Il percorso di decarbonizzazione in Europa

Gli acronimi, i piani e i programmi in Europa e in Italia

Vanni Bruscaglioni 

Socio ALDAI-Federmanager e componente del Gruppo Energia ed Ecologia







Green Deal, Fit for 55, REPowerEU, PNRR, PNIEC, alzi la mano chi conosce a fondo il significato di ognuno di questi termini. Forse si conosce qualcosa di ciascuno, forse se ne conosce qualche obiettivo, ma crediamo sia molto difficile comprenderne in toto le finalità, i budget, le interconnessioni, le tempistiche e i progressi.
Il Gruppo Energia ed Ecologia, con questo articolo vuole cercare di dare chiarezza al significato dei termini spiegando qual è il quadro complessivo e in che contesto operano, specificandone la situazione in Europa e - soprattutto - sottolineandone gli stati di avanzamento e la posizione dell’Italia nei confronti di ciascuno di essi.

Green Deal europeo

Il Green Deal europeo è la risposta dell’UE alla crisi climatica in corso.
Nel novembre 2019 il Parlamento ha dichiarato l’emergenza climatica chiedendo alla Commissione europea di assicurare che tutte le proposte fossero in linea con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C e ridurre in modo significativo le emissioni di gas a effetto serra. Quest’ultima, per combattere i cambiamenti climatici e il degrado ambientale, ha quindi presentato il Green Deal europeo con lo scopo di trasformare l’UE in un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, garantendo che:
  • nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra;
  • la crescita economica venga dissociata dall'uso delle risorse;
  • nessuna persona e nessun luogo siano trascurati.
Per rendere ciò attuabile, nel giugno 2021 il Parlamento ha approvato la legge europea sul clima, che rende giuridicamente vincolante l'obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) e la neutralità climatica entro il 2050.

Il Green Deal europeo: per diventare il primo continente a impatto climatico 0 

Fit for 55

Il Fit for 55 è lo strumento operativo adottato dalla UE per raggiungere le finalità del Green Deal ossia, come dice l’acronimo, ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 - rispetto ai livelli del 1990 - e di conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Adottato dalla Commissione europea il 14 luglio del 2021 è composto da un pacchetto di proposte, revisioni di regolamenti e direttive attuali, che comprende 13 riforme legislative e 6 proposte di legge sul clima e l'energia. Il Fit for 55 è composto da 4 tematiche principali:

Clima, Energia, Trasporti e Tassazione/Commercio

Le proposte riguardano in dettaglio:
  • Modifica della Direttiva sull’efficienza energetica (EED), che richiede agli Stati membri, nel 2030, una riduzione del 39% della energia primaria rispetto al 1990.
  • Revisione della Direttiva sulle rinnovabili (RED) che aumenta l’obiettivo del contributo di tali fonti al mix energetico dal 32 al 40% per il 2030.
  • Revisione del sistema di scambio delle emissioni (EU ETS) che funziona secondo il principio di una limitazione delle emissioni per le 10.000 installazioni coperte dal meccanismo stesso. 
 Nel campo dei trasporti:
  • Revisione del regolamento per la riduzione delle emissioni di CO2 per autovetture e furgoni. Le misure propongono che le case automobilistiche riducano del 55% rispetto ai livelli attuali le emissioni dei nuovi veicoli entro il 2030.
  • nuove iniziative per l’Aviazione (ReFuelEU Aviation) che obbligherà i fornitori di carburante destinato agli aerei, che si riforniscono in aeroporti su territorio comunitario, a utilizzare livelli crescenti di carburante sostenibile.
  • nuova iniziativa per la Marina (FuelEU Maritime) che mira a stimolare l’adozione di carburanti marittimi sostenibili e tecnologie a zero emissioni.
  • la creazione di un Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), in pratica una tassa CO2 sull’import di cemento, ferro, acciaio, alluminio, fertilizzanti e elettricità, nel caso gli stessi non siano prodotti con adeguati standard rispetto alle emissioni. 
Il pacchetto include inoltre una revisione: 
  • della Direttiva sulla tassazione “minima” (ETD) dei prodotti energetici;
  • del Regolamento su uso del suolo, cambio di destinazione d’uso del suolo e Silvicoltura (LULUCF) che possono contribuire alle emissioni catturando o rilasciando CO2;
  • del Regolamento “Effort Sharing” (ESR) che stabilisce obiettivi nazionali per la riduzione delle emissioni derivanti dal trasporto su strada, dal riscaldamento degli edifici, dall'agricoltura, dai piccoli impianti industriali e dalla gestione dei rifiuti. 
Il Fit for 55 è uno strumento dinamico, oggetto di continue negoziazioni tra i membri del Consiglio. Dal 14 luglio 2021, anno di adozione di tale pacchetto, ad oggi molte sono state le decisioni prese dal Consiglio sulle diverse iniziative e Direttive e molti i cambiamenti anche a livello di target.

