Manager al Centro

Il Presidente riprende il filo delle sue riflessioni in assemblea sul tema della complessità e candida la nostra associazione ad assumere un ruolo da protagonista nei settori industriali nei quali, per motivi storici, ha accumulato maggiori competenze

Massimo Rusconi 

Presidente Federmanager Torino
Nei giorni precedenti l’assemblea, mi sono trovato a riflettere sulla situazione generale della nostra associazione e di noi soci, al fine di poter proporre alcune considerazioni al di là della usuale e dovuta Relazione del Consiglio direttivo. Chi ha partecipato all’assemblea ha potuto ascoltare, ma per chi non era presente penso sia utile riprendere il mio intervento e magari ampliare le riflessioni condivise.
 
Ebbene, dicevo che ho cominciato a riflettere e a ragionare su tutti i temi e i problemi che più o meno quotidianamente ci vengono proposti dalle circostanze, nel lavoro, nella vita sociale, dai vari media e mi sono subito accorto che non riuscivo a tenere a mente il tutto e, tanto meno, a dare un ordinamento razionale a quel complesso magmatico di questioni. Allora ho fatto un semplice esercizio di elencazione degli argomenti e poi li ho suddivisi in “classi”, ricavandone progressivamente la slide che vedete qui sotto, dove ho posto noi manager al centro, circondati ed assediati; una slide cui, non a caso, ho dato il titolo di Manager al Centro.


Come ho detto in assemblea, sono rimasto sbigottito: sapevo ovviamente che siamo sommersi, circondati ed assediati da problemi, ma il vederli tutti insieme mi ha fatto veramente impressione, ed ancor più pensando a quanti avevo probabilmente dimenticato e a quanti sarebbero emersi nell’immediato futuro (il che è avvenuto puntualmente con la caduta del governo e la fissazione di nuove elezioni politiche).

Il punto è che ci siamo assuefatti, e forse anche un po’ rassegnati, a vivere in questo mondo sempre più complicato, con il “menù del giorno” che si arricchisce continuamente, e magari reagiamo ignorando alcune cose o comunque rimuovendole, nel limite del possibile, dalla nostra vita.

Che fare? Come cittadini ognuno farà le sue scelte personali, ma come manager – a maggior ragione noi impegnati nella nostra associazione ove agiamo come volontari – penso che abbiamo il dovere di farci carico attivamente della situazione, anche nei confronti dell’intera società, di cui spesso ci compiacciamo di essere una delle parti migliori. Allora credo che sia un esercizio utile quello di riflettere con cura e magari cercare di individuare alcuni argomenti, tra i più importanti, sui quali abbiamo più possibilità di incidere, singolarmente o collettivamente. In questa sede, ovviamente, mi sta più a cuore il lato dell’azione collettiva attraverso Federmanager, in particolare a livello territoriale di Torino, ma anche a livello nazionale. Federmanager fa già molto ed ha da tempo messo in atto diverse iniziative, normalmente a favore della categoria, che vanno nella direzione giusta ma tutti avvertiamo che non bastano.

Purtroppo si fa molta fatica a cercare di trasmettere ai decisori politici concetti, comportamenti e processi che per noi sono ovvi, dato che fanno parte della nostra cultura, ma che evidentemente risultano ostici per varie ragioni e spesso non riescono ad attecchire nel
campo politico.

La giunta nazionale ha approvato recentemente il rilancio delle Commissioni nazionali in alcuni settori (Siderurgia, Energia, Infrastrutture/Trasporti/Logistica, Impresa 4.0, Chimica/Farmaceutica) rendendole più agili ed efficienti al fine di una maggior efficacia e la creazione di altre seguendo la traccia del PNRR: anche Torino potrà dare il suo contributo e ne riparleremo. Vi sono molti temi sui quali Federmanager, anche attraverso i suoi enti collaterali, può dire la sua con competenza: Formazione, Salute, Previdenza, Organizzazione del Lavoro (es. lavoro “agile”), Politiche attive per il lavoro,

Nuovi settori che richiedono managerializzazione, ecc., ed allora non sarebbe male trovare il modo di muoversi in modo coordinato anche su questi terreni.

Non sarebbe male neanche che proprio Torino facesse da apripista sforzandosi di stabilire un metodo per individuare, analizzare, studiare, decidere ed agire, magari partendo dai campi dove si hanno maggiori competenze per ragioni storiche (penso ad esempio all’auto, al settore spaziale, alla ICT, alle energie rinnovabili, ecc.).
Massimo Rusconi

Massimo Rusconi

Sono certo che le idee non mancherebbero, ma vi è sempre il limite, non facile da superare, delle risorse a disposizione e non intendo necessariamente quelle economiche, ma soprattutto quelle umane, ossia la disponibilità di colleghi competenti, che vogliano mettersi a disposizione per attività il cui ritorno può essere anche molto alto, in termini di soddisfazione personale e collettiva per essersi impegnati a fare le cose buone e giuste.

Per natura il manager deve guardare avanti e non temere di tentare: chissà che Federmanager Torino non riesca a costituire una “best practice” nazionale.

Riflettiamo ed agiamo.