#maratonamanager: ripartire con competenze e responsabilità

2 maggio 2020: a due giorni dallo scoccare della Fase 2, circa 350 tra manager, alte professionalità, professionisti e comunicatori si sono dati appuntamento per valorizzare le esperienze manageriali per la ripartenza.

Ilaria Sartori

Redazione Dirigenti Industria
Un “percorso” virtuale lungo ben 17 ore che ha visto alternarsi manager e professionisti uniti per dare il loro contributo per sbloccare e far ripartire il nostro Paese dopo l’emergenza Covid-19.

All’appello del premier Conte a “rimboccarsi le maniche” i manager rispondono proattivamente attraverso le parole del Presidente CIDA Mario Mantovani “Vogliamo essere coinvolti nella riapertura. I manager sono coloro che hanno il polso della situazione … siamo fondamentali per ripartire!”.  
Ad avvalorare questa richiesta di riconoscimento, Stefano CuzzillaPresidente Federmanager, che ha sottolineato “... i manager in questo momento non hanno paura, hanno voglia, scalpitano per scendere in campo. C’è voglia di ridare e restituire tanta esperienza, tanta competenza, tanto aiuto al Paese; e questo lo fanno i nostri manager più giovani, quelli da più anni in azienda e i senior”.
Un inno all’unione che fa la forza, all’unire le forze per fare squadra, perché insieme si vince. Una coralità di voci che si muove all’unisono e che trova nelle parole di David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, il primo interprete del messaggio e delle parole chiave che devono essere le fondamenta della ripartenza e della ricostruzione: “Siamo a un cambio di fase, serviranno visione, capacità, pragmatismo, progetti e anche competenze. Progetti che consentano alle nostre economie di risollevarsi … la sfida che abbiamo davanti è pensare a come uscire uniti da una crisi che non è solo finanziaria ed economica, ma si sta trasformando sempre di più in una vera e propria emergenza sociale… dovremo cogliere l’opportunità di ‘umanizzare’ il nostro modello sociale, di modernizzare la nostra economia, rendendola più verde e solidale. Ecco perché servirà una grande programmazione, serviranno competenze.”

Tiziano TreuPresidente del CNEL, ha ribadito l’importanza dei manager, la particolare responsabilità di cui sono investiti in questo momento sia per gestire la situazione presente, ma soprattutto quando si tratta di innovare. Un appello affinché la conoscenza e l’esperienza della classe dirigente siano messe a disposizione per migliorare il lavoro e la competitività del Paese.

In prima linea in questa maratona il mondo della sanità in senso lato, il “fronte di guerra” di questa emergenza; e subito a seguire l’appello dei Fondi Sanitari (Fasi e Assidai) - ma non solo - a ripensare a questo settore che tanto si è speso e tanto ha dato in questi ultimi mesi.  “I Governi, così come le imprese - ha dichiarato Marcello GarziaPresidente FASI dovranno rivedere la Sanità, non più come un costo bensì come una delle basi per lo sviluppo della società economica e civile”.
 
Tiziano NevianiPresidente Assidai, ha proseguito: “Noi manager siamo chiamati a dare il nostro contributo per il rilancio delle aziende, consapevoli che quanto sta avvenendo cambierà in futuro il modo di lavorare e di progettare il cambiamento stesso”.

Immancabile un focus sulla regione che più è stata colpita dalla pandemia, la Lombardia. Franco Del Vecchiosegretario CIDA Lombardia, ha fatto il punto della situazione. “La nostra regione è quella in cui operano molti manager, più del 45% della dirigenza privata italiana: l’unica categoria esclusa dalle misure straordinarie di sostegno e da accordi nazionali delle parti sociali, quindi senza paracadute, a rischio come e più delle imprese”
Forte anche in questo caso il messaggio sulla voglia di tornare a lavorare responsabilmente per il futuro del Paese, per dare prospettive ai giovani: agli attuali ventenni cui è necessario fornire competenze e quelli tra i 25 e i 39 anni, i Millenials, che hanno subito la prima crisi economica, e che si sono poi trovati ad annaspare nella vita e nel lavoro. E ora con questa tempesta, è quella fascia di lavoratori la più esposta all’impatto economico dell’epidemia secondo Alessandro Rosina - Ordinario di demografia, direttore LSA Università Cattolica di Milano.

“Cinquantamila i dirigenti lombardi, desiderosi di contribuire al rilancio, affinché nessuno resti indietro o sia costretto ad abbandonare il settore nel quale ha investito. Le Politiche Attive del Lavoro assumeranno un ruolo determinante per bloccare lo sperpero del capitale umano e contribuire alla ripresa e allo Sviluppo delle PMI” ha concluso Del Vecchio.

Le voci dei manager si sono susseguite per tutta la giornata, con esempi di azioni intraprese per fronteggiare l'emergenza, con idee e soluzioni perché si possa trasformare una crisi in un’opportunità. Alessandro Rosina - citando il principio della “rana bollita” di Noam Chomsky - confida che questa situazione sia lo shock che consenta di “saltare fuori” dalla pentola in cui l’Italia ha rischiato di abituarsi anche prima dell’emergenza, e riorientare positivamente la rotta verso il futuro.