Una delle ultime decisioni è stata la costituzione di un Fondo sociale per il clima che avrà a disposizione 59 miliardi di euro per il periodo 2027-2032 e sarà a disposizione degli Stati membri per finanziare misure e investimenti a sostegno delle famiglie, delle microimprese e degli utenti dei trasporti che sono vulnerabili.

REPowerEU

In risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato energetico mondiale causate dall'invasione russa dell'Ucraina, la Commissione europea ha varato il piano REPowerEU. 
La sua finalità è: energia sicura, sostenibile e a prezzi accessibili per l'Europa 

Presentato dalla Commissione europea il 18 maggio 2022 - e completato poi il 20 luglio del 2022 -, il suo scopo è quello di rendere l’Unione europea indipendente dai combustibili russi, e in particolare di incentivare l’impiego delle fonti rinnovabili. Il REPowerEU si pone i seguenti 3 obiettivi principali:

  • risparmiare energia;
  • diversificare l’approvvigionamento energetico;
  • sostituire i combustibili fossili con energie pulite;
Per riuscire a raggiungerli si è stimato un investimento di circa 300 miliardi di euro da attuare nei prossimi 5 anni di cui 72 in sovvenzioni e 225 in prestiti. Buona parte delle risorse deriveranno dai vari Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR).
In termini pratici, gli Stati membri saranno autorizzati ad aggiungere un nuovo capitolo dedicato al piano REPowerEU ai rispettivi piani nazionali per la ripresa e la resilienza, allo scopo di finanziare investimenti e riforme chiave che contribuiranno al conseguimento degli obiettivi del piano stesso.
Come vengono declinati i 3 obiettivi fondamentali:
Risparmio dell’energia ed efficienza energetica  
L’Unione europea si è posta l’obiettivo di aumentare al 13% il risparmio di energia entro il 2030. Si tratta di un traguardo molto ambizioso, che può essere raggiunto solo attuando una serie di strategie e soluzioni come, ad esempio, l’efficientamento energetico degli edifici, l’impiego dell’eco-design e nuove abitudini quotidiane per le aziende e i singoli cittadini.
A questo scopo la Comunità europea ha posto in essere delle raccomandazioni specifiche per i cittadini appartenenti agli Stati membri, attivando una campagna di sensibilizzazione denominata Playing my part, che appunto fa riferimento alle soluzioni che si possono impiegare al fine di risparmiare energia.
Come avviene la diversificazione dell’approvvigionamento energetico
Diverse sono state le iniziative messe in campo al fine di liberarsi dalla dipendenza dall’energia russa:
  • accordi con Paesi terzi per l’importazione tramite gasdotti;
  • investimenti nell'acquisto comune di gas naturale liquefatto (GNL), potenziando allo stesso tempo gli stoccaggi;            
  • partenariati strategici con Namibia, Egitto e Kazakistan per garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di idrogeno rinnovabile;
  • accordi con Egitto e Israele per l'esportazione di gas naturale.
Come avviene la sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili
A riguardo l’Unione Europea si pone l’obiettivo di incrementare le energie rinnovabili dal 40% al 45 % entro il 2030. Tra le proposte vi è l’obbligo di installazione di pannelli solari sui tetti degli edifici pubblici e commerciali di nuova costruzione aventi un’area superiore ai 250 metri quadri entro il 2026, e dal 2027 imporre lo stesso obbligo agli edifici già esistenti.
Con riferimento alla produzione di biometano e biogas, si vuole investire nello sviluppo e nella ricerca al fine di trovare la migliore soluzione per immettere il biometano nella rete di gas in modo sicuro.
Mentre per l’idrogeno, l’UE infatti si è posta l’obiettivo di produrre 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030.

PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR) è il programma con cui il Governo italiano intende gestire i fondi del Next Generation EU, meglio noto in Italia col nome di Recovery Fund o Recovery Plan, il pacchetto da 750 miliardi approvato dall’Unione europea in risposta alla crisi pandemica.

Il Piano di Ripresa e Resilienza presentato dall’Italia prevede investimenti e un coerente pacchetto di riforme, a cui sono allocate risorse per 191,5 miliardi di euro finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) di cui 122 circa sotto forma di prestiti agevolati e 69 in sovvenzioni, cui si aggiungono 30,6 miliardi attraverso il Fondo complementare istituito con il Decreto Legge n.59 del 6 Maggio 2021 per un ammontare complessivo di 222,1 miliardi. Ha una durata di 6 anni, dal 2021 al 2026. Approvato dalla Commissione europea nel giugno 2021, il PNRR italiano, così come quello degli altri Paesi membri, si è dovuto in seguito adeguare alla decisione della Commissione europea di rafforzare il Regolamento europeo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) nel quadro del piano REPowerEU, ossia la strategia europea di risposta alle fragilità del sistema di approvvigionamento energetico emerse con il conflitto Russia-Ucraina.

Il nuovo PNRR italiano operativo dal 30 aprile 2023, si compone di sei missioni, ossia traguardi da raggiungere attraverso i finanziamenti, che richiamano in parte quelle già presenti nel Next Generation EU.

Missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Stanziati 49 miliardi                                   
Missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica. Stanziati 68,6 miliardi
Missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile. Stanziati 31,5 miliardi 
Missione 4: istruzione e ricerca. Stanziati 31,9 miliardi
Missione 5: inclusione e coesione. Stanziati 22,6 miliardi
Missione 6: salute. Stanziati 18,5 miliardi

Ciascuna missione è strutturata in componenti o obiettivi generali da raggiungere, a loro volta suddivisi in misure declinate in investimenti o riforme a seconda della loro specificità. Per esempio, la Missione 2 che è quella che più ci interessa dal punto di vista energia ed ecologia, è suddivisa nelle seguenti 4 componenti:
  • agricoltura sostenibile ed economica circolare                
  • energia rinnovabile, idrogeno, reti e mobilità sostenibile
  • efficienza energetica e riqualificazione degli edifici            
  • tutela del territorio e della risorsa idrica
La Missione 3, altrettanto interessante dal punto di vista “energia”, è suddivisa nelle due componenti:
  • rete ferroviaria ad alta velocità/capacità e strade sicure
  • intermodalità e logistica integrata
L’erogazione dei finanziamenti per il PNRR avviene in rate semestrali, ciascuna al raggiungimento di specifici obiettivi e target, fino al 30 giugno 2026, data dell’ultima scadenza. A oggi la situazione italiana delle erogazioni è la seguente:

  • agosto 2021 incassato il prefinanziamento da 24,9 miliardi (di cui 9 a fondo perduto e 16 come prestiti) pari al 13% del totale PNRR;
  • aprile 2022, incassata la prima rata da 21 miliardi, di cui 10 come sovvenzioni e 11 come prestiti;
  • novembre 2022, incassata la seconda rata da 21 miliardi di cui 10 in sovvenzioni e 11 prestiti;
  • la terza rata da 18,5 miliardi (data dagli originali 21,8 cui vengono sottratti 2,8 miliardi di  quota prefinanziamento e 519 milioni trattenuti per inadempienze su alloggi studentato), ha avuto il via libera al pagamento solo recentemente, ai primi di ottobre 2023. 
  • a fine settembre è partita anche la richiesta per il pagamento della quarta rata, decurtata a 16,5 miliardi in seguito alle modifiche nel frattempo intervenute sul Piano e accettate da Bruxelles (1,9 di sovvenzioni e 14,1 di prestiti cui si aggiungono i 519 milioni di cui sopra).
Le prossime rate, tempi e valori, sono le seguenti:
  • quinta - 31 dicembre 2023 - 18 miliardi 
  • sesta - 30 giugno 2024 - 11 miliardi
  • settima - 31 dicembre 2024 - 18 miliardi 
  • ottava - 30 giugno 2025 - 11 miliardi 
  • nona - 31 dicembre 2025 - 13 miliardi 
  • decima - 30 giugno 2026 - 11 miliardi      
                                           

