Formazione sul Mercato Finanziario e commenti del mese sull’andamento dei mercati

Dario Viganò, referente del Ns. Servizio Finanziario che mettiamo a disposizione dei Soci, questo mese affronta il tema: “OBBLIGAZIONI”, offre anche un commento sull’andamento finanziario dei mercati.

Dario Viganò

Dario Viganò Referente Federmanager Como per il Servizio Finanziario

Formazione su: OBBLIGAZIONI E RISCHI CONNESSI

Cosa sono le obbligazioni?

Chi acquista un'obbligazione versa del denaro a chi l'ha emessa (detto "emittente") che lo utilizza per finanziarsi e si impegna a restituirlo alla scadenza ed a pagare un interesse.

L'emittente che beneficia dell'operazione di finanziamento, è, tipicamente uno Stato, una società privata, una banca ecc.. Dalla sua solidità economica dipende il pagamento degli interessi e la restituzione del capitale investito.

La scadenza individua il termine del prestito obbligazionario, il momento in cui l'emittente dovrà restituire le somme ricevute. Le obbligazioni possono essere a breve, medio e lungo termine.

L'interesse, che viene normalmente corrisposto tramite cedole, è il prezzo che l'investitore pretende per prestare il proprio denaro. La sua funzione è duplice: compensare l'acquirente per la rinuncia a una certa somma di denaro e per il rischio a cui si espone, in quanto l'emittente potrebbe non restituire il denaro.
Il rendimento dell'obbligazione, oltre che dall'interesse, è composto anche dal guadagno in conto capitale (capital gain), che si ha se il titolo è acquistato a un prezzo minore di quello a cui è rimborsato o venduto. Se, al contrario, il titolo viene rimborsato o venduto ad un prezzo minore di quello di acquisto, si ha una perdita in conto capitale.

Esistono moltissimi tipi di obbligazioni. Una prima, grande, classificazione distingue fra:

  • obbligazioni ordinarie
  • obbligazioni strutturate.

Le obbligazioni ordinarie possono suddividersi, a loro volta, in due categorie:

  • a tasso fisso, che attribuiscono all'investitore interessi in misura predeterminata.
  • a tasso variabile, il cui interesse non è predeterminato, ma variabile in relazione ai tassi di mercato o all’inflazione. Le obbligazioni a tasso variabile, a parità di altre condizioni, sono più sicure, in quanto offrono rendimenti sempre in linea con quelli di mercato.

Le obbligazioni strutturate sono più complesse e meno facilmente comprensibili.

In particolare, la loro "struttura" si basa sulla combinazione di due elementi:

  • una componente obbligazionaria ordinaria, che può prevedere o meno il pagamento di cedole periodiche e che assicura la restituzione del valore nominale del titolo.
  • un contratto derivato, che fa dipendere la remunerazione dell'investitore dall'andamento di uno o più parametri finanziari o reali, come ad esempio indici o combinazioni di indici di borsa, azioni, fondi comuni, tassi di cambio o materie prime.

Si tratta di prodotti complessi. Prima di acquistarli dobbiamo essere sicuri di averne compreso il funzionamento, la sua struttura, le possibilità di rendimento e i rischi.

RISCHI ASSOCIATI ALLE OBBLIGAZIONI

Le obbligazioni, come ogni attività finanziaria, comportano dei rischi. E' bene subito affermare che sicurezza e redditività sono di norma concetti opposti: interessi  elevati sono la contropartita di rischi altrettanto elevati.

I rischi tipici sono:

Rischio tasso di interesse

Il rischio tasso di interesse, riguarda la possibilità che il prezzo del titolo diminuisca a seguito di variazioni dei tassi di interesse del mercato.
I titoli a tasso fisso, e soprattutto quelli a lunga scadenza, sono maggiormente esposti a questo rischio rispetto ai titoli a tasso variabile.
Infatti, se variano l tassi di interesse:

  • i titoli a tasso fisso non possono modificare le cedole e quindi, per adeguare il loro rendimento ai nuovi livelli dei tassi, si modifica il prezzo.
  • i titoli a tasso variabile adeguano le cedole al nuovo livello dei tassi per cui il prezzo si modifica solo limitatamente (tale modifica dipende dalla velocità e dall'ampiezza con cui avviene l'adeguamento delle cedole).

Rischio di credito

Il rischio di credito (o rischio emittente), è legato alla possibilità che l'emittente sia inadempiente, in tutto o in parte, nel pagamento degli interessi e/o del capitale.

Sotto questo profilo, esistono titoli di diversa rischiosità, poiché non tutti gli emittenti hanno la stessa affidabilità. Ad esempio, uno Stato è generalmente più affidabile di una impresa privata e, infatti, il fallimento di uno Stato, anche se possibile, è meno probabile di quello di un'impresa.

E anche per lo stesso emittente, non tutte le obbligazioni hanno il medesimo rischio. Esistono infatti le obbligazioni subordinate, per le quali il pagamento delle cedole ed il rimborso del capitale, in caso di particolari difficoltà finanziarie dell'emittente, dipendono dalla soddisfazione degli altri creditori non subordinati.

