Riconoscimento del merito e certezza del diritto

L'energia e il benessere di un Paese sono il risultato dell'impegno dei cittadini motivati a creare valore e ricchezza per la società in un contesto "fertile", che renda possibile realizzare le proprie ambizioni di vita. I diritti dei cittadini fissati nella prima parte della Carta Costituzionale non possono essere piegati agli interessi di parte. Abbiamo tutti il dovere di rispettare i pilastri fondamentali delle moderne società democratiche costituiti dal riconoscimento del merito e dalla certezza del diritto.

Romano Ambrogi 

Presidente ALDAI
Il riconoscimento del merito, significa valorizzare il talento e l’impegno, premiando il risultato. Le società che valorizzano il merito creano contesti nei quali i lavoratori e i cittadini esprimono il meglio di sé, motivati a realizzare le proprie aspettative professionali e di vita.
Come descritto nell’articolo Dirigenti Industria di ottobre “Meritocrazia in Italia: una strada in salita”, il nostro debito meritocratico rispetto ai Paesi del Nord Europa è testimoniato da molteplici indicatori sulle pari opportunità, qualità del sistema educativo, attrattività per i talenti, regole (chiare), trasparenza, mobilità e libertà. Il tempo passa e il “debito meritocratico” dell’Italia aumenta, più o meno come il nostro debito pubblico, “zavorrando” le nostre capacità di competere, perché diminuisce la coscienza sociale del valore del merito e le priorità del Paese sono recitate a mo’ di “baruffe chiozzotte” piuttosto che declinate verso l’obiettivo della crescita.
Il ruolo della politica non può essere ridotto alla ridistribuzione di ricchezza alla “Robin Hood”. Ai fini elettorali ci viene riproposto lo scenario della contea di Nottingham, ma la democrazia impone la responsabilità solidale di creare un contesto “fertile” per la creazione di valore. Solo creando nuovo valore e ricchezza è possibile una solidale redistribuzione, altrimenti si rischia l’impoverimento collettivo e il default del Paese.
Il riconoscimento del merito di un sistema Paese è il primo fattore di valutazione delle persone che vogliono emergere e cercano migliori opportunità di vita. Sono deludenti i risultati delle leggi per incentivare con la detassazione il rientro in Italia di giovani talenti perché molti hanno sperimentato e temono la mancanza di meritocrazia e perché la sola detassazione (che tra l’altro non copre le differenze retributive) non si accompagna a misure incisive sugli sviluppi di carriera.
È quindi necessario che la classe dirigente agisca in fretta con misure straordinarie, altrimenti l’Italia finirà per precludere ad intere generazioni un futuro, relegando il Paese ai margini di una competizione internazionale sempre più basata sull’innovazione, la generazione di idee, la valorizzazione dei principi di libertà e rispetto delle regole.
Ecco appunto, “la certezza del diritto” è l’altro fattore determinante per alimentare la fiducia nelle prospettive del Paese. Un principio fondamentale che attrae risorse finanziarie e Capitale Umano (anche italiano) verso altri Paesi. Certezza del diritto vuol dire stabilità delle regole, perché non è accettabile cambiare le regole nell’intervallo della partita; ma non solo, perché certezza del diritto vuol dire anche semplicità, trasparenza e buon senso nel quale le persone si riconoscono. La democrazia inglese con 3 mila leggi, rispetto l’italiana con 157 mila, offre maggiori garanzie di certezza del diritto, perché all’aumentare delle regole prevale la discrezionalità interpretativa. Ne abbiamo dimostrazione dalle sentenze della Corte Costituzionale che a soli due anni di distanza hanno avuto esiti opposti. Se non obnubilato dall’ideologia, a nessuno può sfuggire quanto la fiducia della popolazione possa essere minata da tali “incertezze”.
Le persone e le aziende preferiscono Paesi con principi chiari e condivisi democraticamente. Iniziamo il 2018 premiando coloro che si impegnano a riconoscere il merito e a garantire la certezza del diritto.
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