Esproprio proletario
La gaffe di Di Maio sulle pensioni d'oro. Per risparmiare 12 miliardi bisognerebbe tagliare gli assegni da 2.500 euro netti.
Danilo De Stefani
Socio ALDAI - Federmanager
Secondo il presidente di Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla "I calcoli di De Maio non stanno né in cielo né in terra perché sono sbagliati" e pone una questione non secondaria: "Di Maio dice che vuole abrogare le pensioni d'oro, ma a queste persone cosa diamo? Gli portiamo via tutti i soldi?".
Per ottenere un risparmio di 12 miliardi bisognerebbe tagliare gli assegni dal valore medio pari a 2.500-2.600 euro mensili, colpendo i dirigenti pensionati, questi sono i calcoli corretti secondo il Centro Studi Itinerari Previdenziali, l'ente indipendente tra i più accreditati nell'analisi sulle pensioni.
La "boutade elettorale di De Maio" non solo è errata nei calcoli, ma pone serie riflessioni sul "riconoscimento del merito" e la "certezza del diritto" da parte del Movimento 5 Stelle.
Una Paese senza certezza del diritto non da fiducia e la dichiarazione di De Maio è un invito alle persone che vogliono impegnarsi nella vita ad emigrare in Paesi dove il diritto non è succube del populismo e delle campagne elettorali.
I manager sono portatori di ricchezza per il Paese e la persecuzione proposta da De Maio è preoccupante perché, per ottenere i voti dell'invidia sociale, mette a rischio il presente dei pensionati e il futuro delle delle nuove generazioni alimentando la tensione e l'impoverimento collettivo. Mi aspetterei da un partito con ambizioni di Governo proposte credibili, costruttive e rispettose della dignità delle persone per un futuro di prosperità per tutti.
Se il progetto politico di De Maio si riduce alla penalizzazione del merito a favore dei furbi che le tasse non le pagano saprò come regolarmi.