COMMENTO SULLA SITUAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA

Analisi di mercato dell'ultimo mese, evoluzioni e considerazioni personali

Analisi di mercato

Sui mercati finanziari il mese di maggio ha continuato gradualmente la ripresa grazie al miglioramento degli indici sulla fiducia di consumatori ed imprenditori a livello globale.

A fine mese l’indice mondiale MSCI World segna -6,86% da inizio anno 
i migliori: tecnologia +7,6% e sanità +4,30
i peggiori: energia -33,79% dovuto principalmente al petrolio e finanziari -24,09%

Gli eventi da segnalare sono: la presentazione del Piano Europeo per la Ripresa da parte della Commissione Europea, i risultati dell'Assemblea Nazionale del Popolo (ANP) in Cina e l'aumento delle tensioni tra Washington e Pechino.

Europa

I mercati hanno trovato supporto nelle dimensioni e nei termini del piano di "Recovery Fund" (Next Generation EU) proposto dalla Commissione Europea nei giorni scorsi: 750mld euro raccolti attraverso l'emissione di obbligazioni a lungo termine, con scadenze comprese tra il 2028 e il 2058, garantiti dal bilancio comunitario e distribuiti ai vari Paesi in misura direttamente proporzionale ai danni subiti dal lockdown.

Il Fondo proposto dalla Commissione si divide in due parti: un pacchetto di prestiti da 250 miliardi e stanziamenti a fondo perduto da 500 miliardi di euro. Il tutto finanziato con emissione di titoli della Commissione, il cui contribuente principale è la Germania.

I fondi saranno stanziati in base alle necessità individuate dalla stessa Commissione; l’Italia dovrebbe essere il primo beneficiario con 82 miliardi a fondo perduto e fino a 91 miliardi in prestiti, seguita dalla Spagna, Francia, Grecia, Germania e Portogallo.

Si sta accelerando nella direzione di una maggiore integrazione nell’ambito della politica fiscale, dando un impulso senza precedenti nella storia dell’Eurozona.

Italia

Non dimentichiamo come l’Italia sia entrata nella crisi con un’economia ferma da 10 anni, un conflitto permanente con Bruxelles e un sistema burocratico e legale confuso e paralizzante. Gli investitori si chiedono se l’Italia riuscirà a gettarsi alle spalle il blocco sociale ed economico e a trasformare la sfida della pandemia nell’occasione di fare una grande pulizia di tutti gli ostacoli che frenano la crescita.

L’Italia dovrebbe tornare non tanto a come stava a gennaio del 2020, ma a gennaio del 2006, essendo l’unico grande paese sviluppato che non ha ancora recuperato il gap aperto dalle due grandi crisi, quella finanziaria del 2007-2008 e quella del debito sovrano del 2011-2012. L’esito dipenderà dalla politica nazionale, ma soprattutto dalla capacità di trasformare l’appartenenza all’Unione Europea in una risorsa, e non viverla come un ostacolo.

Quando l’Italia nel 2022 tornerà ad essere soggetta al Patto di Stabilità potrebbe ritrovarsi, grazie ai contributi a fondo perso visti sopra, con un debito inferiore ad oggi. Un’occasione più unica che rara di portare a termine fondamentali riforme strutturali senza gravare sulle finanze pubbliche.

Cina

Made in China 2025, il piano economico strategico della Cina, è un programma molto ambizioso per trasformare il paese in un'economia con produzione e servizi a maggior valore aggiunto. Comprende settori come la robotica, l'informatica, i veicoli elettrici e il machine learning; il programma è volto a superare il ruolo tradizionale di "fabbrica del mondo" della Cina e a renderla maggiormente autosufficiente e può contare su centinaia di miliardi di Yuan di sostegno pubblico. Tale programma è divenuto sempre più opportuno, in quanto gli scambi commerciali mondiali sono in diminuzione dalla crisi finanziaria del 2007-08 e, come accennato sopra, sono recentemente riemerse tensioni fra Stati Uniti e Cina. Minori scambi commerciali tra le due maggiori economie mondiali potrebbero anche accelerarne la competizione per il dominio sul fronte tecnologico, accrescendo la corsa all'innovazione in ambiti come il 5G e la robotizzazione dei servizi, compresi quelli medici.

