Aumenta la percentuale degli italiani giovani che vanno all’estero

Gli italiani che se ne vanno all'estero non fanno notizia rispetto agli sbarchi che da anni occupano i telegiornali. Chi sono gli italiani che se ne vanno e perchè?

Franco Del Vecchio

Segretario CIDA Lombardia - lombardia@cida.it

La Fondazione Migrantes, un organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana, elabora annualmente sia i dati delle persone che arrivano in Italia, sia gli iscritti all'Archivio Italiani Residenti all'Estero (AIRE).

Dai dati della Fondazione Migrantes risultano 5,2 milioni di stranieri  regolarmente residenti in Italia, pari all'8,8% della popolazione, mentre sono 5,8 milioni gli italiani residenti all'estero e iscritti all'AIRE, pari al 9,8% della popolazione.

Nel 2022 si sono iscritti all'AIRE oltre 80mila italiani, meno degli anni precedenti (in continua crescita dal 2006 con 94mila espatriati fino ai 130mila nel 2020), per poi ridursi principalmente a causa della pandemia.

Gli Italiani all'estero risiedono in: Argentina (15,6%), Germania (14%), Svizzera (11,2%), Brasile (9,1%), Francia (7,9%), Regno Unito (7,6%),  USA (5,1%) e provengono dalla Sicilia (13,9%), Lombardia (11,1%), Campania (9,3%), Veneto (8,7%) ecc.

Come indicato nel grafico, sono italiani di tutte le età: il 37% giovani fino a 34 anni, il 23% fra 35 e 49 anni e il 40% oltre 50 anni. Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori.

Negli ultimi due anni, 2021 e 2022, l'emigrazione si è ridotta, da 130mila a 80mila, e il profilo degli italiani che si sono trasferiti all'estero è notevolmente cambiato: i giovani fino a 34 anni sono percentualmente cresciuti dal 37% al 61%, mentre sono diminuiti gli over 50 scesi dal 40% a meno del 15%.

L'identikit di chi è partito nel 2021-2022

Negli ultimi due anni gli italiani all'estero sono in maggioranza giovani con meno di 34 anni (61%) e adulti fino a 49 anni (24%) per un totale dell'85%, maschi (54,7%), celibi e nubili (66,8%), provenienti dalla Lombardia (19%), Veneto (11,7%), Sicilia (9,3%), Emilia Romagna (8,3%), Piemonte (7,4%), per risiedere prevalentemente in Europa: Regno Unito (23%), Germania (14%), Francia (11,3%), Svizzera (8,9%), Spagna (5,8%) - mentre la destinazione extraeuropea preferita è il Brasile (5,4%).

Una popolazione giovane che parte e non ritorna, spinta da un tasso di occupazione dei giovani in Italia tra i 15 e i 29 anni pari, nel 2020, al 29,8% lontano dagli altri paesi europei (46,1% nel 2020 per l’UE-27). 

I giovani occupati al Nord sono il 37,8% rispetto al 30,6% del Centro e al 20,1% del Mezzogiorno. 

Al divario territoriale si aggiunge quello di genere: se i ragazzi residenti al Nord risultano i più occupati con il 42,2%, le ragazze della stessa fascia di età, ma residenti nel Mezzogiorno, non superano il 14,7%.

Il triplice rifiuto percepito dai giovani italiani – anagrafico, territoriale e di genere – li incentiva alla fuga all’estero, anche in periodo di pandemia, attratti da: retribuzioni, prospettive di carriera, contesto di fiducia e di stabilità, welfare, qualità della vita.

Il fenomeno degli italiani all'estero è preoccupante perché conferma un sistema non attrattivo per i giovani di talento, un contesto non competitivo, che impoverisce il Paese e riduce ulteriormente la natalità.


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