Acqua e gravità: eventi estremi
Nel recente passato abbiamo trattato di tsunami e di uragani. Fenomeni naturali che possono avere ed hanno effetti devastanti per l'uomo, le sue opere, l'ambiente e gli animali. L'argomento di questa conversazione è un terzo fenomeno naturale che coinvolge l'acqua e la superficie terrestre: il Lahar (colata di fango di materiale piroclastico) e le colate di fango in genere.
Giulio Gentili
Un fenomeno naturale che prende origine da eventi diversi, ma in cui l'acqua precipitata è sì l'agente causale primario, ma nella colata di fango esplica la funzione sostanziale di agente lubrificante. La colata di fango è, in effetti, composta da materiali siltosi, sabbiosi, pietrisco, pietre di varia dimensione (fino a 1 m) e acqua. La consistenza e la viscosità, mentre la colata è in movimento, sono quelle del calcestruzzo fluido. Al momento dell'arresto la solidificazione è rapida. Il peso specifico è elevato, fino a diversi Kg/dmc, la velocità di scorrimento sulle pendici del vulcano – o montuose – è dell'ordine di 30-40 m/s, per scendere a 3-15 m/s nel penepiano. I Lahar possono arrivare a distanze di 60-100 Km dalla sommità del vulcano e la forza distruttiva è enorme.
I Lahar rappresentano la summa di "Fuoco, Aria, Acqua, Terra" della filosofia greca.
Hanno diverse possibili cause:
- coltre di neve/ghiaccio repentinamente fusa da un'eruzione piroclastica del vulcano;
- un'esplosione vulcanica che proietta all'esterno del cratere le acque o i ghiacci di un lago presente nel cratere stesso;
- eruzione vulcanica esplosiva che produce grandi quantità di vapore, da cui nascono intensi temporali di origine vulcanica;
- nubifragi in presenza di zero termico particolarmente elevato cosicché le intense precipitazioni piovose abbiano la possibilità di sciogliere il manto nevoso presente nella zona pericraterica e sui fianchi dell'edificio vulcanico.
Esempi storici e recenti
L'eruzione piroclastica del Nevado del Ruiz (Colombia, 1985) produsse un insieme di Lahar sulle pendici del vulcano, che, incanalandosi nei solchi vallivi esistenti accrebbero la loro velocità di discesa. Le colate di fango raggiunsero la città di Amero e i villaggi limitrofi, uccidendo 20.000 abitanti della città e 3.000 dei villaggi. Il Monte Ruiz o Nevado del Ruiz è uno stratovulcano andino, dell'altezza di 5.311 metri, perennemente innevato.L'eruzione del Monte Sant'Elena, di cui abbiamo già parlato (18 maggio 1980, Stato di Washington, USA). Il Mount St. Helens era uno strato-vulcano di 2.950 m di altezza prima dell'eruzione, ridotto a 2.549 m di altezza dall'esplosione sommitale. Un terremoto fece collassare la parete nord del vulcano e diede inizio all'eruzione. L'esplosione produsse un fungo di ceneri che raggiunse un'altezza di 24 Km. La parte sommitale dell'edificio vulcanico fu spazzata via dall'esplosione e i detriti ricaddero sui fianchi innevati della montagna causando colate di fango. Parte delle colate (Debris Flow) raggiunsero il fiume Columbia e la colata di fango risultante scese a valle con grande velocità e distruttività. 57 morti,
migliaia e migliaia di animali uccisi, migliaia di chilometri quadrati di foresta devastati. Un miliardo di dollari di danni.
L'eruzione del Monte Galunggung, uno strato-vulcano dell'Indonesia, 1982.
Un esempio italiano è quello delle colate di fango di Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano del 5 maggio 1998. Le vittime di questo disastro idrogeologico furono ben 160. All'origine un intenso evento meteorologico (240-300 mm di pioggia in 72 ore) che produsse lo scollamento e lo scivolamento dei depositi piroclastici vesuviani dal substrato calcareo sottostante delle alture (Monte Pizzo) nei cui pressi sorgono le cittadine in questione. In pratica: eventi franosi cui hanno fatto immediatamente seguito le colate di fango. La mancata manutenzione dei canali di scolo, i "regi lagni", di epoca borbonica, e l'incauta urbanizzazione di siti del tutto inadatti, contribuirono alla gravità della catastrofe.
Colate di fango si sono verificate nell'estate 2017 in località alpine (Val Bregaglia). Da notare che l'acqua è elemento comune ai tre fenomeni naturali: tsunami, uragani, Lahar. Diversa è l'origine dell'energia nei tre eventi. Nel caso dello tsunami l'energia proviene dalla crosta terrestre, da un sisma sottomarino; nel caso degli uragani l'energia proviene dal calore delle acque della superficie oceanica e dell'atmosfera, e dalla condensazione del vapore acqueo; nel caso dei Lahar è la forza di gravità, preceduta dall'eruzione vulcanica.
A prescindere da eventi assolutamente fuori dal controllo umano (sismi ed eruzioni vulcaniche), è palese che la prevenzione debba giocare una parte importante nei nostri comportamenti. Occorre un sensibile miglioramento dell'educazione in materia a partire dagli scolari per giungere ai membri della PA.
Questi fenomeni sono spesso prevedibili e la popolazione potenzialmente interessata dovrebbe essere informata correttamente e con un minimo di preavviso. È vero che l'aumento della popolazione ha portato a stanziamenti in località con più alto potenziale di rischio rispetto a quello delle edificazioni esistenti da secoli, ma è anche doveroso che siano presi tutti i provvedimenti del caso per un eccellente smaltimento delle acque. Così come è necessaria un'accurata e costante sorveglianza e gestione del territorio.
L'incontro si terrà in ALDAI
sala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano
mercoledì 22 novembre 2017 alle ore 17.30
COME PRENOTARSI
- Prenotazioni online attraverso il sito www.aldai.it, sezione "Eventi". Selezionare dal calendario la data interessata e compilare gli appositi spazi alla voce "iscriviti all'evento".
- Prenotazioni a mezzo fax al numero 02/5830.7557 indicando nell'oggetto "Eventi estremi".
Invitiamo pertanto i lettori all'aggiornamento tramite le periodiche newsletter, il sito e la rivista digitale.
01 novembre 2017