Sarà un’ardua battaglia per le aziende tecnologiche globali penetrare in Cina, poiché le realtà locali sono forti nel loro mercato e hanno già modellato il comportamento degli utenti. Al contrario, invece, alcune aziende cinesi hanno ambizioni globali. Probabilmente ci sarà un’attenzione sempre maggiore da parte delle autorità di regolamentazione se le aziende tecnologiche cinesi cercheranno di acquisire quote negli Stati Uniti e in Europa.

Evoluzione

L’Europa pare oggi ben più determinata ad impedire che la pandemia frantumi il progetto comunitario per divergenze economiche o disgregazione sociale.

Lo shock sincrono di domanda e offerta nel primo semestre trascinerà inevitabilmente il mondo in recessione, ma il crollo dell’attività economica sarà molto attenuato dalle ingenti misure fiscali e monetarie, che forniranno il propulsore per la ripresa già a partire dal secondo semestre ma soprattutto nel 2021. E ora in Europa il ventaglio delle misure risulta più confrontabile con gli altri Paesi sviluppati. La prima fase europea era stata gestita infatti con l’affrancamento dal Patto di Stabilità, che aveva avviato manovre disomogenee dando impulsi asimmetrici.

Successivamente il fatto che anche Spagna, Francia e Germania abbiano raggiunto livelli di rischio del debito è stata la chiave per l’accordo Macron-Merkel che ha costruito la base politica per consentire alla Commissione di Ursula von der Leyen di lanciare il Recovery Fund. Un peso nel processo decisionale lo ha avuto anche la sentenza della Corte Costituzionale tedesca, secondo la quale il compito di risolvere la divergenza tra Germania e resto dell’Eurozona non poteva essere addossato alla sola BCE.

La “Next Generation EU” va proprio nella direzione di supportare i Paesi più vulnerabili allo shock Covid nelle loro riforme economiche e strutturali riducendo l’asimmetria fiscale tra gli Stati membri.

A differenza del passato, i Paesi del Sud che da anni chiedono trasferimenti di bilancio e gli “Eurobond” questa volta hanno trovato dalla loro parte la Germania, che evidentemente ha capito che l’emergenza coronavirus non lasciava altra scelta. Per capire il nuovo approccio della Germania è indispensabile tener presente la crisi del 2010-2013 e il rischio che un peggioramento della crisi possa favorire le derive “populiste”. Ma, poiché in Europa vige la regola dell’unanimità, ora si apre una fase di negoziati difficili tra i due schieramenti, con Germania e Francia a fianco dei Paesi del Sud a cui si contrappongono Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia.

Ragioni per essere cauti

Siamo alla vigilia di una fase di accresciute tensioni geopolitiche, abbinate ai potenziali rischi associati alla riapertura delle economie di tutto il mondo, in un momento in cui i mercati hanno messo a segno un deciso rimbalzo dai minimi di marzo.

Oltre alla rinnovata diatriba Usa-Cina e alla vicenda di Hong Kong, si è aperto un nuovo fronte di tensione tra India e Cina, con un dispiegamento in aumento di truppe al confine.

Le tensioni politiche potrebbero aumentare a causa delle decine di milioni di nuovi disoccupati creati dal virus, con effetti negativi in termini di aumento delle diseguaglianze, del debito pubblico e dei poteri statali. Un altro aspetto non trascurabile riguarda la privacy e la gestione dei dati personali con il sempre maggiore utilizzo della tecnologia.

Sul fronte della politica globale, nell’Unione europea la crisi sanitaria ha acuito nuovamente le tensioni preesistenti sull’annosa questione dell’opportunità o meno che i Paesi del Nord paghino i debiti di quelli del Sud. Al contempo, la rivalità fra Cina e America si è aggravata, con tutte le implicazioni che questo comporta per il commercio, la globalizzazione e il ruolo futuro del dollaro come valuta di riserva mondiale

I riflettori di questi giorni saranno puntati sulla riunione della Banca Centrale Europea che pubblicherà le nuove stime di crescita e sul fronte americano i dati sull’occupazione.

Aspetti rassicuranti

Attualmente i mercati azionari globali prevedono una solida ripresa sostenuta da tre fattori fondamentali:
  1. la pandemia è ormai sotto controllo in molti Paesi, almeno per il momento, abbiamo visto progressi in campo medico circa il trattamento del Covid-19 e lo sviluppo di un vaccino sembra progredire;
  2. gli indicatori anticipatori, i dati sulla mobilità e l’allentamento del lockdown alimentano le speranze di ripresa;
  3. le condizioni finanziarie sono migliorate in tempi brevi grazie alle generose iniezioni di liquidità delle banche centrali e agli stimoli fiscali varati dai governi. Una volta che la pandemia sarà finita, il Covid-19 verrà considerato come grande acceleratore per forze e tendenze già in corso, sia dal punto di vista economico che geopolitico.

