La spesa sanitaria e di assistenza agli anziani nella famiglia che cambia
Dal “Bilancio di welfare delle famiglie italiane 2022” -presentato a Roma il 12 gennaio 2022 da CERVED - emerge che le famiglie italiane spendono molto in welfare (136 miliardi e 600 milioni, un importo che corrisponde al 7-8% del PIL) ma oltre la metà (il 50,2%) ha rinunciato a curarsi nel 2021. La salute (38,8 miliardi) e l’assistenza agli anziani e ad altri familiari bisognosi di aiuto (29,4 miliardi) assorbono nell’insieme il 50% della spesa di welfare familiare
Mino Schianchi
Vicepresidente ALDAI-Federmanager
Nel Rapporto CERVED si evidenzia come la crisi Covid abbia messo sotto pressione il nostro sistema sanitario, evidenziandone le criticità: un sistema sanitario forte nelle strutture ospedaliere, con eccellenti capacità di cura delle malattie acute, ma fragile nell’assistenza di base e nella prevenzione, con capacità di prestazione molto differenziate nel territorio e con un livello di assistenza agli anziani molto distante dal fabbisogno.
Al fondo della crisi del Sistema di Assistenza, secondo il Rapporto CERVED, c’è il cambiamento della famiglia, la sua crescente fragilità nel garantire la coesione sociale e nell’esercitare il suo ruolo di protezione. Infatti i livelli di sicurezza e di coesione sociale nel nostro paese dipendono in larga misura dalla capacità della famiglia di assicurare la solidarietà tra generi e tra le generazioni, e di proteggere le persone fragili. Alla base delle attuali difficoltà vi è la frammentazione della struttura familiare, la sua atomizzazione e la fine della famiglia multigenerazionale. Dai dati della ricerca CERVED emerge che un terzo delle famiglie sono monocomponente: singoli, separati e divorziati, vedovi. A queste si aggiunge il 9,3% di genitori soli con figli a carico: complessivamente le famiglie con un solo adulto sono il 41,5% del totale. Quattro milioni di anziani, il 28,9% del totale, vivono soli e rappresentano il 16% delle famiglie italiane.
La struttura familiare influisce in modo determinante sulla condizione economica e sociale della popolazione. Se viene a mancare la famiglia, lo Stato non è in grado di sostituirla nella sua funzione. La frammentazione delle strutture familiari determina una crescente difficoltà delle famiglie nel sostenere la cura degli anziani, conviventi o non conviventi, perché l’accompagnamento e l’assistenza sono tuttora prevalentemente un impegno personale diretto dei parenti più prossimi. Nelle famiglie con anziani o con persone bisognose di aiuto, per il 67,3% dei casi l’assistenza è prestata esclusivamente da familiari, mentre solo il 32,7% utilizzano servizi domiciliari o residenziali. Il tema della conciliazione vita-lavoro è quindi divenuto centrale per sostenere le famiglie nella gestione degli impegni di cura.
Sempre secondo la ricerca CERVED nel 2021 metà delle famiglie hanno rinunciato a prestazioni sanitarie, e per il 13,9% si è trattato di prestazioni rilevanti. Il 56,8% delle famiglie con anziani o altre persone bisognose di aiuto ha rinunciato a prestazioni di assistenza. La spesa per la salute ha subito una flessione nel 2020, la pandemia ha ridotto in quell’anno il flusso delle prestazioni sanitarie, sia per la contrazione della capacità delle strutture mediche, sia per la restrizione della mobilità e la rinuncia alle cure da parte dei pazienti. Ma la tendenza generale della spesa sanitaria delle famiglie è in continua e forte crescita, oggi sfiora i 39 miliardi.
Se la spesa sanitaria a carico delle famiglie è cresciuta fino a 39 miliardi nel 2021, la causa non è solo la difficoltà di accedere ai servizi del SSN (pur se le liste d’attesa hanno un peso importante). Anche per la salute, come per l’assistenza, l’offerta degli attuali sistemi di prestazione appare incapace di rispondere ai nuovi bisogni. Si tratta soprattutto di due esigenze: la richiesta al sistema sanitario di prevenzione e guida per preservare la salute, non solo di cure nel momento della malattia, e il desiderio di una gestione personale continua della relazione sanitaria. La distanza tra i nuovi bisogni delle famiglie e i servizi disponibili nel mercato si fa sempre più acuta.
Nelle conclusioni, il Rapporto CERVED sulle famiglie, raccomanda alcune iniziative politiche in materia sanitaria e di assistenza agli anziani:
- Evitare un futuro di anziani poveri, rilanciando la previdenza complementare. Occorre rafforzarne gli incentivi e aumentare la flessibilità delle soluzioni assicurative. Ma, soprattutto, è necessario promuovere la scelta consapevole dei lavoratori, in primo luogo i giovani, avviando un grande progetto di informazione sulle loro posizioni contributive, sulla pensione che potranno attendersi e sulle opportunità di integrazione previdenziale.
- Investire sull’assistenza agli anziani, l’area di maggiore divario tra le attese delle famiglie e l’offerta di servizi. Occorrono nuovi modelli di servizio che tengano conto delle esigenze individuali degli anziani e delle loro famiglie: dall’accompagnamento alla teleassistenza, alla cura sanitaria, a soluzioni residenziali flessibili.
- Avviare la creazione di un sistema nazionale di Long Term Care (LTC) a contribuzione privata, contando sull’esperienza dei fondi complementari previdenziali e sanitari, che potrebbero essere integrati con le prestazioni LTC.
- Sviluppare i servizi sanitari di prossimità e prevenzione. La domanda sanitaria delle famiglie è sospinta dalla richiesta di prevenzione (non solo di cura in caso di malattia) e di gestione personale continua della relazione sanitaria. Occorre incoraggiare lo sviluppo di un mercato dei servizi sanitari di prossimità, destinato a integrare il SSN soprattutto per quanto riguarda la medicina di base e ambulatoriale, anche con lo scopo di ridurre la pressione sulla spesa pubblica.
01 marzo 2022