I rischi dietro l'angolo e le Competenze come antidoto

Digitalizzazione, intelligenza artificiale, IOT: il processo è inarrestabile, e deve essere gestito, contrastando i rischi presenti in ogni tecnologia, ma che qui diventano particolarmente insidiosi.

di Massimo Melega,  

Presidente Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna
Digitalizzazione, intelligenza artificiale, IOT: il processo è inarrestabile, e deve essere gestito, contrastando i rischi presenti in ogni tecnologia, ma che qui diventano particolarmente insidiosi.

I chatbot come ChatGPT possono subire poisoning, superando le regole di sicurezza imposte da chi ha scritto il loro codice. Il loro comportamento, inoltre, deriva in larga misura da auto-addestramento e non da programmazione.

Si potrebbe dire che – come gli umani – “crescono”, dandoci risposte sempre più efficaci, ma che sappiamo spiegare sempre meno: è quello che viene definito “black box”.
E’ un po’ come se assumessero una propria personalità, e perciò divenissero meno controllabili dagli adulti (i programmatori) che li hanno fatti nascere…

Allo stesso modo ci possono essere delle conseguenze importanti dalla mancanza di cybersecurity sulla IOT.

Ormai tutte le macchine automatiche ed i terminali di rilevazione consumi sono connessi con il web, creando opportunità di accesso ai malintenzionati, che dalla rete possono entrare nelle centraline di governo delle macchine, nelle logiche che gestiscono le ricette di alimenti e farmaci… per contrastare questi rischi c’è necessità di competenze e formazione.

Il tema delle competenze torna sempre a galla, come nel recente Convegno SPS a Parma e nella nostra Assemblea. Servono competenze per dare strumenti tecnici a chi governa: è una Responsabilità da cittadini di una democrazia. E c’è il tema delle interazioni tra le diverse competenze e la necessità di essere aperti e curiosi: es. cybersicurezza e sicurezza e igiene sul lavoro. Pensate a cosa può significare un attacco cibernetico alle centraline di sicurezza di una macchina automatica o di un robot!

Ancora un esempio sulla Sicurezza sul lavoro: quanta competenza occorre perché i DVR ed i DUVRI smettano di essere pezzi di carta chiusi in un raccoglitore e diventino strumento d’uso quotidiano?
E perché anche qui occorre incrociare le diverse competenze? Perché gran parte degli infortuni sui luoghi di lavoro non riguardano l’attività ordinaria di stabilimento, bensì quei momenti meno “regolati”: le attività di manutenzione, di pulizia, di costruzione di impianti e strutture.

Massimo Melega, Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna

Massimo Melega, Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna

Le Commissioni di Federmanager Bologna – Ferrara - Ravenna sono strumenti importanti per “incrociare” le competenze.
Ma non bastano: occorre la formazione: intensa, frequente e continua. Siamo ancora indietro nella formazione manageriale: fino a poco tempo fa solo il 62% dei manager aveva partecipato ad almeno un corso nell’ultimo anno: troppo pochi!

Occorre dire che sul fronte della formazione finanziata da Fondirigenti stiamo facendo grossi passi avanti: nel solo mese di maggio abbiamo ricevuto in condivisione 84 piani su Avviso e 10 in conto Formazione. Su questi, come di consueto, abbiamo svolto la nostra attività di approfondimento su contenuti e costi, una vera propria consulenza gratuita per Aziende e managers.
E i risultati si vedono chiaramente:
  • l'Emilia-Romagna è in testa per numero ed importi di piani afferenti all’Avviso validati, seguita da Veneto e Lombardia.
  • la Formazione è la prima assicurazione sulla vita del dirigente, appartiene alla categoria della sicurezza immateriale.
E nonostante i gaps formativi, siamo la Regione con la più alta Digital Literacy, e quindi quella che potrebbe trarre maggiore profitto dalla AI generativa!

E poi la contaminazione delle diversità applicative: la nostra Regione è di gran lunga quella con il più alto numero di filiere.
Bologna in particolare – secondo i dati raccolti da FDI intelligence, società del gruppo Financial Times - è  la prima città in Italia per capacità di attrarre capitali stranieri per investimenti industriali.
Nel 2023  ha battuto Milano e Roma, ma anche le più dinamiche città europee con le quali è abituata a confrontarsi, da Oslo a Barcellona, da Francoforte a Parigi, sia per crescita delle operazioni effettuate da investitori stranieri sia per incremento dei capitali esteri investiti e dei posti di lavoro creati di conseguenza.
Bologna è terza in Europa occidentale, dopo le città tedesche di Mannheim e Stoccarda, e sesta in tutto il mondo.

Ma ciò non basta! Il fabbisogno di ingegneri della nostra Regione è di gran lunga sottodimensionato rispetto all’offerta. Ed i pochi che si formano spesso vanno all’estero. Occorre dar loro la motivazione e le condizioni (non solo economiche) che gli consentano di tornare, se lo desiderano.
E poi occorre tanto allenamento!

La cultura è un edificio che può diventare molto alto, ma richiede lavoro, costanza ed umiltà.