Eros Andronaco - Vicepresidente Federmanager - Ha valorizzato il contributo del terzo settore e del volontariato.
Luca Barigione Vice coordinatore Nazionale gruppo giovani - sostiene che la meritocrazia e le competenze professionali di alto livello saranno i fattori che permetteranno di fare la differenza nel medio e lungo termine.
Francesca Boccia - Coordinamento Nazionale Gruppo Giovani Federmanager - Ha sottolineato l'importanza della semplificazione. 
Ci vuole "infrastrutturismo" è stata la proposta di Fabrizio Botta - Finalista premio Giovane Manager 2019.
Secondo Laura Bruno - HR Director Sanofi - Servono regole semplici e chiare. 
Renato Fontana – Coordinatore Nazionale Giovani Federmanager – ritiene importante favorire la spesa delle famiglie, incentivare l’innovazione digitale delle imprese e il rientro in Italia delle attività produttive.
Per Marco Guazzoni - Global Sustainability Director Vibram - ci vuole un indirizzo strategico di lungo periodo e un piano operativo gestito con cultura manageriale.
Antonio Ieraci Referente Gruppo Giovani Federmanager Varese - ha ricordato che bisogna innovare ed essere competitivi a livello internazionale. 
Secondo Alessandro Menghi - Coord Nazionale Gruppo Giovani Federmanager - è importante la vitalità e la reazione delle imprese.
Carmine Trerotola - Ex Coordinamento Nazionale Gruppo Giovani - ritiene che in Italia servano più manager. 
 
Tra le indicazioni suggerite e proposte, un fil rouge ha caratterizzato molti interventi: il tema della semplificazione, della deburocratizzazione, della realizzazione di infrastrutture, pilastri fondamentali per ripartire, in un futuro incerto.

"Ridefinire il ruolo pubblico dell’economia è fondamentale soprattutto quando occorrono grandi investimenti” ha commentato Mario CardoniDirettore Generale Federmanager.

La Fase 2 può essere la vera occasione per rilanciare e riposizionare il Paese, anche grazie a una corretta azione di comunicazione, perché si possa tornare ad essere attrattivi per le aziende straniere, "perché pubblico e privato in un racconto corale possano ridare all’Italia l’immagine che merita" ha osservato Alessandro PapiniDirigente Comunicazione Regione Lombardia).
Altro tema ricorso negli interventi è il digitale: come sottolineato da Letizia Nassuato - Media Relation e Corporate Communication Vodafone Italia “Se c’è un must emerso in questo periodo di emergenza sanitaria è certamente il digitale. L’accelerazione nell’adozione delle soluzioni digitali è un’opportunità da capitalizzare ... bisogna spingere sulla formazione digitale per colmare il gap di competenze tecniche e per imparare nuovi modi di lavorare che integrino diverse professionalità” .

Roberto Zardoni (Digital Innovation manager) grazie alla sua esperienza con il Digital Innovation Hub Lombardia ha confermato la crescente consapevolezza - soprattutto nelle PMI - della necessità di un’integrazione a monte e a valle delle filiere per creare competitività utilizzando soluzioni value chain 4.0.
Per Maria Cristina Origlia - Presidente Forum Meritocrazia - ripartire è soprattutto una questione di merito e di responsabilità. La gravità della crisi richiede un vero progetto di ricostruzione con una visione a medio lungo periodo, un piano strategico e un governance, un piano con le necessarie competenze nei posti giusti e spesso si tratta di competenze manageriali.

Al di là delle singole idee o proposte un messaggio appare chiaro, quali devono essere i mattoni alla base della ripartenza, della “ricostruzione”: responsabilitàcompetenzasemplificazioneprogettualitàmanagerialitàgioco di squadra.

Come evidenziato da Treu, citando De Rita (Segretario Generale Censis“Il mondo futuro sarà diverso, ma come sarà diverso dipenderà da quello che giorno per giorno faremo, tutti noi dalle istituzioni alle persone, ai sindacati alle associazioni”.

Una giornata intensa, ricca di spunti, idee e soprattutto voglia di fare. “Abbiamo intercettato il sentire comune di tante persone che, al di là di ogni appartenenza di categoria, vogliono imprimere un passo decisamente diverso al nostro Paese, vogliono farlo correre puntando senza compromessi su competenze e responsabilità. – ha concluso Mario Mantovani, Presidente CIDA - È nelle forme organizzate di rappresentanza che si rende concreta la democrazia. Quelle dei manager sono largamente rappresentative in tutti i settori pubblici e privati, comprendono quindi anche i medici e i dirigenti scolastici, che dovranno essere i primi interlocutori per una profonda riforma dei rispettivi sistemi. Ora chiediamo al Governo un cambio di passo, un nuovo metodo di agire, basato sulla responsabilità di persone competenti. Noi ci siamo.”
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