L'attività umana all'origine del cambiamento climatico?

La Terra nei suoi 4,543 miliardi di anni ha vissuto innumerevoli cambiamenti, inclusi quelli dell'atmosfera, di entità tali da modificare la composizione della biosfera del momento e determinare estinzioni di massa.

Luciano De Stefani - Componente del Consiglio Direttivo e della Giunta Esecutiva ALDAI-Federmanager

Come promesso ecco il secondo articolo sulla AGW da parte di Giulio Gentili, un Collega Senior che collabora attivamente nella Commissione Studi ALDAI. Laureato in Scienze Geologiche all’Università di Bologna, borsa di studio del C.N.R., per tre anni assistente volontario alla cattedra di Mineralogia nella Facoltà di Farmacia dell'Università di Siena. Studi in Scienze Biologiche. 
34 anni nell'industria chimico-farmaceutica, di cui 27 in posizione dirigenziale. Terminata la carriera manageriale in posizione di A.D. di un'azienda biotecnologica, ha svolto attività presso una CRO internazionale. 
Il testo proposto è una breve storia della climatologia della Terra, ma è corredata da 3 link molto interessanti che, oltre a descrivere alcuni termini come "effetto serra" o "buco dell'ozono, descrivono la componente umana nei cambiamenti climatici.
I link sono facilmente raggiungibili nella versione digitale – basta cliccare sul link stesso – mentre nella versione cartacea è necessario copiarlo in un browser tipo Google.
Giulio Gentili, a differenza dello “scettico” Giuliano Ceradelli, è un convinto sostenitore del ruolo che molte attività dell’uomo hanno sui cambiamenti climatici.
Rimane sempre molto importante distinguere i cambiamenti climatici dall'inquinamento.

Giulio Gentili

Socio ALDAI-Federmanager
La storia geologica, dall'inizio dell'Era Primaria, ce ne dà prove circostanziate. Eventi straordinari, come il bombardamento di meteoriti e di comete di ghiaccio, hanno contribuito a modellare il pianeta e, dalle origini, il motore interno, di dimensioni planetarie, attraverso i moti convettivi dell'astenosfera, ha creato e continua a creare le catene montuose vulcaniche sottomarine (dorsali medio-oceaniche), all'origine della deriva dei continenti e causa dei sismi e delle eruzioni vulcaniche.
In termini geologici "recenti", nel Triassico si è formato il supercontinente Pangea (in precedenza sono esistiti Rodinia e Pannotia e il meccanismo di formazione e di disgregazione del supercontinente è sempre stato il medesimo). La disgregazione di Pangea, con la formazione dei continenti attuali, è iniziata nel Giurassico (208-145 milioni di anni fa) ed è tuttora in atto sotto la spinta delle nuove dorsali oceaniche. Ciò dà conto dell'energia interna e del lavoro che essa è in grado di svolgere.
A livello continentale, inoltre, si è verificata la formazione dei trappi basaltici con emissione di lave e tufi su superfici e per volumi straordinari. Ad esempio: il Trappo siberiano, formatosi alla fine del Permiano (circa 251,2 milioni di anni fa), coprì un'estensione di 2 milioni di km2 (Italia: 301.338 km2) ed il volume originario fu tra 1 e 4 milioni di km3. Tali fenomeni eruttivi, da lunghissime linee di frattura della crosta terrestre, della durata anche di 10 milioni di anni, furono accompagnati da intense emissioni di gas (CO2, H2S, SO2, vapore acqueo, H2, ecc.) con ovvi effetti sulla composizione dell'atmosfera, sulla chimica delle acque marine, sulla litosfera, sul clima e sulla biosfera. Per confronto ricordo che l'esplosione della Caldera di Santorini – 1628 a.C. – uno dei più grandi eventi vulcanici accaduti, emise 60 km3 di DRE (Dense-rock equivalent). Nulla in confronto a ciò che accadde nella formazione dei trappi!
Per contro, precedentemente, con l'avvento delle piante acquatiche e semiacquatiche nel Devoniano si avviò il successo della flora e il successivo sviluppo delle foreste del Carbonifero. Foreste estesissime che modificarono radicalmente l'atmosfera, fissando enormi quantità di CO2.

"So yes, the climate has changed before humans, and in most cases scientists know why. In all cases we see the same association between CO2 levels and global temperatures. And past examples of rapid carbon emissions (just like today) were generally highly destructive to life on Earth."

Col Pleistocene (tra 2,58 milioni e 11.700 di anni fa) si è giunti ad una certa "maturità climatica" del Pianeta vivente.
La ciclicità del clima pleistocenico è stata ben compresa da M. Milankovitch, che evidenziò le variazioni concernenti l'eccentricità dell'orbita terrestre, l'obliquità dell'asse terrestre, e la precessione dell'orbita (quando i loro effetti sono in fase si ha una glaciazione, 1 ogni circa 100.000 anni). I cambiamenti nei moti terrestri e nell'orientamento dell'asse modificano la quantità di irradiazione solare e la relativa distribuzione sulla superficie del pianeta. I dati e la teoria furono confermati dalle successive analisi di carote estratte dai sedimenti marini (J. D. Hays e John Imbrie, C. Emiliani, N. Shackleton). E, soprattutto, dai carotaggi nei ghiacci dell'Antartide, i quali misero in evidenza l'andamento del contenuto in atmosfera della CO2 e la sua influenza fondamentale sulla temperatura e sul clima terrestre. E mai, nell'ultimo milione di anni prima dell'inizio dell'era industriale, la concentrazione in atmosfera superò le 280 ppm.
L'"effetto serra" individuato da Joseph Fourier nel 1826 fu confermato da vari ricercatori.
Nel 1896 Svante ARRHENIUS, in una seduta dell’Accademia svedese delle Scienze, espose quel che oggi chiamiamo effetto serra dell’anidride carbonica... (London Edinburgh and Dublin philosoph. Mag. and J. Science 4 s. V, n. 41, p. 237-276) col titolo, "On the influence of carbonic acid in the air upon the temperature of the ground." ...la segnalazione ebbe immediata risonanza e l’argomento non fu più abbandonato dalla Scienza.  http://istituto.ingv.it/images/collane-editoriali/quaderni-di-geofisica/quaderni-di-geofisica-2004/quaderno37.pdf

 “Il progetto EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica, ndr) ha ricostruito le variazioni di temperatura dell’Antartide e delle concentrazioni di anidride carbonica (in parti per milione) e di metano (in parti per miliardo) in atmosfera fino a quasi un milione di anni fa”. 
Da: Le variazioni climatiche durante l'ultimo milione di anni: ... (prima parte) 

Secondo molti ricercatori esiste un’evidente correlazione tra la concentrazione di CO2 e altri climalteranti nell’atmosfera e la temperatura. L’incremento dell’anidride carbonica nell’atmosfera è dovuto quasi completamente alle attività umane (agricoltura, traffico, produzione industriale, riscaldamento e raffrescamento).
Poniamoci una domanda: "A che livello è ora la CO2 in atmosfera?"
Il 24 marzo scorso era a 411,32 ppm, il 24 marzo 2009 a 389,31 cioè a dire 22 ppm in più in soli 10 anni! 

Non ho dubbi che l'Uomo sia una forzante dell'attuale cambiamento climatico.
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