La presenza di livelli diversi di merito creditizio spiega perché non tutte le obbligazioni offrono lo stesso rendimento, anche se uguali per scadenza e per tipologia. Il rendimento, infatti, cresce al ridursi dell'affidabilità dell'emittente.

Esistono delle agenzie di rating che misurano l'affidabilità di un emittente assegnando un rating che individua il relativo rischio di credito. Il rating non è altroché un giudizio sulla capacità dell'emittente di far fronte ai suoi impegni.

Le obbligazioni high yield sono titoli con rating inferiori a BBB- che comportano livelli più elevati di rischio di credito e di liquidità.

Rischio di liquidità

Il rischio di liquidità si riferisce alla difficoltà di vendere rapidamente ed economicamente (cioè senza perdite in termini di prezzo) le proprie obbligazioni prima della scadenza. A questo riguardo, i titoli non quotati sono sicuramente meno liquidi di quelli quotati.

Rischio di cambio

Il rischio di cambio si corre se si investe in titoli denominati in valuta diversa da quella domestica ed è legato alla variabilità del rapporto di cambio tra le due valute.

Diversi tipi di emittenti sono impattati da fattori diversi. Per esempio, i titoli di Stato tendono ad essere più colpiti dai cambiamenti nei tassi d’interesse, mentre le obbligazioni societarie sono più influenzate dalla redditività delle società.

Nell’attuale contesto di tassi d’interesse in rialzo in Usa e prossimamente anche in UE, i corsi obbligazionari possono calare e dar luogo a periodi di volatilità e a maggiori richieste di rimborso. I titoli a più lungo termine possono essere maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse, i titoli a tasso variabile o legati all'inflazione riducono il rischio legato al rialzo dei tassi.

In che modo gli investitori selezionano le obbligazioni da acquistare?

Come accennato, gli investitori richiedono un premio per il rischio aggiuntivo che sono disposti a sostenere quando prestano denaro a una società meno consolidata o ad uno Stato meno solvibile.

Ponendo la giusta attenzione nella ricerca di emittenti presenti sul mercato e prendendo in considerazione i fattori economici e tecnici, i gestori dei fondi obbligazionari mirano a selezionare portafogli di obbligazioni che si adattano alle condizioni d’investimento del momento.

Il rendimento dei gestori di fondi obbligazionari in genere è misurato rispetto a un indice di obbligazioni (stessa area geografica o tipo di emittente in cui investono, governative o corporate...) noto come benchmark. Il gestore del comparto cercherà di sovraperformare l’indice di riferimento e di proteggere il capitale degli investitori quando il mercato attraversa una fase ribassista.

Dario Vigano'

Commento sul Mercato Finanziario

Commento sul Mercato Finanziario

commento sull'andamento finanziario dei mercati

DISCLAIMER: Le informazioni contenute in questo documento non contengono nessuna raccomandazione di investimento.

L’arrivo dell’autunno si è fatto sentire non solo dal tempo atmosferico, ma anche dal clima che si respira sui mercati finanziari internazionali: i rischi politici e gli effetti negativi del crescente protezionismo USA sull’economia reale hanno provocato la comparsa di maggiore volatilità.

Siamo alla fine del quantitative easing, non dimentichiamo che lo scopo della BCE è la stabilità monetaria ed il controllo dell’inflazione, non il finanziamento dei deficit fiscali.

  • La ripresa dalla crisi del 2008 dura da 10 anni, il ciclo di espansione potrebbe durare anche più a lungo perchè è stato più moderato dei precedenti.
  • La Fed ha alzato i tassi di interesse 8 volte da dicembre 2015 e continuerà il processo.
  • La Bce è in ritardo di circa quattro anni, nell’ultimo trimestre farà acquisti per 15Mld € al mese, a dicembre 2018 terminerà il programma di QE, rimane però confermato il reinvestimento dei titoli in scadenza.
  • I tassi in Europa rimarranno probabilmente stabili almeno fino all’estate 2019.
  • I rischi geopolitici restano invariati: il conflitto commerciale tra USA e Cina, la Brexit, le tensioni in Medio Oriente, la questione italiana e la definizione della legge di Bilancio

 ITALIA

Con la bocciatura della manovra finanziaria sono aumentati i dubbi sulla sostenibilità del debito pubblico e il premio per il rischio dei titoli governativi decennali italiani rispetto a quelli tedeschi è salito al di sopra del 3% (spread > 300bp). Lo scontro con la Commissione europea è politico, quest’ultima mantiene una linea dura ma Merkel e Draghi cercano di aprire il dialogo consapevoli che un’eventuale rottura con l’Italia potrebbe causare seri danni a tutta l’Unione Europea.

EUROPA

C’è stato un rallentamento degli indicatori economici dall’estate scorsa.
La zona euro è sembrata inciampare nel terzo trimestre, crescendo solo alla metà del tasso previsto. La crescita nei 19 paesi che compongono la zona euro è stata solo dello 0,2%, in calo rispetto allo 0,4% del secondo trimestre dell'anno. La Germania ha rallentato a causa dei nuovi standard di emissioni inquinanti che aumentano i costi delle case automobilistiche contagiando tutta la filiera europea del settore meccanico.
Gli indicatori di fiducia dei consumatori e delle imprese sono in calo. Se le persone e le imprese sono preoccupate per il futuro, è probabile che spendano e investano meno e ciò potrebbe impattare sulla crescita futura.

