Capitale Umano e rispetto delle persone

Le opportunità del programma Industria 4.0 sono oggetto del responsabile impegno della categoria, che svolge il ruolo di motore di sviluppo produttivo. Se le tecnologie contribuiscono a recuperare competitività, siamo consapevoli che sarà sempre il Capitale Umano a fare la differenza e per questo la dirigenza intende sviluppare tale patrimonio intangibile, contribuendo non solo con competenza e visione, ma proponendosi anche come categoria portatrice di cultura e di valori. Dobbiamo investire in Capitale Umano, iniziando a rispettare i diritti delle persone, come le prospettive di Welfare Previdenziale oggetto di attacchi ingiusti e disinformazione.

 

Romano Ambrogi 

Presidente ALDAI

Capitale Umano

Se il secolo scorso è stato caratterizzato dalla tendenza a sottolineare il ruolo del capitale finanziario per lo sviluppo dell’industria, nel XXI secolo, risulta determinante il capitale intangibile ed il Capitale Umano deve essere al centro delle politiche industriali. L’Italia è ancora oggi al 2° posto in Europa nel settore manifatturiero. È prioritario proporre ed attuare politiche di sviluppo del Capitale Umano, con una specifica attenzione a valorizzare il ruolo dei manager, per guidare la trasformazione imposta dalle tecnologie. In Italia i manager sono ancora sotto il 4% degli occupati, rispetto alla media europea del 6%: occorre dunque uno sforzo per aumentare del 50% il numero dei manager nelle imprese. Favoriamo, quindi, la nomina di giovani manager e il reinserimento nel sistema produttivo del patrimonio di competenze di chi ha perso il lavoro. Se il Capitale Umano è determinante per il successo, il piano Nazionale “Industria 4.0” non dovrebbe limitare gli iper-ammortamenti agli investimenti in impianti, ma incentivare soprattutto la creazione di lavoro basato su nuove competenze. Occorre una costruttiva riflessione per definire di quanti manager avrà bisogno il sistema produttivo Italiano e quali competenze dovranno esprimere, se vogliamo veramente che il piano abbia successo. Per questo Federmanager vuole assumersi la responsabilità di rispondere alle aspettative economiche del Paese, alle aspirazioni dei giovani e alle legittime attese della categoria.
Numerosi articoli Dirigenti Industria di febbraio testimoniano la passione della categoria “protagonista di questa rivoluzione industriale”, impegnata ad unire le forze per generare un risultato positivo per il Paese. L’indagine sullo sviluppo associativo ha sollecitato il contributo di tutti i colleghi, in servizio e senior, e intendiamo ora dar corso alle iniziative conseguenti.

Welfare

Il welfare previdenziale, oggetto del convegno Federmanager a Milano lo scorso 12 dicembre, è un punto sempre più importante per la vita del manager, che con lungimiranza guarda al futuro. L’articolo del Presidente del Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati Federmanager riassume i contenuti del convegno, concludendo “abbiamo un sistema pensionistico sostenibile, ma iniquo”.  In un Paese in cui le pensioni sono gestite dallo Stato, è necessario far prevalere le logiche del diritto, evitando derive populistiche che metterebbero a rischio il risparmio accumulato con i contributi e l’equilibrio del sistema. È importante rendersi conto della posta in gioco e abbiamo voluto offrire a tutti la possibilità di rivedere tutte le relazioni del convegno accedendo al video disponibile in conclusione dell’articolo
Per inciso, i risultati del primo mese della rivista digitale sono incoraggianti e ci aspettiamo un grande contributo dai soci per accelerare la diffusione del mezzo di comunicazione, sempre più importante per l’immagine di categoria.
Al temine del convegno un collega, nel complimentarsi per le analisi e le iniziative a sostegno delle pensioni, mi ha chiesto: “Ma chi, come me, non è ancora pensionato ed è peraltro temporaneamente senza lavoro, quando andrà in pensione?” La richiesta ha stimolato la pubblicazione del “vademecum” sui “17 modi per andare in pensione” che costituiscono un primo orientamento, da approfondire con il consulente previdenziale presso l’associazione. Al tempo stesso, il vademecum mette in luce un sistema burocratico complesso, privo di lungimiranza e semplicità, che implica rischi di: trasparenza, equità ed efficienza gestionale.
Oltre ai manager 4.0 per l’industria, l’Italia ha bisogno di maggiore visione e cultura manageriale.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013