Opere,Works
“Opere,Works” in libreria da poche settimane, realizzato per immagini, accompagna il lettore con un ritmo teatrale, trasportato dalla curiosità, a scoprire il complesso paradigma tra arte e cucina.
L’introduzione è singolare attraverso la conversazione dell’autore con il filosofo e critico d’arte Gillo Dorfles nella quale Marchesi afferma la volontà di rappresentare la propria storia e l’essenzialità della materia. Un libro quindi non di tecniche e di ricette perché un cibo non è nulla senza la vista e l’amore per l’arte come fonte inesauribile per una rappresentazione della purezza della forma. Da sempre Marchesi è affascinato dalla musica e dall’arte, per questo si racconta nella nuova avventura editoriale con il bisogno di una elevazione artistica convinto che in musica come in cucina siano protagonisti lo spartito e l’esecutore. Un vero e proprio studio fotografico che lo appassiona dove si apre un caleidoscopio di immagini che si inquadra nel processo di analisi creativa di preparazioni gastronomiche che hanno il tocco della grazia e della creatività tipiche del “Maestro”.
Un viaggio oltre i confini tradizionali con un registro narrativo che interpella le illustrazioni, la composizione e l’idea. Un libro che presenta un mondo moderno e al tempo stesso antichissimo con piatti particolari che sono vere e proprie opere d’arte. Dietro ogni realizzazione un pensiero e l’ispirazione legata di volta in volta a un oggetto. Un incontro e una situazione in cui la libertà di spirito non esclude il gioco.
L’anima segreta del volume si può cogliere soltanto addentrandosi in ogni singola pagina riconducendo il sapore all’estetica che ruota anche intorno alla tavola che ha coinvolto con notevole inventiva, scultori, ceramisti, architetti, designer e pittori. Una sfida senza limiti alla bellezza che potrebbe essere considerata un importante contributo nel mondo della civiltà della tavola rappresentata con l’illustrazione guidata dall’espressione artistica che ancora una volta dimostra la genialità dell’autore fedele a se stesso.
Gianni Fossati
01 novembre 2016