USA

La superpotenza Usa non può permettersi di restare passiva di fronte ad una Cina in grande espansione. Al momento l’amministrazione Tramp tenta di contrastare questa espansione con la minaccia e l’imposizione dei dazi.

A breve termine è difficile immaginare svolte positive sul commercio internazionale, anche se il probabile incontro tra Xi Jing Ping e Trump, durante il meeting del G20 a fine novembre, potrebbe portare novità.

Nel frattempo rimaniamo in attesa degli sviluppi delle elezioni di metà mandato.

CINA

L’espansione cinese è ormai presente in Asia, Africa, Siberia ed Europa ed ha l’ambizione di diventare leader in tanti settori come l’intelligenza artificiale, l’esplorazione spaziale, la robotica...che portano anche ad una crescita militare su scala globale.
La Cina cerca di bilanciare la pressione dei dazi americani svalutando il renmimbi (sua moneta) di pari passo, aiutando le imprese interne che esportano ma anche le imprese occidentali che producono in Cina. Tale svalutazione consente di compensare i dazi con i minori costi di produzione.

Per la strategia di investimento che interessa maggiormente noi risparmiatori/investitori, le raccomandazioni sono le stesse di sempre: fedeltà al metodo, ampia diversificazione e monitoraggio regolare per cogliere le opportunità che il mercato ci riserva.

Dario Vigano'

Glossario

Glossario

Glossario, spiegazione di alcuni termini Finanziari. l'intenzione è di arricchirlo passo passo.

Azione: titolo rappresentativo di una quota della proprietà di una società per azioni, in genere quotato in una Borsa Valori. Possedere una partecipazione azionaria in una societa? significa detenere azioni di tale società e quindi una parte della proprietà.

Benchmark: parametro di riferimento con cui si puo? misurare la performance di un fondo. Il benchmark è detto anche indice.

Cedola: flusso di pagamento periodico degli interessi di un’obbligazione.

Capitale: importo originariamente prestato su un’obbligazione, che deve essere ripagato.

Dividendo: somma pagata da parte di una società ai suoi azionisti. L’importo è variabile ed è distribuito in percentuale degli utili societari.

Diversificazione: un modo per distribuire il rischio combinando tipologie diverse di investimenti in un portafoglio. Si basa sul presupposto che i prezzi dei vari asset (ad es. immobiliare, azioni o obbligazioni) si comporteranno in modo diverso a seconda del contesto. Possedere una gamma di asset che non agiscono in maniera simile in condizioni di mercato differenti (decorrelati) dovrebbe contribuire a migliorare la diversificazione ed il rapporto rischio/rendimento del patrimonio.

Fondo: I fondi comuni sono strumenti di investimento, gestiti dalle società di gestione del risparmio (sgr) che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc.) o in immobili, rispettando regole volte a ridurre i rischi.
Sono suddivisi in tante parti unitarie, dette quote, che vengono sottoscritte dai risparmiatori e garantiscono uguali diritti.

Inflazione: tasso di incremento dei prezzi di beni e servizi in un’economia. Viene solitamente misurata tramite l’Indice dei prezzi al consumo (CPI).

Investimenti attivi: Un approccio di investimento in cui il gestore prende le decisioni in modo attivo in merito agli investimenti e alla loro percentuale in portafoglio, spesso con l’obiettivo di sovraperformare un indice specifico. Fa affidamento sulle competenze di investimento del gestore.

Investimenti passivi: Un approccio di investimento che replica un indice. Si definisce passivo poichè cerca semplicemente di replicare l’indice. Tipico degli ETF o ETC.

Investimenti alternativi: Un investimento che non fa parte delle categorie tradizionali ovvero azioni, obbligazioni o liquidità. Gli investimenti alternativi comprendono mercato immobiliare, fondi hedge, materie prime, private equity e infrastrutture.

Obbligazione: Un titolo di debito emesso da una società o da un governo con lo scopo di raccogliere capitali in prestito. L’investitore che acquista un’obbligazione presta denaro all’emittente del titolo obbligazionario. Le obbligazioni offrono agli investitori un rendimento sotto forma di pagamenti di cedole periodiche fisse, variabili o a scadenza sull’importo originariamente investito.

Rendimento: tipicamente espresso in tasso percentuale, è il reddito percepito su un investimento rispetto al suo prezzo. Permette di confrontare il livello di reddito fornito da investimenti diversi come azioni, obbligazioni, liquidita? o immobiliare o fra fondi in un dato momento.

Sovraperformance: ottenere un rendimento più alto dell’indice di riferimento.

Volatilità: misura il tasso di variabilita? del prezzo di un fondo, titolo o indice. Viene usata per misurare il grado di rischio di un investimento.


Dario Viganò