Parte il confronto con le Commissioni federali sulla politica industriale

Il 25 settembre scorso si è tenuta a Roma la prima riunione operativa dell'Advisory Board di cui fanno parte anche personaggi di rilievo nazionale

Portale della Chiesa di San Pietro a Tuscania (VT)

Giuseppe Colombi

Consigliere ALDAI-Federmanager e componente del Comitato di redazione Dirigenti Industria

Nel numero di settembre 2023 di Dirigenti Industria, il Vicepresidente federale Valter Quercioli ha dato ampia sistemazione “teorica” al tema delle Commissioni federali per l’analisi dei diversi comparti industriali, ben articolando i motivi per cui ci si sta impegnando nella loro messa in marcia.

Nelle pagine successive di quella stessa rivista, due colleghi in servizio argomentavano sulle aspettative connesse al prossimo rinnovo contrattuale dei dirigenti, mentre due combattivi pensionati esprimevano tutto il disappunto della categoria per l’ingiustificata falcidia dei nostri trattamenti pensionistici.

Si potrebbe argomentare come in quei testi sia racchiusa tutta la ragion d’essere di Federmanager.

Per essere fantasiosi, Federmanager potrebbe rappresentarsi con l’immagine di uno di quei portali delle chiese romaniche dove un arco a tutto sesto insiste sui due pilastri laterali.  
Per meglio argomentare, potremmo dire che l’arco raffigura il ruolo del dirigente nel contesto nazionale, un ruolo che trova nell’impegno sulle strategie industriali nazionali una funzione essenziale, mentre i due pilastri sono costituiti rispettivamente l’uno dalle questioni del contratto nazionale di categoria e l’altro dai temi previdenziali e pensionistici. Il tutto sta insieme soltanto se non manca nessuno dei tre principali elementi costitutivi, ognuno ineludibile, della nostra Federazione.
Per assicurare un futuro alla dirigenza italiana, nella nostra attività associativa forse sarebbe opportuno proprio richiamarci maggiormente alle principali funzioni fondative federali.

La giornata del 25 settembre

Costituire le Commissioni di Settore ha richiesto a Federmanager tempo, impegno e qualche passaggio in Giunta nazionale per le necessarie sintesi, ma già prima dell’estate per molte di esse sono iniziate le riunioni operative.
Lunedì 25 settembre 2023 si è tenuta a Roma la prima vera riunione operativa dell’Advisory Board voluto dalla Federazione, chiamando a farne parte anche personaggi di rilievo nazionale, per una prima valutazione del lavoro svolto da sei Commissione di Settore, le prime già operative delle dodici previste.
Nella giornata, molto intensa nei suoi lavori, cui partecipavano, con tutta la prima linea di Federmanager, anche membri prestigiosi dell’Advisory Board (si può citare per tutti il nome più conosciuto, quello di Francesco Rutelli), si sono esaminate le situazioni di Automotive, Sistema elettrico, Siderurgia, Innovazione, Oil & Gas, Trasporti.
Pur a fronte di lavori non tutti con uguale livello di sviluppo, l’esposizione delle problematiche dei vari settori ha abbozzato un quadro nazionale abbastanza preoccupante: negli ultimi decenni sembrano venute meno le capacità progettuali e regolatorie della politica nazionale, peraltro mal supportate da strutture ministeriali centrali sempre più inadeguate. È preoccupante rilevare come spesso ci si limiti a seguire direttive europee non certo ispirate dal nostro interesse nazionale, col risultato di non contrastare un declino che appare evidente in molti settori.
Teoricamente, i dirigenti industriali, attivi e pensionati assieme, costituiscono uno dei pochi autorevoli soggetti capaci di dare orientamento al futuro industriale del Paese, e questa è l’esigenza, o se si vuole la velleità, che ha portato alla costituzione delle commissioni di settore.

Automotive

Il mondo dell’auto italiana, che un tempo era leader a livello europeo, vive oggi una fase particolarmente fluida, caratterizzata dalla necessità di adeguarsi ai rapidi cambiamenti in corso. Per l’Italia è evidente come non ci si possa adeguare senza fare danni alle accelerazioni spesso un po’ azzardate che vengono da Bruxelles, e che occorra perseguire con spirito aperto quella “neutralità tecnologica” che vuole mantenere vive opzioni diverse rispetto a un “tutto elettrico” per noi non sempre utilmente praticabile nel breve periodo.
Adeguamento delle competenze, politica degli incentivi, partenariato pubblico-privato costituiscono strumenti essenziali per il futuro del settore.

Sistema elettrico

La Commissione si è concentrata sull’esigenza di una transizione energetica razionale, ha prospettato il rinnovo delle concessioni idroelettriche e un utilizzo equo e razionale del gas naturale, sottolineando l’esigenza di definire a livello nazionale una “rete intelligente” capace di gestire i flussi intermittenti che vengono dalle energie rinnovabili. Altri problemi trattati sono stati quelli della semplificazione del quadro regolatorio e dei permessi, e l’attenzione con cui si guarda agli studi innovativi nel settore nucleare.
Un richiamo particolare è stato dedicato al ruolo che Federmanager potrà giocare nel preparare manager della sostenibilità.