PNIEC

Il PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, è lo strumento con cui gli Stati membri identificano politiche e misure per il raggiungimento degli obiettivi energia e clima al 2030.
Con i PNIEC vengono stabiliti gli obiettivi nazionali al 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2, nonché gli obiettivi in tema di sicurezza energetica, interconnessioni, mercato unico dell’energia e competitività, sviluppo e mobilità sostenibile, delineando per ciascuno di essi le misure che saranno attuate per assicurarne il raggiungimento.  
Pensati e sviluppati negli anni 2019-2020 (l’Italia ha presentato il suo PNIEC per la prima volta nel gennaio del 2020), essi devono essere tuttavia rivisti in virtù dei nuovi target del Fit for 55 e in virtù del nuovo piano REPowerEU.
Discorso molto complesso dato che gli aggiornamenti dei PNIEC dovranno considerare un elenco di 49 normative, proposte e misure di politica energetica rilasciate dalla Commissione, la quale ha anche richiesto di includere all’interno di essi un riferimento ai PNRR e ai loro capitoli REPowerEU per ogni relativa politica e misura.

L’Italia ha presentato la propria proposta di aggiornamento a fine giugno 2023, in accordo con la normativa europea. Il documento inviato alla Commissione è frutto del lavoro del Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica, il MASE, con il supporto operativo del GSE, di RSE per la parte energetica, dell’ISPRA per la parte ambientale e di Enea, PoliTO e PoliMI per la parte della ricerca e innovazione.
Tuttavia, il Ministero ha precisato che quella inviata a Bruxelles è una sintesi mentre il Piano vero e proprio risulta essere ancora in lavorazione. La Commissione valuterà gli aggiornamenti proposti e presenterà delle raccomandazioni (non vincolanti).  A questo punto l’Italia, come gli altri Stati membri, avrà a disposizione 6 mesi, entro dicembre 2024, per completare il PNIEC.

Poco si sa del nuovo Piano. Da una rapida nota stampa rilasciata dal MASE, si apprende che l’obiettivo 2030 delle rinnovabili sui consumi finali lordi è passato da un 30 a un 40%. Entrando nel dettaglio, la quota di F.E.R. (fonti energia rinnovabile) nei consumi elettrici è salita al 65%, dall’originario 55%, quella su riscaldamento e raffrescamento al 37% dal 33,9%, quella sui trasporti al 31% rispetto al 22% della prima versione. Infine, si menziona un 42% di idrogeno da rinnovabili per gli usi industriali. 

La struttura del nuovo PNIEC si sviluppa intorno a cinque dimensioni tra loro sinergiche, ovvero:  
  • Decarbonizzazione, che comprende, tra le altre, gli obiettivi e lo sviluppo delle rinnovabili;  
  • Efficienza energetica, che riduce la dipendenza dalle importazioni energetiche, diminuisce le emissioni e favorisce la crescita e l’occupazione;
  • Sicurezza energetica, che riduce la dipendenza dalle importazioni e garantisce la sicurezza del sistema elettrico;
  • Mercato interno dell’energia e sua completa integrazione, che comprende lo sviluppo dell’interconnettività, dell’infrastruttura, l’integrazione del mercato e la necessità di affrontare la povertà energetica;
  • Ricerca, innovazione, competitività, che supportano le innovazioni nel campo delle tecnologie energetiche a basse o zero emissioni dando priorità alla ricerca nella transizione energetica e migliorando la competitività. 
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