Cosa faremo da grandi?

Il Comitato dei Pensionati ALDAI affronta il terzo anno della sua attività, nella prosecuzione del solco perseguito da sempre allo scopo di costituire un sicuro riferimento per raccogliere ed ascoltare istanze ed esigenze, espresse dal nostro consistente comparto, di quanti, lasciato il lavoro attivo, sono passati nella posizione che più modernamente vuole essere definita “senior”.

 

Mario Giambone 

Presidente Comitato Pensionati e Consigliere ALDAI

Nella sostanza si tratta pur sempre di pensionati e, come tali, portatori di necessità ed interrogativi che puntualmente risultano disattesi, allorquando risulta evidente che “il tira e molla”, sulle questioni poste, continua a riproporsi e che le risposte attese vengono sistematicamente rinviate.
Le permanenti inquietudini si riferiscono, in particolar modo, al mancato rispetto delle regole in tema di riconoscimento ed applicazione dei “patti sociali”, che guidano la fase della vita lavorativa e quella che segue con l’avanzare dell’età.
Lavoro e quiescenza sono quindi due momenti essenziali che reclamano rispetto e impongono riflessioni diversificate, ma anche dolorose, se poi non trovano conferma quando si è prefissato un progetto di vita.
Prima di affrontare il tema che si vorrebbe porre al centro, cioè come indirizzare le nostre prossime azioni per riprendere rinnovato slancio in questo nuovo anno, vale forse la pena fare un rapido ma giusto riesame di quanto svolto. Soprattutto fare il punto su come, si sia articolata la nostra azione.
Coralmente sono insorte opposizioni di vario genere e da diverse posizioni, avverse ai reiterati provvedimenti di blocco della perequazione, ed imposizione di vari contributi di solidarietà.
In sequenza, le azioni legali promosse sono state: Tribunale di Palermo; Sezione lavoro del tribunale di Brescia; Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo; Tribunale di Milano ed infine della Sezione lavoro del Tribunale di Genova. Ricorsi attraverso i quali è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale.
La Consulta con la sentenza 70/2015 dichiara incostituzionale la norma che ha disposto la sospensione della perequazione, per gli anni 2012-2013, relativa ai trattamenti pensionistici superiori a tre volte il trattamento minimo Inps. A questa pronuncia il Governo, senza alcuna consultazione “democratica” con le relative rappresentatività, emana un decreto (il n. 65/2015) convertito in legge 109/2015, per darne attuazione, ma per quei trattamenti di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps. Ne consegue una irrisoria rivalutazione per gli altri, mentre nessun riconoscimento per quelli che, complessivamente, superano sei volte il minimo!
Per dovere di cronaca complessiva, va anche ricordato, come nello scorso luglio del 2016, la Consulta ha emesso un’ulteriore Ordinanza (Sentenza n. 173/2016) con la quale viene dichiarata la legittimità del contributo di solidarietà ed anche della norma sulla rivalutazione decrescente degli assegni, anche se argomentate con acrobatiche riconduzioni a provvedimenti presi all’interno del “circuito previdenziale” e non di diversa natura! Vale sottolineare come per queste ultime motivazioni c’è da affidarsi in special modo alle due ultime “rimessioni” alla Corte, da parte dei Tribunali di Milano e, specie, quello di Genova in quanto successiva appunto alla succitata ordinanza di luglio 2016.
Allora viene da chiederci: cosa fare, rassegnarci definitivamente all'idea di avere subito dei torti? Convincerci che abbiamo fatto tutto quello che era possibile? Assumere posizioni remissive ed attendiste senza far valere il nostro peso?
Una risposta a tali interrogativi è certamente testimoniata dall’ultimo importante Convegno svoltosi il 12 dicembre 2016 presso il Centro Congressi Cariplo, fortemente voluto dal nostro Comitato, sostenuto e divulgato dal Coordinamento nazionale dei pensionati Federmanager, guidato da Mino Schianchi come è possibile leggere nel'articolo del collega: "Abbiamo un sistema pensionistico sostenibile, ma iniquo!".
A noi pensionati ALDAI spetta anche il proposito di manifestare una volontà attiva, osservare una consapevole considerazione di rivestire un ruolo importante da condividere con i colleghi in servizio
con i quali dobbiamo cementare una più assidua frequentazione. Il comparto di appartenenza va sostenuto, difeso, ma anche rinnovato in maniera da affrontare gli sviluppi innovativi considerando quelli produttivi, organizzativi, ed anche normativi. Mentre i nostri colleghi operano attivamente nelle varie realtà produttive, noi Senior dobbiamo avere la consapevolezza di costituire una “retroguardia“ operosa che svolge anche una funzione, utile ed opportuna di sostegno concreto, nella società, nelle famiglie ed anche per iniziative mirate allo sviluppo del volontariato.
Va smentita l’immagine che si è forzatamente voluta trasmettere da dubbie esposizioni mediatiche e maliziose campagne di discredito, al solo scopo di aprire una frattura tra generazioni. È fortemente negativo contrapporre giovani in difficoltà, disoccupati, soggetti da tutelare a fortunati ed inutili pensionati, dediti solo al loro personale benessere.
Questa non è politica corretta, è discredito sociale, per occultare invece pessima gestione di questioni che riguardano l’evasione, la corruzione, per citare solo le più evidenti.
In prospettiva, dietro l’angolo, si profila l’apertura del “tavolo” per il rinnovo del contratto di lavoro dei dirigenti da negoziare con Confindustria. La nostra delegazione deve essere messa in grado di esprimere sentimenti che accomunano una Categoria unita e solidale, considerando che le questioni da regolamentare
devono poter riguardare lo svolgimento delle incombenze riferite alla figura dirigenziale, in tutto quanto afferisce al ciclo vitale dei soggetti impegnati. In questo siamo rappresentati dalla nostra Federazione che deve poter giocare un ruolo importante e fornire un contributo concreto al sistema Paese, indispensabile
per una ripresa economica.
Questo progetto sarà possibile solo se sostenuto da una base solida e numericamente significativa.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013