Siderurgia

Questo settore si trova ad affrontare una situazione particolarmente complessa: la produzione nazionale risulta ormai elettrificata almeno all’80%, ma anche nel prossimo futuro non si potrà fare a meno dell’acciaio da altoforno. Qui si pone il problema del centro siderurgico di Taranto, dove tuttora manca un preciso orientamento dei Governi che si sono succeduti negli anni, e dove ogni giorno che passa rende la situazione sempre più irrisolvibile, sino a configurare un inquietante punto di crisi futura.
Si può dire che in questo ambito le competenze raccolte attorno alla nostra Commissione dovrebbero già oggi configurarsi come un punto di riferimento per i decisori del settore.

Innovazione

La Commissione ha identificato in gestione e governance dei dati, sviluppo di una più ampia rete di data centre distribuiti sul territorio nazionale e cybersecurity, tre temi su cui concentrare la propria analisi, con attenzione specifica alle PMI, ma si direbbe che debba ancora essere approfondita l’analisi complessiva del ruolo che l’innovazione, argomento davvero trasversale, gioca nei diversi comparti industriali.
Lo sviluppo di una più ampia rete di data centre è stato ulteriormente approfondito nell’evento della Milano Digital Week del 6 ottobre scorso dal titolo I-DEALS COmprendere Limiti @ 
COstruire COmunità alla cui organizzazione ha contribuito il “nostro” Luca Luchesini quale membro della Commissione Innovazione, e a cui hanno partecipato anche il Vicepresidente federale Valter Quercioli e il Presidente di Fondirigenti Marco Bodini.

Oil & Gas

In questo ambito, così essenziale nella transizione che si vuole realizzare, il lavoro è stato già articolato in sottocommissioni operative. I documenti prodotti mostrano l’ampiezza del lavoro sviluppato, che si estende dall’utilizzo delle plastiche, spesso insostituibili, alla circolarità delle produzioni, al trattamento dei rifiuti, ma anche ai temi aperti quali lo stato dell’arte nella fusione nucleare o la problematicità economica dell’uso dell’idrogeno.

Trasporti 

Il settore è particolarmente toccato dall’orientamento verso la decarbonizzazione e la mobilità elettrica.
Nel panorama italiano purtroppo la regionalizzazione degli ultimi decenni sembra avere creato mondi che poco comunicano globalmente, e dunque occorre uno sforzo particolare per attuare una strategia complessiva. Questa dovrebbe essere incentrata su una generale “cura del ferro” di non facile attuazione e su un trasporto pubblico oggi poco in grado di assorbire aumenti di domanda: nel settore si intersecano problemi diversi legati anche alle scarse risorse disponibili.
Chi scrive rileva nel settore due pericolose tendenze: da una parte la difficoltà nella definizione di un approccio globale al trasporto pubblico nazionale, dall’altra la propensione delle strutture istituzionali più all’acquisto di mezzi nuovi (ad esempio i discutibilissimi treni a idrogeno) che al quotidiano lavoro di manutenzione di uomini, strutture e mezzi.

Il senso della giornata

Senza nulla togliere agli altri prestigiosi componenti dell’Advisory Board, l’intervento finale cui più giova richiamarsi è stato quello di Francesco Rutelli, che si è davvero impegnato in un utile tentativo di sintesi.
Con buon senso e ragionevolezza, Rutelli ha commentato che gli obiettivi di fondo dell’“agenda climatica” non saranno probabilmente rispettati, per la difficoltà di portare 200 nazioni a comuni obiettivi vincolanti. L’incertezza, ha detto, rimane largamente dominante.
L’uscita da gas e petrolio non potrà che essere molto graduale dunque, con la previsione che in Europa si vada verso allungamenti e diluizioni delle drastiche prescrizioni che oggi si stanno introducendo.
Per di più mancano spesso anche le competenze per realizzare i cambiamenti (come esempio Rutelli ha citato la scarsità di ingegneri che si rileva in UK).

In questo quadro, le grandi difficoltà che si riscontrano in Italia giustificano la volontà di Federmanager di impegnarsi su queste tematiche, in modo pragmatico e lontano da facili ideologismi.
Barbara Cominelli, CEO di JLL Italia, ha commentato che le idee delle Commissioni devono tradursi in uno storytelling positivo su come ridurre i gap di competitività settoriali, con il duplice orizzonte del breve e del medio-lungo periodo. Inoltre ha spronato i partecipanti a fare uno sforzo di “drafting delle politiche” da sottoporre al sistema parlamentare e ministeriale. 

Questo è alla fine il senso di tutta l’operazione: lo sforzo analitico in corso da parte delle Commissioni, già più sviluppato in determinati ambiti, da spingere ulteriormente in altri, potrà far sentire una voce in più, autorevole, utile, e con capacità di intervento diretto sul quadro nazionale.

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