Il ruolo del Piano di Sviluppo Associativo
Fondamentale in un contesto economico ancora dominato dal pessimismo: i risultati dell’indagine tra gli iscritti lombardi
Romano Ambrogi
Presidente ALDAI-Federmanager
Bruno Villani
Vice Presidente ALDAI-Federmanager, promotore e animatore del Piano di Sviluppo Associativo
La Federazione, in collaborazione con ALDAI promotore del progetto, ha avviato una vasta azione di sviluppo associativo condiviso con le associazioni Federmanager Lombarde, al fine di massimizzarne l’efficacia e garantirne la massima diffusione tra tutti gli iscritti.
Il progetto è complesso e articolato, ambizioso ma realizzabile, e richiede grande impegno e partecipazione da parte di tutti per attuare strategie ed azioni concrete per il proprio sviluppo, per la soddisfazione delle aspettative dei soci attuali e futuri e per il raggiungimento della propria missione.
Il primo e fondamentale passo è stato l'ascolto dei Soci per poter ricavare indicazioni, percezioni e richieste provenienti dalla base associativa.
A questo scopo è stata realizzata una indagine on-line1 sui circa 18.000 iscritti delle provincie lombarde (Milano, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Varese) che si è rivelata di grande interesse per tutto il sistema Federmanager, impegnato in un grande sforzo corale di rinnovamento e riposizionamento strategico.
L’indagine ha innanzitutto testato il sentiment dei dirigenti lombardi relativamente ad “economia e competitività” caratterizzato da un preoccupante e diffuso clima di sfiducia rispetto al contesto economico, sociale e del welfare pubblico italiano. Una sfiducia che nasce anche dal fatto che più di un quarto degli intervistati attivi dirige aziende in difficoltà (26%) e solo il 36% dichiara di operare in aziende che attraversano una fase di stabilità. Particolarmente pessimistiche sono le previsioni che riguardano l’andamento dei prossimi 4-5 anni del mercato domestico, che per il 36% degli intervistati subirà una contrazione mentre la maggioranza (52%) ritiene che il mercato estero sarà in crescita.
In sintonia con le indicazioni strategiche di Federmanager, le principali leve individuate dai manager intervistati per garantire competitività alle loro imprese sono l’innovazione (tecnologica, di processo, di marketing, Industry 4.0) e l’internazionalizzazione. Una quota rilevante punta anche su welfare aziendale e responsabilità sociale d’impresa. Solo il 33% degli iscritti però formula aspettative positive sulle opportunità di lavoro in Italia per i manager, mentre il 79% degli intervistati dichiara di nutrire aspettative positive verso le possibilità di lavorare oltreconfine con una mansione dirigenziale.
In questo quadro di diffusa sfiducia anche nei confronti della capacità delle Istituzioni di elaborare politiche occupazionali e industriali realmente efficaci, i manager affidano a Federmanager il compito di promuovere le relazioni e favorire la creazione di networking sia tra gli associati, sia verso l’esterno.
Corrisponde quindi ai desideri dei manager il ruolo attivo, “politico” in senso ampio, svolto dalla Federazione in dialogo con le Istituzioni, nelle scelte strategiche per la crescita e lo sviluppo del Paese in modo da promuovere la cultura manageriale e valorizzare il ruolo del manager nell’impresa.
In questo senso è fondamentale quanto viene fatto a favore della promozione della cultura manageriale in un contesto-Paese nel quale merito, impegno, responsabilità, tensione verso la conoscenza e l’innovazione sono valori scarsamente diffusi e promossi. Non a caso, dal punto di vista valoriale, Federmanager punta sulla promozione dell’impegno sociale, del merito e meritocrazia così come la capacità di fare sistema, il rispetto delle regole e l’onestà intellettuale sono le parole d’ordine dello sviluppo associativo.
Le attese dei manager nascono da una fiducia diffusa riposta nella Federazione alla quale viene riconosciuta quasi unanimemente efficienza e capacità di rappresentare efficacemente gli interessi della categoria.
Il grado di conoscenza delle attività e iniziative promosse dalle Associazioni territoriali lombarde è diversificato e disomogeneo, ma il livello di soddisfazione verso le attività svolte è quasi ovunque piuttosto elevato, con picchi di eccellenza, al quale corrisponde un buon livello di fidelizzazione e con un rapporto tra quota associativa e valore dei servizi e delle attività svolte dalle Associazioni, ritenuto corretto dalla maggioranza degli interpellati. Anche per quanto riguarda gli Enti e le società del sistema Federmanager l’indagine ha registrato un livello di soddisfazione molto elevato anche se ancora non tutti hanno raggiunto la consapevolezza della bilateralità degli Enti contrattuali.
I risultati dell’indagine confermano quindi che la strada intrapresa con il Piano di Sviluppo Associativo è corretta e hanno fornito indicazioni preziose per un ulteriore miglioramento di un servizio sempre più efficace e rispondente alle esigenze di associati e di quanti non lo sono ancora.
Quanto emerso ci permette inoltre di implementare/sviluppare la nostra strategia, improntata in particolare alla concretezza e di cui sarà nostra cura tenervi costantemente e tempestivamente aggiornati.
L’apporto valoriale degli associati si è dimostrato ancora una volta fondamentale per far crescere il nostro sistema. Infatti, è solo facendo squadra che riusciremo ad essere vincenti e a giocare un ruolo sempre più importante per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese! ?
NOTA
1) - L’indagine è stata realizzata con la collaborazione della società specializzata G&G Associated. Le risposte pervenute sono state 2.242 e hanno costituito un campione principalmente composto dal 65% di dirigenti in pensione (attivi o non più attivi) e dal 24% di dirigenti in servizio.
01 febbraio 2017