Il Vittoriale degli Italiani nell’anniversario dei 160 anni di Gabriele d’Annunzio

Il progetto Riconquista ha riportato il Vittoriale al suo antico e originario splendore

Veduta del Vittoriale - ©Marco Beck Peccoz

Sulle rive del lago di Garda sorge una delle case museo più visitate al mondo: il Vittoriale degli Italiani, eretto tra il 1921 e il 1938 per volontà di Gabriele d’Annunzio. Il complesso, che comprende edifici, vie, piazze, un teatro all'aperto, giardini e corsi d'acqua, ogni anno accoglie studenti, turisti, intellettuali e artisti di caratura internazionale che si esibiscono sul palcoscenico all’aperto del suo Anfiteatro, recentemente rivestito in marmo rosso di Verona, così come da volontà del Poeta. 
Molti artisti, inoltre, hanno voluto celebrare il Vate donando alcune delle opere d’arte che oggi adornano gli spazi del Vittoriale. Ne sono esempi: il Cavallo blu di Mimmo Paladino nell'anfiteatro; la scultura STAR di Jacques Villeglé a Villa Mirabella; gli Angeli di Ugo Riva nel Museo d’Annunzio Segreto; il San Sebastiano dello scultore Ettore Greco e i cani di Velasco Vitali che si trovano dentro al Mausoleo; la fontana di Mario Botta. E molte altre ancora. Un insieme di donazioni che hanno reso il parco e l’intero complesso dannunziano un vero e proprio museo a cielo aperto dedicato all’arte contemporanea italiana, tanto che il parco del Vittoriale è stato insignito del premio di Parco più bello d’Italia.

Dal 2008 il Presidente della Fondazione il Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri, ha avviato il progetto Riconquista una serie di restauri e recuperi di aree fino ad allora dismesse che – con la creazione di nuovi allestimenti, spazi espositivi e servizi – hanno finalmente riportato il Vittoriale al suo antico e originario splendore. Guerri ha poi voluto valorizzare l’immenso patrimonio del Vate inaugurando diverse esposizioni: il Museo d’Annunzio Segreto, una raccolta di oggetti rimasta sconosciuta al grande pubblico perché chiusa negli armadi e nei cassetti della casa del Poeta; il Museo d’Annunzio Eroe, che intende valorizzare il patrimonio storico legato all’esperienza militare di Gabriele d’Annunzio; e il Museo l’Automobile è Femmina, che ospita l’Isotta Fraschini, l’Alfa Romeo “Soffio di Satana”, la Fiat Tipo 4 con la quale d’Annunzio entrò trionfalmente a Fiume il 12 settembre del 1919.
La Nave Puglia - ©Marco Beck Peccoz

La Nave Puglia - ©Marco Beck Peccoz

Il Vittoriale oggi più che mai è un luogo da visitare, ricco di curiosità e spunti su d’Annunzio e la sua epoca, ma è soprattutto un luogo vivo e da vivere. A partire dalla festa che lo scorso 11 marzo ha dato avvio alla stagione primaverile, sono stati infatti realizzati numerosi spettacoli, concerti ed eventi che arricchiscono l’offerta culturale del Garda, contribuendo a rendere la dimora dannunziana un luogo aperto alla presenza di un pubblico sempre più affezionato e partecipe. Una menzione particolare va al festival estivo Tener-a-mente – che, giunto nel 2023 alla dodicesima edizione, ha portato e continua a portare al Vittoriale i nomi più prestigiosi e interessanti della musica, del teatro, della danza e dello spettacolo, accogliendo ospiti provenienti dalla scena nazionale e internazionale – e al Premio del Vittoriale, consegnato in questa edizione all’editore Nicola Crocetti, protagonista in luglio di una conversazione a tre con Guerri e Jovanotti in un Anfiteatro sotto le stelle, gremito più che mai. 
Fratefoco

Fratefoco

E proprio nel 2023 ricorre il 160º anniversario della nascita di d’Annunzio, tra le iniziative è in programma per il prossimo 16 settembre una grande festa in cui verrà anche presentato Fratefoco, un vino nato dalla collaborazione tra il Vittoriale degli Italiani e Domìni Veneti per raccontare in modo non convenzionale Gabriele d’Annunzio. Fratefoco è uno dei noms de plume che il Poeta usava per firmare lettere destinate ad amici e amanti, e il vino che porta questo nome – un Ripasso intenso, profumato e piacevolmente vellutato, dal cuore della Valpolicella Classica – vuole essere un omaggio al suo gusto per gli pseudonimi e per i “travestimenti letterari”.
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