L’accreditamento di Federmanager
L’Assemblea pubblica, che a Roma ha preceduto il Congresso di Federmanager, è stata un grande successo nel rapporto col mondo istituzionale. Servirà alla dirigenza?
Giuseppe Colombi
Consigliere ALDAI-Federmanager e componente del Comitato di redazione Dirigenti Industria
L'Assemblea pubblica
Se occorreva un evento esemplare per sancire l’accreditamento di Federmanager non solo nel confronto con i naturali interlocutori degli altri “corpi intermedi”, Confindustria e Confapi, ma con il complesso mondo istituzionale della Capitale, ebbene l’Assemblea pubblica “2021: Anno Uno” – svoltasi lo scorso 12 novembre all’Auditorium di Via della Conciliazione a Roma – ha avuto questa caratterizzazione.
L’incontro ha visto la partecipazione di oltre seicento persone, in tempi di pandemia una folla mai vista, e soprattutto ha dato spazio al più alto livello istituzionale, con i contributi, tra gli altri, di Ministri (Di Maio, Bonetti, Guerini), di leader politici (Salvini) e di altri personaggi oggi centrali come il Generale Figliuolo.
Ma, su tutti, il successo mediatico più evidente lo ha ottenuto il leader di Confindustria Bonomi, con un intervento stavolta forse meno ruvido che in altre occasioni, ma molto diretto nella critica al Governo e nell’indicazione di snodi essenziali su cui intervenire tempestivamente, quali un più efficace sostegno all’occupazione dei giovani e un più convinto sostegno all’università.
Particolarmente evidente è stato, nel discorso di Bonomi, l’affondo sugli sprechi connessi al rifinanziamento del reddito di cittadinanza, “diventato un disincentivo alla ricerca del lavoro”, mentre si dovrebbero dirottare più risorse sull’università. Ugualmente, egli si è soffermato sullo scarso risultato dei centri per l’impiego, che verrebbero ora rifinanziati per oltre 4 miliardi di euro, “rendendo oltremodo costoso questo fallimento”.
Altro tema toccato dal Presidente confindustriale è stato quello dei rischi di “disintermediazione di intere filiere industriali” connessi con le accelerazioni sui tagli dell’anidride carbonica. Si tratta di una tematica nella quale la forza delle cifre rende particolarmente pericolose certe accelerazioni ideologiche collegate con i grandi consessi internazionali appena conclusi.
Il successo mediatico è stato tale, nella stampa del giorno dopo, da lasciare sullo sfondo l’evento (il Congresso federale e gli ospitanti, Federmanager e il suo Presidente), per dare tutto lo spazio e la visibilità al discorso di Bonomi: dal nostro punto di vista non possiamo che rallegrarcene con il leader dell’organizzazione datoriale, peraltro auspicando che il Presidente di Confindustria voglia riconoscere l’associazione dirigenziale come un interlocutore da rispettare e valorizzare in tutte le occasioni di confronto, anche quelle in cui si discute dai due lati del tavolo.
Al nostro Presidente Cuzzilla (e alla sua addetta stampa, talmente brava da essere a breve cooptata per prestigiosi incarichi in ambiti istituzionali) dobbiamo riconoscere che, se tra gli obiettivi della sua rinnovata leadership c’era quello della centralità mediatica, essa è stata davvero conseguita.
Si tratta ora di capire se noi, tutti noi, sapremo darle continuità e sostanza, rilanciando il ruolo e la credibilità della dirigenza nazionale rispetto alle esigenze di un Paese che, forse senza nemmeno rendersene troppo conto, ne ha estremo bisogno, per non dire assoluta necessità.
Lasciando spazio alle immagini fotografiche, possiamo tuttavia spendere qualche parola anche sul Congresso vero e proprio del pomeriggio, sul programma presidenziale e sul relativo dibattito, e sulle elezioni di alcuni organi essenziali della Federazione.
Il Congresso di Federmanager
Siamo oggi di fronte ad un “unicum”, in quanto mai in passato si era affidato un terzo mandato al Presidente. È auspicabile, in nome della managerialità, che questa rimanga un’eccezione assoluta nei trienni futuri, dato che un organismo vitale deve saper organizzare la continuità nelle funzioni centrali di “governance” (inglesismo comodo, quanto difficilmente traducibile).
L’intervento del Presidente Cuzzilla sul nuovo programma triennale è stato come al solito molto convinto e di grande respiro: la principale esigenza, ha spiegato, è collegata alla crescita del numero degli iscritti, principale elemento necessario a dare sostanza a quell’accreditamento cui prima si accennava.
Il Presidente ha fatto espresso riferimento alla necessità di idee nuove da praticare attraverso una più ampia squadra di direzione, che organizzi da subito la continuità federale, prepari il prossimo contratto quale elemento centrale della vita di Federmanager, operi in modo efficace “contro le liturgie”.
Il dibattito che è seguito alle considerazioni di Stefano è stato aperto dal Presidente di Milano, Manuela Biti, con una dichiarazione puntuale, che pubblichiamo in uno specifico riquadro, perché chi legge ne possa recepire direttamente l’impatto.
La sensazione è che al Presidente di ALDAI non abbiano peraltro fatto seguito molti altri interventi di contenuto sostanziale. C’è stato chi si è preoccupato essenzialmente di quadri ed altri professional, chi ha richiamato la rilevanza dei giovani, chi ha rivendicato la centralità del problema “scuola”, e chi ha sottolineato l’esigenza di definire profili e obiettivi nella scelta delle posizioni federali, alla luce anche della necessaria revisione statutaria.
