Libertà (e portafoglio sano) è “Partecipazione”
Tanti anni fa la cantava Giorgio Gaber. Anzi più che una canzone, a tratti dal tono della voce, sembrava una esortazione.
Romeo Gazzaniga
Socio Federmanager
Partecipare vuol dire esserci, sentire, contribuire, elaborare, contestare, proporre, etc. Non abbiamo mai partecipato per abitudini ataviche e mancanza di formazione adeguata. Mugugnare si. Abbiamo sempre mugugnato mutuando da antiche consuetudini di Marina tale diritto.
E se ci decidessimo a portare all’incasso l’assegno che teniamo ancora in tasca dal dicembre 1947 che ci hanno lasciato i Padri della Costituzione con il 2° capoverso dell’Art. 1 “La sovranità appartiene al popolo che la esercita ...“ ?
Irrobustito anche dall’invito/dovere a partecipare alla vita pubblica ribadito nei secondi capoversi dei successivi articoli:
Art. 3 – “… E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Art. 4 – “ … Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Siamo un po’ in ritardo e rischiamo di trovare il conto corrente chiuso o sentirci dire che l’assegno è stato presentato fuori termini, ma vale comunque la pena di tentare di incassarlo partecipando alla vita politica dei partiti che abbiamo votato e frequentandone le sedi, non necessariamente per sviluppare l’azione “militante” ma quella del “condomino” che intende controllare ed indirizzare il proprio “amministratore del condominio”: eletto e remunerato dai cittadini per rappresentare le loro istanze, delegato a governare e produrre leggi che ogni cittadino deve rispettare.
Non lo facciamo? Siamo dei “Gran Signori”. Stracciamolo pure quell’assegno e mettiamo mano al portafoglio pagando a piè di lista qualsiasi conto ci propinano! Certo ci rimane la soddisfazione di poter mugugnare nei vari bar, circoli, social networks, etc. Sono belle soddisfazioni, no?
Dobbiamo prendere atto che un partito non è altro che un’associazione di "amministratori di condomini nell’ambito di specifiche visioni e valori" che concorre per ottenere la delega dai cittadini/elettori per amministrare "Comuni", "Provincie", "Regioni" nonché lo "Stato". Purtroppo sino ad oggi abbiamo nominato amministratori senza controlli successivi al voto e quindi con mandato in bianco. E’ vero che l’articolo 67 della Costituzione prevede che non vi sia vincolo di mandato, ma vi sono vari modi per esercitare lo stesso qualche legame sanzionatorio per non lasciare al parlamentare da noi eletto la libertà di uscire indenne dal patto di fiducia.
Se concediamo “carta bianca” non esercitando i poteri concessi dalla Costituzione partecipando alla vita politica corriamo molteplici rischi:
- nessun controllo nel caso non siano rispettati gli impegni con i propri elettori;
- gestione irresponsabile della “cosa pubblica” contraria al mandato ricevuto, in particolare in merito all’occupazione e al debito pubblico che hanno ormai superato ogni livello di guardia;
- passaggio dal gruppo politico in cui è stato eletto ad altro schieramento;
- decisione sugli stipendi che più gli aggradano per sé e per gli altri organi dell’apparato dello Stato;
- etc. etc.
Senza partecipazione, non si lamentino. Gran signori si nasce ! Prospettive?
Aspettiamoci tempi difficili perché la politica del Paese non è attenta alla generazione di valore, con inevitabili conseguenze sul rispetto dei diritti: riduzione delle pensioni (non solo per i pensionandi, ma anche per i pensionati da anni sempre più taglieggiati da addizionali comunali, regionali e Tares varie), taglio tredicesime, tassazioni sempre più progressive ed insostenibili sugli Immobili, ed altre misure che si renderanno inevitabili per scongiurare il “default”, cioè il fallimento per incapacità di restituire il debito pubblico.
Buona parte di coloro che hanno dichiarato di tutelare al meglio le nostre istanze rappresentandoci in Parlamento:
- non riescono ad imbrigliare l'endemica criminalità organizzata, corruzione, evasione fiscale;
- aumentano costantemente un già disastroso debito pubblico nonché gli emolumenti loro e quelli di gran parte del circondario istituzionale, per crearsi un complice consenso;
- si muovono da "capi" e non da "amministratori", certi della loro impunità e della mancanza di controlli ravvicinati e costanti sul loro operato.
Le briglie sugli amministratori non hanno mai consentito: sprechi, super-compensi, tanto meno bancarotta dei condomini per eccesso di indebitamento.
Dobbiamo esercitare un controllo ferreo sugli amministratori ai quali non va data alcuna fiducia “in bianco”. Quando ci sono in ballo la nostra “cassa” e il nostro “indebitamento” non ci si deve fidare per principio di nessuna persona anche se in teoria meritevole. Siamo sempre stati raggirati da persone di fiducia !
Appello alla partecipazione dei cittadini
Per moralizzare la politica del Paese si rende necessaria una maggiore partecipazione sia dei cittadini consapevoli, sia dei pigri, degli agnostici, di coloro che non vanno a votare e di quelli che ridono di gusto vedendo “Crozza nel Paese delle Meraviglie”, ma poi non traggono le conclusioni operative per arginare gli scempi.
I Cittadini consapevoli entrino nei partiti, iscrivendosi a quello che più gli pare e piace e che hanno votato, nella logica delle direttive che i condòmini danno agli amministratori e del successivo controllo sull’effettiva attuazione di tali direttive. Ne frequentino almeno 5/6 volte all’anno le sedi (anche periferiche: quartiere, circolo, etc.) e soprattutto siano determinanti nelle votazioni di: importanti decisioni politiche e dei candidati a primarie o altra funzione chiave.
I cittadini/condòmini potranno così convenire specifici mandati agli eletti, ben conosciuti da vicino, e cioè le linee programmatiche da perorare; gli obiettivi programmatici, i piani di sviluppo economico e di rientro del debito pubblico, etc.
Dobbiamo smettere di mugugnare, lamentarci, indignarci, e soprattutto non mettere più mano al portafoglio per pagare da Gran Signori volenti o nolenti le conseguenze di una masochistica pigrizia che prima o poi oltre a danneggiare continuamente il nostro portafoglio limiterà anche la nostra libertà.
I secondi capoversi degli Articoli 1, 3 e 4 della Costituzione ci legittimano ed invitano ad essere protagonisti del nostro destino!