Per un'Europa razionale
Il Gruppo Dirigenti per l'Europa ricorda che il 26 maggio ci sono le Elezioni Europee.
Giorgio de Varda
GdL Dirigenti per l’Europa e coordinatore CADD (Centro Analisi Dati Dirigenti)Il disegno di un’Europa razionale: è proprio ciò che è emerso nell'evento sul futuro dell'Europa organizzato in ALDAI il 27 marzo. Nell'evento promosso dal gruppo Dirigenti per l'Europa è stata presentata la visione dei dirigenti su questo attualissimo tema, basata non solo sull’indagine diretta a tutti i dirigenti ALDAI alla fine del 2016 sull’Europa (e su questa rivista riportata più volte), ma anche sulle successive elaborazioni, eventi e discussioni avvenute in Federmanager e nel gruppo di lavoro prima citato, nonché nelle discussioni seguite all’evento del 27 marzo.
La parola razionale, che per i dirigenti ha un valore particolarmente pregnante, è comparsa spesso nella storia dell'Unione europea, ma mi ha colpito particolarmente che il 24 maggio del 1986, sul Corriere della Sera il grande europeista Mario Albertini commemorando la morte di Altiero Spinelli, in un memorabile scritto, avesse definito lo stesso un eroe della ragione.
Quindi, non sorprende affatto che i dirigenti abbiano potuto anticipare, come si è rilevato nelle conclusioni del primo intervento del 27 marzo da me tenuto, un'idea di Europa più integrata, con maggior potere e autonomia, più efficiente, dotata della capacità di fare una politica estera e una politica di difesa, con una sua capacità fiscale, citando il paragone con gli USA: questo modello razionale delineato dai dirigenti può essere visto sia come una loro completa adesione al modello delineato per il futuro per la parte economica e sociale dal rapporto dei 5 presidenti del 2015 (delle 5 principali istituzioni europee del tempo), sia come un’anticipazione delle sue evoluzioni successive fino a quella più completa fatta recentemente dalla Francia (ma non dalla Germania) con la proposta, che ha visto la piena adesione del Movimento Federalista Europeo, di un’Europa a 2 velocità attraverso la possibile scelta di alcune nazioni di costituire un primo “nucleo quasi federale”. La coincidenza nel tempo delle varie proposte è stata resa possibile da una piena razionalità di tutti gli attori citati.
Ma se ci chiediamo se l'attuale edificio europeo sia del tutto razionale, la risposta è che occorrono delle sostanziali modifiche evolutive per un maggior federalismo, implementando fino in fondo istituzioni fondamentali per il funzionamento dell'euro quali, in primis, il completamento dell'Unione Bancaria, nonché occorre una maggiore spinta sul Pilastro sociale europeo. I dirigenti non ritengono attuabile il Fiscal Compact della visione tedesca che per l'Italia, a causa del macigno del debito pubblico, diventerebbe praticamente disastroso e quindi irrazionale.
I passi che l'Europa ha compiuto e deve ancora compiere sulla via del federalismo sono stati trattati criticamente ed esaurientemente da Paolo Zanella nel secondo intervento proposto il 27 marzo, che ha istituito un ponte tra le istituzioni europee e la ragione.
Emerge l'assoluta non razionalità su molti temi bandiera delle politiche nazionalistiche, essendo spesso i nazionalisti assolutamente incapaci di garantire quello che promettono per attirare il consenso.
Un esempio eclatante è la Brexit, in merito alla quale il popolo inglese ha votato sì democraticamente ma probabilmente su una base di informazioni e proiezioni che erano completamente diverse da quello che si sta avverando. Eppure siamo nella patria della democrazia!
Sono convinto personalmente che anche nel famoso referendum del 2005 in Francia che ha bocciato la Costituzione Europea, provocando danni enormi a tutto l'impianto europeo fino a quel momento edificato, abbiano influito in maniera determinante informazioni false o fake news, anche se allora questo tema non era ancora attuale; alcuni di questi blogger così influenti al tempo stanno ritornando ora in auge con i gilet gialli.
Ma se l'informazione non è corretta la decisione popolare può essere completamente diversa dall'interesse vero del popolo. A proposito di informazioni, nell'ultimo intervento di Massimo Donati, dedicato all’informazione e all’Europa digitale, si è cercato di istituire un ponte tra informazione, o meglio tra società dell’informazione, e futuro razionale: si è parlato delle informazioni come qualcosa che permea tutto e influenza le principali decisioni nella nuova economia digitale in cui solo una visione almeno europea può contrapporre l'interesse dell'Europa a un mondo complesso e articolato dominato dai giganti del web.
Questa forza di razionalità che dovrebbe spingere l'Europa (e noi ci auguriamo anche i votanti alle prossime elezioni) non è affatto avulsa dalla fortissima evoluzione tecnologica in corso, e pensiamo ad esempio all'ultimo conflitto che ci è stato tra giganti del web e l'Europa sull’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva sulla regolamentazione del web. La situazione geopolitica internazionale con il crescente affermarsi anche nelle nazioni leader mondiali di un forte nazionalismo e spesso anche di un sentimento contrario all'Europa, rende necessario sempre di più un’Europa forte e coesa portatrice di valori antichi e sempre più preziosi come la salvaguardia dei diritti fondamentali, la sicurezza sociale, la tutela dell'ambiente attraverso uno sviluppo sostenibile e la pace dei popoli. Siamo convinti che solo l'Europa con la sua tradizione culturale, con la sua forza di mercato e con la sua razionalità intrinseca sappia trovare la via giusta in un “conflitto ideologico” da cui potrà dipendere anche il futuro democratico di tutta l'umanità. Mi piace ricordare la conclusione del citato articolo su Spinelli “eroe della ragione” che termina con queste parole: (L’Europa unita) “…è la sola via per ristabilire l'equilibrio tra capacità tecnologica e capacità politica e per incamminare il mondo verso una vera civiltà: la pace organizzata”.
Le presentazioni utilizzate nel corso dell'evento tenutosi il 27 marzo scorso, sono scaricabili dal sito ALDAI nella sezione eventi.