E non potevano mancare gli ormai consueti e rituali riferimenti al merito: nulla di nuovo sotto il sole.
Forse al “sogno” del Presidente federale, che si è soffermato sul contributo che attende “dalla squadra”, in Congresso doveva fare seguito un dibattito più ampio. Si tratta di una questione solo rimandata, in quanto Cuzzilla ha affermato di prevedere a breve uno specifico momento di approfondimento.
Il suo programma è stato approvato praticamente all’unanimità. Largo consenso ha poi trovato anche la nomina del Vice Presidente federale nella persona del fiorentino Valter Quercioli, attuale capo della delegazione negoziale federale. Valter ha confermato l’intenzione di dedicarsi con passione al nuovo ruolo “continuando a girare l’Italia”, a migliorare l’ascolto e a valorizzare il suo ruolo negoziale, dato che “se non ci si siede ai tavoli significa che si è parte del menù”.
Anche nel suo caso la nomina è passata con una sostanziale unanimità degli oltre centoventi aventi diritto al voto (solo sette schede bianche e nessun contrario).
La prosecuzione dei lavori prevedeva l’elezione del Tesoriere federale, l’unica posizione di Presidenza in cui ALDAI avesse prospettato, in modo unanime (la designazione aveva raccolto 35 suffragi su 38 votanti), una propria candidatura. Purtroppo alle buone ragioni del nostro sindacato, il principale della Federazione, non ha fatto seguito il consenso di voti che le caratteristiche umane e professionali di Antonio Zenatelli, intervenuto in modo essenziale ed efficacissimo, avrebbero meritato.
Resta aperto il problema che, al di là delle intenzioni verbali, si direbbe che la vitalità milanese non trovi riscontro nel resto del contesto nazionale, apparentemente ancora abbastanza lontano dall’uscita da logiche liturgiche e “di successione” automatica nelle posizioni chiave.
Non è inutile sottolineare che questo elemento critico, con quello della proporzionalità della rappresentanza agli iscritti, dovrà porsi al centro dell’attività della nuova coppia presidenziale.
Se infatti dovesse prevalere, come desumibile dai lavori congressuali, la continuità con le consolidate pratiche spartitorie del passato, il futuro federale si presenterebbe come assai problematico.
Si è poi passati alla nomina del collegio dei Probiviri federali, nel quale entra con pieno titolo la collega Angela Melissari di ALDAI, intervenuta in modo caloroso e determinato, e che potrà configurarsi come elemento di provata competenza e professionalità, in un contesto nazionale che di queste caratteristiche necessita particolarmente.
Anche nell’ambito dei Revisori dei Conti hanno trovato largo spazio le donne, con due posizioni su tre, elemento da sottolineare assieme alla giovane età che le caratterizza.
Così, perfettamente in orario per catturare i treni del ritorno, la giornata congressuale si è conclusa: tutti avremo tempo e modo di trarre conclusioni e ammaestramenti dal suo svolgimento.
Per Stefano e Valter il triennio è già cominciato e già urgono le prime significative risposte da parte loro.
Dichiarazione di voto del Presidente di ALDAI, Manuela Biti
Congresso Nazionale 12 novembre 2021
Abbiamo apprezzato il programma del Presidente Cuzzilla che vede finalmente la volontà di un cambio di passo della Federazione, è un Programma di trasformazione che mette al centro il dirigente e lo pone come elemento centrale con pari dignità su tutto il territorio. Per attuare una trasformazione è necessario cambiare approcci e prospettive, e il Presidente federale non ha mancato di evidenziare i punti da rafforzare: uno fra tutti, la necessità di valorizzare le competenze all’interno della galassia Federmanager. Sarà possibile attuare il cambiamento inserendo le persone giuste al posto giusto, con profili coerenti e con compiti e obiettivi che ci prefiggiamo e che potranno garantire una posizione forte nei confronti di Confindustria e nelle interlocuzioni politiche. Se il Presidente federale ha stabilito nel suo programma gli obiettivi, il Vice Presidente ha un’enorme responsabilità: a lui spetta il compito di rendere concreta la realizzazione degli obiettivi programmatici, a partire dalla riforma dello Statuto Nazionale e ai rapporti tra Federmanager e le Associazioni Territoriali. A nostra opinione la Federazione necessita di figure che per storia personale e contenuti “sindacali” siano nella condizione di impegnarsi nel gravoso lavoro di rinnovamento che la situazione impone. Al candidato Vice Presidente, ALDAI trasmette l’auspicio che la sua figura possa sollevarsi dal ruolo di mero riferimento di provvisorie aggregazioni, contribuendo alla riqualifica dell’intera organizzazione nazionale. Ci aspettiamo che egli, impegnandosi ulteriormente nel necessario ascolto di tutti e nella valorizzazione delle competenze, professionalità e impegno dei colleghi più attivi, e nel rispetto della proporzionalità della rappresentanza, sappia contribuire alla costruzione di un ruolo autorevole per Federmanager, orientato agli obiettivi che ci aspettano, in particolare un futuro rinnovo contrattuale finalmente adeguato e una riqualifica del complesso degli enti federali. In questo senso sono oggi presenti i Candidati di ALDAI. Confidiamo che il Presidente, il Vice Presidente e la governance Federmanager, riconoscendone l’unicità e l’insostituibile valore, possano offrire ad ALDAI la fiducia e l’opportunità di contribuire a realizzare i nuovi obiettivi e sappiano coinvolgere adeguatamente ALDAI e tutte le Associazioni Territoriali, valorizzandone il ruolo, nelle sedi opportune.