L’impatto sulle nostre vite nel futuro

In passato, avevamo individuato i principali fattori di lungo periodo che avrebbero potuto cambiare le economie e i mercati mondiali nei successivi 3-5 anni: l'ascesa della Cina, il populismo, l'invecchiamento demografico, la tecnologia, la vulnerabilità dei mercati finanziari e il cambiamento climatico.

Il tragico sviluppo del COVID-19 sta anticipando e accelerando alcune di quelle dinamiche. 

Analizziamo alcuni fenomeni:
  • nel settore tecnologico il Covid-19 ha condensato due anni di trasformazione digitale in due mesi. Si stima che l'uso di Internet sia cresciuto del 40% da inizio anno in tutte le principali economie, specialmente in settori quali il retail, l'istruzione, la sanità e l'intrattenimento. Questa crisi ha spinto e accelerato l'integrazione della tecnologia in molte delle nostre vite quotidiane costringendo le aziende ad organizzare il lavoro da casa; la crescita dell’e-commerce e la paura del contagio stanno incentivando il passaggio dal contante alle carte di credito. Questi cambiamenti favoriranno probabilmente il predominio economico dei giganti tecnologici, con un aumento dei timori legati alla privacy e un incremento delle disuguaglianze.
  • Molte internet company hanno acquisito tanti nuovi utenti in questo periodo, come ad esempio, la generazione più anziana, che non aveva mai fatto acquisti online prima e che sappiamo avere grandi disponibilità finanziarie.
  • La pandemia ha poi dimostrato l’importanza del settore sanitario, mettendo in luce i punti di forza e di debolezza. Per le società di tecnologie mediche il Covid-19 sottolinea l’importanza dei dati, del loro utilizzo e, soprattutto, della loro disponibilità. Ciò potrebbe rappresentare un fattore di traino per le società che producono apparecchiature di diagnosi e test. Evitando inutili visite ospedaliere si potrebbero eliminare costi non necessari per i sistemi sanitari e ciò porterebbe alla diffusione dei trattamenti domiciliari mediante il monitoraggio da remoto e la telemedicina.
  • Per quanto riguarda invece i beni primari, la pandemia ha dimostrato che i grandi marchi sono avvantaggiati. I I consumatori prediligono la convenienza e l’affidabilità dei brand più noti. Dopo aver testato la comodità delle spese online, è probabile che molti consumatori non ritornino nei negozi fisici. Le aziende che hanno investito da subito nel digitale dovrebbero uscire da questa crisi più forti delle concorrenti.
 

Con ogni probabilità ci saranno vincitori e vinti in tutti i paesi e settori e le recenti dinamiche di mercato potrebbero fornire un'indicazione in proposito.

Le attività immateriali rappresentano ora il 70% del valore dell’indice di Borsa europeo e l’85% del valore di quello americano.

Un’accelerazione della transizione secolare verso aziende sempre più agili e flessibili sarà una delle più importanti conseguenze commerciali del grande lockdown.

Comportamenti e suggerimenti

I segnali non potrebbero essere più chiari: la domanda di sanità e tecnologia sembra non solo essere immune dalla crisi, ma anche trarre benefici da essa.

Un mondo in cui la tecnologia è trainante e gli scambi commerciali mondiali sono ridotti potrebbe aver bisogno di minor petrolio e maggiore automazione.

I governi hanno cominciato ad allentare i lockdown, ma la ripresa finanziaria, economica e sanitaria dalla pandemia, probabilmente non sarà facile.

Pertanto, gli investitori dovranno essere consapevoli che la strada da percorrere per raggiungere i loro obiettivi finanziari potrebbe essere oggi molto differente rispetto a prima, in quanto alcuni temi “vincenti” si aggiudicheranno una fetta ancora maggiore della torta a discapito dei “perdenti”.

La capacità di distinguere chi sono gli uni e gli altri sarà cruciale nel prossimo futuro.

Cordialmente   Dario Vigano'
Dario Viganò

Dario Viganò Referente Federmanager Como per il Servizio Finanziario