Ricerca & Innovazione in Europa: siamo ancora in partita vs USA e Cina?
Gli European Research & Innovation Days 2025 hanno mostrato le iniziative della Commissione per accelerare ricerca e innovazione, in termini di legislazione, fondi e incentivi
Silvia Pugi*
Il contesto
- Per attrarre i migliori talenti, la Commissione lancia un pacchetto da 500 milioni di euro, raddoppia i fondi per i ricercatori che si trasferiscono in Europa e istituisce un nuovo “super grant” settennale per garantire stabilità a lungo termine agli scienziati di punta.
- Sul fronte dei finanziamenti, il programma Horizon Europe vedrà il suo budget raddoppiato a 175 miliardi di euro. Questo investimento mira a consolidare il successo del programma, che ha già generato oltre 30 Premi Nobel, e che ha dimostrato un ritorno economico di 11 euro per ogni euro investito.
- Per trasformare la ricerca d’avanguardia in imprese di successo, il nuovo bilancio affiancherà a Horizon Europe un nuovo Competitiveness Fund, destinato alla crescita nei settori strategici come l’intelligenza artificiale e le tecnologie green. È stata infine lanciata una nuova strategia per startup e scale-up, per rimuovere le barriere normative, colmare i divari di finanziamento e liberare capitale di rischio per aziende high-tech.
Il problema: perché l’Europa è rimasta indietro
- Commercializzazione: l’Europa eccelle nella ricerca, produciamo il 32% delle pubblicazioni scientifiche globali, ma solo un terzo di queste innovazioni viene sfruttato commercialmente.
- Investimenti in Ricerca & Innovazione (R&I): l’UE investe il 2,2% del PIL in Ricerca & Innovazione, contro il 3,6% degli USA e il 2,6% della Cina e la distanza si allarga se si considerano gli investimenti privati (fonte Eurostat 2025).
- Scale-up di startup: solo 7 unicorni europei nel 2024, contro 140 in USA e 70 in Cina. Il 90% delle startup europee fatica a superare la Serie B per mancanza di capitali di rischio e mercati frammentati (27 Stati membri con regole diverse su fiscalità e accesso ai capitali).
- Cultura del rischio: in Europa aziende e fondi pensione vedono ancora le startup come troppo rischiose, senza capire che vanno guardate in ottica di portafoglio (investo in 100, puntando sul fatto che 10 mi ripagheranno con gli interessi per l’intero capitale).
La soluzione: 5 azioni concrete per colmare il gap
1. Aumentare e indirizzare gli investimenti
Obiettivo: portare gli investimenti in R&I al 3% del PIL entro il 2030 (oggi siamo al 2,2%), con almeno il 50% da fondi privati (oggi 30%).
Come:
- Raddoppiare il budget di Horizon Europe (oggi 95,5 miliardi di euro per 7 anni) e semplificare l’accesso ai fondi per startup e PMI.
- Incentivi fiscali per investimenti privati in R&I (es. crediti d’imposta per VC e corporate venture).
- Fondi sovrani europei per tecnologie critiche.
2. Creare un vero mercato unico per l’innovazione
Obiettivo: eliminare le barriere che frammentano il mercato (es. regole diverse su appalti pubblici, fiscalità).
Come:
- Armonizzare le norme per startup e scale-up definendo il 28º Regime, un quadro giuridico unico valido in tutti i 27 Stati europei.
- Destinare il 5% degli appalti pubblici UE (2.000 mld €/anno) a soluzioni innovative di PMI e startup.
- Attrazione e valorizzazione dei talenti: sono state lanciate varie iniziative per attrarre ricercatori da tutto il mondo, come Choose Europe (il numero di domande di finanziamento da parte di ricercatori stranieri è quadruplicato).
3. Scommettere sulle scale-up, non solo sulle startup
Obiettivo: trasformare le startup europee in campioni globali (oggi solo il 10% supera i 100 dipendenti).
Come:
- Fondo europeo per la scale-up: 20 miliardi di euro per co-investire con VC privati in fase di crescita (modello EIC Fund).
- Programmi di “corporate venturing”: incentivare le grandi aziende europee a investire in startup (sul modello per es. di Siemens, Airbus, Enel).
- Mercati dei capitali: completare l’unione dei capitali, per facilitare il finanziamento delle nuove imprese innovative e le IPO tech.
4. Accelerare la ricerca sulle tecnologie dual-use
Obiettivo: sfruttare le sinergie tra ricerca e innovazione per la difesa e a uso civile (es. AI, robotica, semiconduttori). Il tabù della tassonomia ESG è rotto, il nuovo European Defence Fund e Horizon Europe investiranno in tecnologie che rafforzino sia la nostra sicurezza che la nostra competitività industriale.
Come:
- Estendere il mandato dell’EIC (European Innovation Council) per finanziare progetti dual-use.
- Hub tecnologici europei: dove ricerca civile e militare collaborino (es. HEDI, Hub for EU Defence Innovation).
- Standard aperti: evitare la dipendenza da fornitori extra-UE in settori critici (es. cloud, 5G).
5. Coinvolgere i cittadini e le aziende
Obiettivo: creare una cultura dell’innovazione in Europa
Come:
- Programmi di “innovazione aperta”: coinvolgere i cittadini nella co-progettazione di soluzioni (es. smart city, salute).
- Formazione continua: investire in upskilling della forza lavoro.
Le aree identificate come prioritarie per gli investimenti in Europa
- Clean tech per la transizione energetica, per raggiungere la neutralità climatica e la sostenibilità industriale: idrogeno verde, eolico offshore, energie rinnovabili, economia circolare, materiali avanzati.
- Tecnologie Digitali, AI e deep tech: AI, microchip, quantum computing, cybersecurity sono il pilastro per la sovranità digitale europea, ridurre le dipendenze strategiche e posizionare l’Europa come leader globale.
- Salute: biotecnologia e terapie avanzate, lotta contro il cancro, salute digitale.
- Difesa e tecnologie dual-use: per rafforzare sia la nostra sicurezza sia la nostra competitività industriale.
Cosa possono fare i manager
- Investire di più in R&I, aumentando la percentuale dei ricavi dedicata all’innovazione.
- Collaborare con startup: creare programmi di corporate venturing e open innovation.
- Promuovere programmi di up-skilling delle persone.
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