Pensioni e Ceto Medio in Manovra Finanziaria 2025

La perequazione che sarà definita nella finanziaria metterà alla prova dei fatti le buone intenzioni nei confronti del ceto medio


Daniele Damele  

CIDA Friuli Venezia Giulia

Antonio Pesante  

Componente Gruppo Senior Federmanager Nazionale

Fulvio Sbroiavacca  

Consigliere nazionale Federmanager



Il ministro del tesoro Giancarlo Giorgetti, nelle sue dichiarazioni, ha prospettato una possibile rivalutazione delle pensioni, riguardante il 2025, secondo lo schema relativo alla legge 288/2000 che prevede la rivalutazione al 100% fino a 4 volte il minimo INPS, 90% tra 4 e 5 il minimo e 75% oltre da 6 e oltre il minimo INPS con meccanismo di calcolo a scaglioni, simile a quello per l’IRPEF. 

Tale misura sarebbe possibile data la bassa inflazione attuale che a fine anno si prospetta risultare del 1,4% e comporta comunque una solidarietà del 25%, da parte dei percettori di pensioni oltre il 5 volte il minimo INPS.

Abbiamo ricevuto, recentemente, notizia che i giudici delle Corti dei Conti della Toscana e della Campania, hanno accettato il ricorso presentato, sul taglio della perequazione 2023/2024, da due dirigenti scolastici, rinviandolo il ricorso alla Corte Costituzionale.

Questi primi positivi risultati ci danno una grossa chance nell’accettazione dei nostri ultimi due ricorsi che saranno auditi a ottobre e a novembre 2024.

CIDA, la Confederazione Italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, a fine gennaio ha lanciato una petizione “Salviamo il Ceto Medio” con oltre 50.000 firme per salvaguardare il ceto italiano che costituisce il motore della nostra economia, la parte intraprendente e produttiva che genera PIL, posti di lavoro, crea nuove aziende e, ciò nonostante, da troppi anni è oggetto di ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi.

Ceto medio pensionati che negli ultimi 17 anni ha subito 11 interventi di taglio, sulla rivalutazione delle pensioni dovuta alla perequazione delle pensioni per l’inflazione annuale, e 5 contributi di solidarietà. Tutto ciò ha comportato una perdita del potere d’acquisto che è stato valutato del 20%, non più recuperabile, e che aumenterà ogni anno di vita della persona e avrà anche un’impronta sulla reversibilità. 

Sui tagli penalizzanti ed iniqui relativi agli anni 2023/2024 CIDA ha presentato 7 ricorsi giudiziari in varie regioni italiane. 

Dai primi di settembre il governo è impegnato alla preparazione della legge finanziaria 2025, con la presentazione del documento al Consiglio dei Ministri entro il 10 settembre e poi all’Europa entro il 20 settembre.

Si prospetta anche un aumento delle pensioni minime a circa 650 euro mensili, che dovrebbero essere a carico della fiscalità generale non essendo percepite come un contributo pensionistico ma una contribuzione assistenziale, dando così risposta alla proposta CIDA/Federmanager di separare in materia contabile la previdenza dall’assistenza.