La chiave per una solidarietà vincente

La competenza dei manager

Cosa vogliono dire oggi “solidarietà” e “impegno nel sociale”? Sono sinonimi di volontariato? Guardiamoci intorno e osserviamo quel che sta accadendo, senza speculazioni che lasciamo a penne ben più preparate delle nostre.

Giovanni Carnaghi

Consigliere ALDAI / Federmanager

Mauro Vaiani

Consigliere Associazione Nestore

Il welfare pubblico ha il fiato corto, poche risorse disponibili, sottodimensionato rispetto all’enormità della domanda da affrontare; dal rapporto annuale Caritas si denuncia l’esponenziale aumento dell'indigenza. Si creano spazi molto ampi per il terzo settore: l’imprenditorialità sociale e il volontariato si fanno sotto, ma anche loro, tradizionalmente finanziati per buona parte dal pubblico, sono in difficoltà. E faticano a risolvere i loro problemi di sopravvivenza perché non hanno sviluppato nel tempo competenze adeguate ad affrontare simili scenari. È in arrivo una legge di riordino in materia di terzo settore (quando saranno completi i decreti attuativi…) che dovrebbe portare chiarezza in un ambito divenuto, in alcuni aspetti, un poco “opaco”. 
Ci sono idee per uscire da questa “palude” che hanno come comun denominatore il valore della solidarietà sociale: creare patti territoriali, dove soggetti come imprese, parti sociali, pubblico, terzo settore, cercano accordi di collaborazione per articolare interventi sul territorio di appartenenza rispondendo ai bisogni più emergenti e critici. Fa capolino anche la sharing economy come modello “del servizio”, che nelle intenzioni, attraverso la solidarietà, intende promuovere un modello economico con ambizioni di confronto con quello capitalistico.
Insomma, c’è movimento, in una società che “grida” cambiamento. Un elemento su tutti: l’invecchiamento della popolazione, il ridursi della forza lavoro attiva, un sistema pensionistico sempre più avaro, con la bomba sociale di una gioventù che fatica a trovare lavoro, a stabilizzarsi, poco pagata e costretta a pensare all’oggi per la sua sopravvivenza, e che quindi non ha la possibilità di investire per il proprio futuro.
Come ne usciamo da tutto questo? Dandoci tutti reciprocamente una mano. Mettendo in conto di porre a disposizione un “pezzetto” delle nostre personali risorse (competenze, tempo…) di chi ci è prossimo. Che cosa comporta questo? Troppo semplicistico? Solidarietà non vuol dire solo dare spazio alla iniziativa personale, spontanea e situazionale, ma anche ad azioni pianificate, finalizzate, organizzate. Quindi servono accordi, patti, a tutti i livelli, accanto all’iniziativa personale, certo.
Così il concetto e la pratica del volontariato cambia, si ridisegna il confine fra profit e no profit. I modelli sociali si trasformeranno e riprenderanno significato i luoghi della socialità collettiva (le corti, le piazze…). Solidarietà è valore e parola d’ordine, insomma, centrale.
E allora? Perché siamo qui a scrivere di questo con riguardo alla realtà dei manager ? Perché possiamo dare molto.
C’è un patrimonio di esperienze, di competenze, di voglia di fare e di porre a disposizione del tessuto sociale, sotto il segno della solidarietà, per il nostro oggi e per il futuro delle nuove generazioni.
Il pensionamento non è un parcheggio sociale, e l’invecchiamento è cosa lontano, perbacco!
Facciamo un paio di esempi?
  • Aiutare il terzo settore a dotarsi di competenze gestionali per imparare a sopravvivere in un nuovo ed imprevedibile scenario. E non solo con azioni di pur pregevole consulenza, ma “mettendo le mani in pasta” nel percorso di trasformazione.
  • L’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Entrare nel mondo del lavoro è difficilissimo, ma anche restarci. Oggi la complessità della gestione del ruolo organizzativo in continuo mutamento richiede il possesso di competenze “soft”, comportamentali e comunicazionali, che lungo il percorso scolastico non vengono mai considerate ed invece, noi lo sappiamo, sono molto importanti.
Trasferire esperienza, competenza, buon senso, integrità: un impegno assolutamente possibile, per i manager.
In questi due ambiti ci stiamo muovendo da tempo, esattamente dal 2012, intercettando lo spirito di promozione sostenuto dall’UE all’”invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni” ed attuandolo negli anni attraverso le azioni pensate e realizzate dal Gruppo ALDAI VDS (Valorizzazione dei Senior). Sinteticamente:
  • il momento topico è stato il progetto “Outplacement verso il Sociale”. Organizzato nel 2014 e 2015 con l’Associazione Nestore e il finanziamento dalla Presidenza del Consiglio, 40 manager, attraverso un articolato percorso formativo, sono entrati con un impegno attivo nel mondo del volontariato con consapevolezza e motivazione;
  • un convegno pubblico a fine 2015, svolto a chiusura del progetto, ha presentato i suoi risultati davanti a folta platea di concittadini, con i contributi di un qualificato panel di docenti ed operatori del sociale;
  • incontri in Associazione sul tema della solidarietà, con il coinvolgimento di esponenti di primo piano del sociale e di soci ALDAI volontari in progetti ed attività sociali, per raccontare “in diretta” quali spazi rappresentano attualmente occasioni di impegno e di sfida per il volontariato professionale;
  • accordi di collaborazione con alcune Associazioni storicamente rilevanti della realtà cittadina;
  • un percorso di formazione alle realtà del sociale, breve ma intenso, realizzato quest’anno «in casa» distillando dalle esperienze dei soci volontari i contenuti più pratici di conoscenza ed orientamento.
L’interesse dei soci è stato motivante e con tali iniziative quest’anno abbiamo raggiunto più di 180 soci, motivandoci a proseguire.
Facendo che cosa?
Offrendo le occasioni per presentare ai colleghi le realtà e le problematiche del sociale, accompagnandoli a focalizzare consapevolmente l’impegno di solidarietà ad ognuno più consono.
Verranno organizzati per il prossimo anno: 
  • due cicli di incontri formativi mirati, secondo il format sperimentato che fa leva sulla motivazione dei senior al ri-progettarsi in nuovi scenari ed al raccoglierne al meglio i nuovi valori, personali e di comunità;
  • colloqui di orientamento «a tu per tu» con soci coach (essi stessi volontari) per quelli interessati anche all’accompagnamento verso Associazioni, entità e progetti del Network ALDAI, in essere ed in cantiere nei settori della solidarietà sociale e/o dell’istruzione giovanile;
  • un paio di incontri, allargati alla più ampia platea dei soci senior, per sensibilizzare sull’importanza di innovazione del tessuto sociale e che testimoniano i valori ed i ritorni che portiamo a casa da iniziative «professionali» di solidarietà;
  • mantenimento costante delle relazioni con le Associazioni, le realtà sul territorio ed i Progetti di sistema Federmanager e VISES, i cui rappresentanti partecipano ai lavori del Gruppo VDS.
Ma tanto resta ancora da fare. E da poter dare, tutti assieme. 
La solidarietà non ha confini.

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