Dirigenti Senior ALDAI – Un patrimonio di competenze da valorizzare

Invecchiamento Attivo per non perdere il patrimonio di competenze

Francesco Dindo

Coordinatore del Gruppo Volontari per il Sociale
Una cosa è certa: i senior della nostra generazione rifiutano l’immagine ormai desueta dell’anziano che va in pensione, tira i remi in barca ed entra in una fase passiva della vita, segnata da bisogni di assistenza e marginalità sociale.  
La fine dell’età lavorativa formale, vale a dire di quella che dà accesso alla pensione, non è più interpretata come la fine della vita attiva: oggi, infatti, ci si considera tali anche ben dopo il pensionamento. 
Non a caso si parla di Invecchiamento Attivo, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come “il processo di ottimizzazione delle opportunità per la salute, la partecipazione e la sicurezza, al fine di migliorare la qualità della vita man mano che le persone invecchiano”.
Se il presupposto base per tutti noi è l’aumento dell’aspettativa di vita, la richiesta immediatamente conseguente è che questa non sia una vita di semplice sopravvivenza ma che possa continuare a essere una vita di qualità.

I tre pilastri dell'Invecchiamento Attivo


Un invecchiamento di qualità, dunque, che secondo l’OMS si regge su tre pilastri: Salute, Sicurezza, Partecipazione:
  1. Salute,  intesa come salute fisica e benessere mentale e sociale, vale a dire nessun bisogno insoddisfatto di salute e di cure, capacità di vita autonoma, no deprivazione materiale.
  2. Sicurezza,  riguarda la possibilità di vivere in un ambiente fisico e sociale sicuro e protetto e la garanzia di un reddito che preservi dal rischio di una vita non dignitosa. 
  3. Partecipazione,  ovvero la sommatoria di attività che impegnino le persone anziane negli affari sociali, economici, culturali e civili della loro comunità, senza escludere la prosecuzione del loro contributo come forza lavoro.
Dunque, non solo obiettivi di vita indipendente, sana e sicura, ma anche partecipazione alle attività della propria comunità di riferimento.
Questo desiderio di vita partecipata è importante perché risponde alle necessità indotte dall’evoluzione demografica e dai costi crescenti da sostenere per assicurare salute e sicurezza alla popolazione anziana. 
D’altra parte, l’invecchiamento in salute consente di rompere il legame tra età biologica ed età anagrafica e permette di non considerare più gli anziani solo come soggetti passivi e come costosi beneficiari di servizi sociali. Al contrario permette loro di ritagliarsi un ruolo come partecipanti attivi alla vita della collettività, con pieni diritti di cui godere ma anche con doveri da compiere. L’anziano così diventa una risorsa che la società civile può impegnare come lavoro retribuito, ma soprattutto come lavoro non retribuito, nel volontariato, sotto forma di servizio, di supporto o di supplenza in una vasta area di attività, dalla scuola, alla sanità, alla cultura.

Invecchiamento Attivo e Senior ALDAI

Come si collocano i senior ALDAI rispetto ai temi dell’invecchiamento attivo?
L’indagine promossa da ALDAI nel giugno 2020 Pensionati: quali esigenze e quali aspettative mostrava che su un campione di 2.573 colleghi intervistati, il 44% dei quali in pensione da più di 20 anni, circa il 40% teneva ancora viva l’aspettativa di un’attività lavorativa remunerata, oltre il 60% vedeva di buon occhio l’impegno in attività di volontariato sia collegato – che non collegato – alla propria professionalità, e quasi il 50% esprimeva il desiderio di essere più coinvolto e impegnato nella vita associativa ALDAI.
Anche per i senior ALDAI, dunque, lo “star bene” non significa solo salute e sicurezza, ma anche partecipazione. Non a caso la nostra Associazione, da sempre attiva in queste aree attraverso gli Enti del sistema Federmanager, offre ai propri Soci proposte degne di attenzione anche nella terza area, la “Partecipazione”.

Impariamo a dare valore alle nostre competenze 

Esiste un momento molto delicato della nostra vita, rappresentato dal passaggio dal “tempo occupato” del servizio attivo al “tempo liberato” della pensione.
Si tratta di una transizione non facile, perché di fronte a noi si apre una vita nuova che sappiamo sarà profondamente diversa da quella precedente. Dobbiamo dismettere il ruolo che ci ha rappresentato per anni e che ci ha lasciato un patrimonio di competenze; abbiamo ancora voglia di fare ma non sappiamo come, in quale ruolo e in quale veste. Dobbiamo riuscire a dare a questa nuova vita significati e contributi di qualità, ma quali, con quale progetto, con quali programmi?
Questa è la domanda. Per aiutare a trovare le risposte, ALDAI propone – da diversi anni ai Soci sulla soglia della pensione – un percorso intitolato Outplacement verso il sociale - competenze nella solidarietà, che è di orientamento, informazione e preparazione insieme. Un percorso dedicato a chi vuole affrontare con successo la fase di transizione lavoro/pensionamento in una logica progettuale e sviluppare un proprio “piano di vita”. Un aiuto a guardare dentro di sé e comprendere dove e come si vorranno impegnare le proprie energie e competenze nella nuova era che si apre. Una proposta formativa che ALDAI rinnova di anno in anno e che ha permesso a molti colleghi di guardare all’età della pensione con impegno, entusiasmo e serenità. Lo scopo è aiutare i “nuovi” senior a continuare a vivere la loro vita da protagonisti. Sono molte le attività in cui è possibile essere coinvolti e molte le proposte di impegno in progetti proiettati sia allo interno che all’esterno della Associazione, focalizzati sui temi della Formazione, della Cultura, della Innovazione, della Energia, dell’Europa, dell’Orientamento dei giovani. 

Invecchiamento attivo significa partecipazione, rifiuto dell’isolamento, senso di appartenenza ad una comunità: quella di ALDAI, in cui si sta bene, si lavora bene assieme, si sviluppano occasioni di impegno comune, si opera per il bene dell’Associazione e della società civile in cui viviamo.


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