Cultura – Sezione Scienza
01 settembre 2023

Hackerare una password? Facilissimo!

Il primo elemento che dobbiamo tenere sempre ben in mente è che sfortunatamente le password di otto caratteri non sono più sicure come nel passato
01 ottobre 2023

Difesa del ceto medio e dei pensionati: le iniziative del Comitato Pensionati ALDAI

Il 2023 ha evidenziato una serie di criticità nel sistema pensionistico e fiscale italiano, generando preoccupazioni e richieste di intervento urgente da parte della classe media e dei pensionati della classe media. È indispensabile che la politica ascolti e risponda a queste esigenze, adottando riforme concrete e combattendo l'evasione fiscale per garantire un futuro dignitoso per tutti i cittadini italiani
01 maggio 2024

Perequazione 2024 una stangata

Assalto al ceto medio
01 aprile 2024

Il concetto di Pace nel tempo, imparando dalla Storia

Pace, qualcosa di più che la fine di una guerra
01 marzo 2023