Innovazione ed energia fanno rima in Lombardia

La Lombardia detiene il primato di startup e brevetti nel settore. Secondo il rapporto InnovE di I-Com: bene storage e fotovoltaico, stabile l’eolico.

A cura della redazione

L’innovazione in campo energetico in Italia è di casa soprattutto in Lombardia: per numero di startup del settore e per numero di brevetti. Questo racconta l’ultimo rapporto sull’Innovazione Energetica dell’Istituto per la Competitività (I-Com), “L’energia si fa digitale. L’innovazione energetica è sempre più multidimensionale”, presentato a Roma nella prima metà di giugno e realizzato nell’ambito dell’Osservatorio sull’Innovazione energetica dell’Istituto in collaborazione con una serie di realtà industriali del settore.
Un rapporto da cui emerge anche che sotto il profilo delle tecnologie, l’attività innovativa italiana è rivolta, in linea col dato globale, principalmente verso storage (29%) e fotovoltaico (20%). Alquanto stabile al terzo posto l’eolico – al 16% nel 2016 e al 15% nel 2017 – mentre appare raddoppiata l’incidenza relativa delle innovazioni nel campo della cogenerazione, che passa dal 6% del 2016 al 12% del 2017, principalmente a discapito del solare termodinamico.

I numeri lombardi

Il rapporto fotografa anzitutto la consistenza delle startup innovative nel nostro Paese, in continua crescita: dalle 687 del 2013 si è passati alle 9.095 di inizio 2018. Il tasso di crescita nell’ultimo anno è stato pari al 40%: un aumento esponenziale, al quale contribuiscono in modo rilevante le startup attive nel settore dell’energia, attualmente 1.274.
Questa tipologia di startup contribuisce per circa 500 milioni di euro al Pil italiano, pari al 15% del valore generato nel complesso dalle piccole e medie imprese innovative nel nostro Paese. La maggiore concentrazione di tali startup energetiche si registra poi nelle Regioni centro-settentrionali, in particolare sul podio si trova la Lombardia con 253 startup attive nel comparto dell’energia, segue l’Emilia-Romagna con 136. Milano primeggia con 1.534 startup totali e 139 energetiche, distanziando le 821 in totale e le 86 energetiche della capitale Roma. Non solo: sono le regioni settentrionali ad assorbire la maggior parte del valore economico, circa il 70%, generato nel complesso dalle startup energetiche.
Sempre nel settentrione si collocano quelle con un valore della produzione considerevole, superiore ai 500mila euro (con un’incidenza relativa pari al 9% del totale delle startup complessivamente presenti in quelle regioni). Il loro numero è abbastanza esiguo: i due terzi delle startup energetiche producono per un valore inferiore ai 100 mila euro, quelle in grado di sfiorare il valore di mezzo milione di euro non superano quota 26%.
La Lombardia si segnala come la regione più attiva anche sul fronte dei brevetti energetici, che pure vede l’Italia in sofferenza: sono infatti in tutto 878, pari allo 0,9% del totale a livello globale. Tra i 102 brevetti legati all’energia depositati all’Ufficio europeo competente nel 2016 dall’Italia, il territorio lombardo conquista il primato nazionale con 20 brevetti, a pari merito con il Lazio, in particolare nei settori del fotovoltaico e dell’energy storage, cioè dell'immagazzinamento dell'energia. A seguire Emilia-Romagna (otto brevetti), Piemonte e Veneto con sei brevetti ciascuna. I due terzi dei brevetti energetici depositati in Italia arrivano da imprese, il 25% da persone fisiche e il restante 10% da enti di ricerca.

Un mercato competitivo

Un segnale importante, visto un quadro internazionale in cui si registra un alto tasso di competizione: sempre sul fronte delle invenzioni depositate, ad esempio, in Europa il Belpaese viene sopravanzato sia dalla Germania (7% del totale), sia dalla Francia (3% del totale) che dal Regno Unito (oltre l’1% del totale). 
A livello mondiale, il Giappone resta il Paese più innovativo in ambito energetico con quasi 30.800 brevetti nel solo 2016, mentre la Cina guadagna velocemente terreno con 22mila brevetti e una crescita su base annua pari al 34,6%. Per dare un termine di paragone, colossi come Stati Uniti e Corea del Sud seppur in crescita nel 2016 (rispettivamente +17% e 18,5%), si attestano su un numero di brevetti inferiore ai 15 mila.
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