Il rapporto di Banca d’Italia sull’economia della Lombardia

Si è tenuta lo scorso 19 giugno la conferenza di presentazione del rapporto annuale che ha evidenziato i trend e le indicazioni per fronteggiare le sfide competitive della Lombardia: mantenere il tasso di sviluppo delle regioni europee e continuare a essere il traino dell'economia italiana

A cura della redazione

L’incontro del 19 giugno per la presentazione del Rapporto sull’economia della Lombardia del 2023, tenutosi nella Sede Regionale della Banca d’Italia, ha analizzato l’andamento della regione confrontandolo con il resto dell’Italia, ma anche rispetto alle regioni europee simili in termini di sviluppo, struttura produttiva e popolazione. 
 
Il Direttore della Sede, Giorgio Gobbi, ha salutato e ringraziato i colleghi che hanno lavorato alla redazione del rapporto e gli ospiti intervenuti: il prof. Francesco Billari, Rettore dell'Università  Bocconi nonché Professore di Demografia nel Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell'Università, la prof.ssa Donatella Sciuto, Rettore del Politecnico di Milano e Professore ordinario nel Dipartimento di Elettronica, Informazioni e Bioingegneria e il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Federico Signorini.

In particolare, è stato segnalato che nel 2023:
  • si è conclusa la fase di forte espansione dell’economia seguita alla crisi pandemica e, infatti. il prodotto della Lombardia è cresciuto dell'1,2%, un valore comunque più elevato rispetto alla media nazionale (0,9%);
  • il rallentamento è iniziato nell'ultimo trimestre del 2022 ed è proseguito sino al primo trimestre del 2024 e ciò è mostrato dall'indicatore Regiocoin-Lombardia.

Con riferimento alla propensione agli investimenti, le imprese lombarde investono nelle tecnologie avanzate e in particolare nel cloud computing. 

La manifattura, settore centrale per la struttura produttiva lombarda, mantiene la competitività della regione grazie alla capacità di innovare e migliorare la qualità dei prodotti utilizzando tecnologie avanzate. 

Nei grafici l'andamento della produzione dal 2007 e le variazioni 2023 sul 2022 per i principali settori.
 
Confrontando la Lombardia con le aree più avanzate in Europa si evidenziano minori investimenti in ricerca e sviluppo e un minore utilizzo di lavoro altamente qualificato, anche nei settori tecnologicamente più avanzati.  Tra l’altro le imprese lombarde si connotano per un numero inferiore di innovazioni brevettate e anche un più basso tasso di ingresso sul mercato di nuove iniziative imprenditoriali.

Altro punto di debolezza, per l’andamento dell’economia lombarda e in generale italiana, è dato dal progressivo invecchiamento della popolazione. È risultato determinante l'apporto dei lavoratori stranieri per la crescita della forza lavoro e continuerà a esserlo anche in futuro a causa della modesta natalità. 

La dott.ssa Sciuto ha sottolineato l'importanza dell’aumento della partecipazione delle donne al mondo del lavoro e dei giovani che non lavorano e non studiano. 

L’invecchiamento della popolazione farà salire la richiesta di servizi di cura e assistenza alla persona e, inoltre, vi sarà una ricaduta sull'offerta di servizi finanziari, che dovrà adeguarsi alle esigenze di persone più anziane, con livelli di ricchezza mediamente superiori alla media investita e spesso in attività a basso grado di liquidità. 

Dal rapporto è emerso che i fondi del PNRR destinati alla Sanità andranno a rafforzare l'assistenza territoriale, però, una volta realizzati i progetti previsti, le strutture create avranno bisogno di personale sanitario. Il fabbisogno di quest'ultimo sarà anche determinato dal pensionamento di un numero elevato degli attuali addetti al settore; alla fine del 2022, l'11% del personale dipendente del sistema sanitario regionale aveva almeno 60 anni.

L’intervento della dott.ssa Sciuto ha tra l’altro affrontato il tema della necessità di laureati STEM: purtroppo l’università non è più considerata un investimento ma un costo, e le famiglie con redditi più bassi hanno difficoltà a far studiare i propri figli.

Il rapporto indica un forte aumento (+ 52%) di investimenti nell'Intelligenza Artificiale (IA), però mancano le figure professionali adeguate. Le medie e piccole imprese sono più restie a investire in questo comparto: solo il 20% ha iniziato dei progetti in tale ambito e solo il 5% ne ha le competenze.

L’IA farà diminuire la necessità di personale; si prevede una diminuzione di 4 milioni di posti di lavoro e questo compenserà solo in parte la forte diminuzione della popolazione in età da lavoro.

La Lombardia ha un numero di nuovi brevetti superiore alla media italiana, ma inferiore alla media europea e le ricerche in ambito universitario si trasformano in startup con grande difficoltà e minori risultati rispetto ad altri Paesi europei.

Il prof. Billari ha affrontato il problema della mancanza di capitale umano nella Regione, dove già il 13% dei lavoratori è straniero; pertanto la chiave è l’integrazione. Inoltre, è fondamentale che i ragazzi e le ragazze arrivino a completare gli studi e trovino lavoro, restando in Italia. Sarebbe auspicabile un maggior numero di laureati in ambito tecnico-scientifico (ingegneri, matematici, fisici, statistici, ecc.).

La nostra Regione dovrebbe essere maggiormente attrattiva per i giovani, si pensi per esempio alla loro difficoltà per trovare casa a un prezzo sostenibile.

Le conclusioni

Federico Signorini ha concluso la presentazione del rapporto rimarcando la sfida demografica della Lombardia e in generale dell’Italia, sottolineando l'importanza degli investimenti strutturali: bisogna avere lungimiranzaDebbono aumentare gli investimenti, in particolare nelle nuove tecnologie, ed è necessaria una strategia europea per stare al passo con la Cina, gli USA e la Russia.

La tecnologia è la chiave per promuovere il benessere di tutti. Però è necessario capitale umano con le giuste competenze. Fondamentale sarebbe una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro e un più alto tasso di scolarità. 

Altro tema importante da affrontare è l’ingente debito pubblico, per il quale sarebbe necessario un piano pluriennale finalizzato alla riduzione della spesa corrente.

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