L'ottimismo messo a dura prova
Nei discorsi e negli articoli di tutti i giorni non mancano i termini "sostenibilità", "rispetto ambientale", "Green Economy", ma quel che manca è un dibattito serio ed oggettivo sulle iniziative da realizzare e le relative conseguenze per l'ambiente e la vita dei cittadini
Giuliano Ceradelli
Socio ALDAI-Federmanager
Premessa
Il cambiamento climatico è un dato di fatto come l’inquinamento e il disastro ambientale, ma i due fatti non devono essere mescolati e confusi: il controllo dell’inquinamento è alla portata dell’uomo (anche se poco o nulla si fa), mentre il controllo del clima non lo è, causa la mancanza di una conoscenza consolidata e profonda di tutti i fattori che incidono sulla variabilità di un sistema complesso e non lineare come è il clima.
La scienza climatica è infatti molto giovane ed è attualmente basata su congetture non provate, sui famosi modelli (GCM = General Circulation Models) dell’IPCC (Intergovernmental Panel for Climate Change) e su grandi incertezze su quella che va sotto il nome di “sensibilità climatica” come risposta ad uno squilibrio energetico.
Certo se Dio fosse ambientalista come questo pontificato sostiene, allora questi modelli informatici potrebbero essere come Le Tavole della Legge, ma purtroppo questi modelli sono creati dall’uomo. Ciò che ne viene fuori è pienamente dipendente da quello che i programmatori hanno inserito: ipotesi, congetture, relazioni, ecc. Quindi credere al risultato di un modello climatico che non riesce neanche a ricostruire il clima del passato è credere a quello che i modellisti hanno inserito. Se ci metti solo la CO2, e trascuri altri fattori che fra l’altro neanche conosci, viene fuori solo la CO2. E’ un semplice C.V.D. Questo è esattamente il problema dell’odierna discussione sul clima, in cui i modelli climatici sono centrali ma incapaci di relazionarsi correttamente con la realtà, perché basati su credenze, e non sulla solida scienza autocritica.
Di seguito le conseguenze.
I prezzi dell’energia
Petrolio e gas non sono più disponibili in quantità sufficienti perché le società petrolifere sono state messe, con la forza, nella condizione di non poter investire più nella ricerca e sviluppo degli odiati idrocarburi. Sentenze di Corti di giustizia hanno condannato recentemente Shell e BP, additati come inquinatori per le loro emissioni di CO2, un gas serra che inquinante non è, ma mattone della vita, e la cui relazione con le temperature del globo non è provata. Si discute quindi circa la immediata necessità di bloccare gli investimenti nel settore degli idrocarburi, con la conseguenza di dover prossimamente affrontare un mondo senza prodotti chimici e con costi dell’energia insostenibili per i paesi già sviluppati, condannando allo stesso tempo alla miseria più assoluta le economie emergenti che quegli idrocarburi li producono, o vorrebbero usarli per raggiungere standard di benessere occidentali.
Si è arrivati persino a infiltrare scientificamente nei CDA delle compagnie petrolifere sabotatori di professione: ambientalisti insediati da mega-fondi come BlackRock (e chi altri) con lo scopo di soffocare gli investimenti delle oil companies dal loro interno, a mo’ di virus inoculati in un organismo ancora maledettamente sano, per farlo finalmente ammalare e renderlo definitivamente inoffensivo. Il signor Rossi, o il Sig. Bianchi in compenso, pagano la bolletta energetica il doppio. Eccoli serviti, l’antipasto del meraviglioso mondo “green” pensato e pianificato dai signori di Davos. Finalmente, grazie all’acceleratore del Covid, eventi di questo genere si stanno materializzando: crisi energetica, aziende che chiudono perché l’energia costa troppo, fallimenti che lasciano appiedati migliaia di lavoratori. L'inflazione sale ma non salgono i consumi: stagflazione.
Manifattura
Dopo le compagnie petrolifere, l’attacco alla civiltà occidentale partorito dalle menti più brillanti di Davos, Cupertino e Wall Street sta percolando nell’economia reale. Come è normale che sia, in un sistema le cui componenti sono strettissimamente legate. Oggi, dopo l’attacco al petrolio e al gas naturale, viene distrutto quello che resta della manifattura europea, già gravemente provata dalle delocalizzazioni scriteriate, favorite negli scorsi anni da una globalizzazione tanto stupida quanto avida.
Alimentazione
Colpita a morte l’energia, e mandata al tappeto assieme a questa la manifattura, resta un ultimo pilastro del benessere occidentale da colpire: la disponibilità di cibo di qualità a basso costo. Ancora una volta il “grimaldello” dell’operazione è offerto gentilmente dai profeti della catastrofe climatica: le mucche causano effetto serra perché emettono metano. I contadini causano effetto serra perché pretendono di guidare trattori e utilizzare strumenti agricoli alimentati da idrocarburi. I concimi e i pesticidi inquinano le falde e per fabbricarli si emettono gas serra. Morale: tassiamo anche l’agricoltura cancellando gli sgravi fiscali per l’uso dei combustibili, rendiamo i fertilizzanti costosissimi e quindi inaccessibili utilizzando il mercato delle emissioni della CO2, demonizziamo le mucche per le loro flatulenze e ispiriamo al tempo stesso campagne di pietismo animalista. Tutti vegani!!!
E mentre gli agricoltori annaspano, compriamo i loro terreni a quattro soldi per sbatterci sopra distese di pannelli solari, pale eoliche sulle colline limitrofe per far esplodere ancor più i costi della bolletta energetica e soprattutto per sottrarre gli stessi terreni alla disponibilità degli agricoltori. L’alternativa proposta? Il business della “carne sintetica” già vale decine di miliardi di dollari, e in prospettiva trilioni di dollari. E a specularci sono proprio i presunti salvamondo, da Di Caprio a Bill Gates.
Lo stesso Bill Gates che, proprio mentre investe sulla carne sintetica, è diventato il più grande proprietario terriero degli Stati Uniti, che mentre pianifica di venderti la sua carne sintetica, ti compra la tua terra. Così non la puoi coltivare più, né puoi praticarci l’allevamento. La carenza di prodotti della terra renderà la sua carne sintetica più attraente per il mercato, e i suoi profitti se ne gioveranno.
Conclusione
Queste sono le potenti droghe con cui ci ammaliano da anni e nel frattempo saremo stati privati del lavoro, della mobilità, della dignità, e dei piaceri della vita. Come quello di addentare una buona bistecca, o di bere un bel bicchiere di vino.
E tutto questo sarà fatto con la scusa del global warming, e di una catastrofe climatica che se mai arriverà, non arriverà mai nei termini raccontati.
Ecco che quindi, pur ottimista, sono messo a dura prova specialmente pensando al futuro delle prossime generaioni, anche se coloro che avranno messo la cosiddetta “scienza” al servizio di questa narrativa clima-catastrofista, facendosi strumenti più o meno inconsapevoli di un progetto disumano, saranno giudicati dalla storia. Non ne saprò nulla (per evidenti motivi) ma è molto probabile che sarà così.