Un’ora in più d’inquinamento
Il blocco dei diesel Euro 3 dalle 7:30 alle 19:30 a Milano e nei comuni con più di 30mila abitanti rischia di aumentare il traffico e l’inquinamento, mentre gli incentivi alla rottamazione solo per chi è in grado di presentare ISEE da poveri, veri o presunti, rappresenta l’ennesima iniziativa alla Robin Hood per generare consenso di alcuni, piuttosto che sviluppare benessere collettivo.
Collega Picchio
Dal 1° ottobre non possono circolare nei grandi centri lombardi le auto diesel Euro 3; una conquista di chi si batte per l’aria pulita che rischia di diventare un controproducente “autogol”.
Per accedere alle informazioni della Regione Lombardia cliccare "Misure di limitazione per migliorare la qualità dell'aria" ed "Elenco dei Comuni aderenti in aggiunta a quelli con più di 30 mila abitanti".
Abbiamo due auto in famiglia, che finora i due figli hanno utilizzato per andare al lavoro in 20 minuti, in direzioni opposte della città e in luoghi raggiungibili con i mezzi pubblici con un paio d’ore in più al giorno per ciascuno. Una delle auto è un diesel Euro 3 e il 1° Ottobre abbiamo risolto il problema del blocco del traffico accompagnando il primo figlio al lavoro, per poi usare la stessa auto per il secondo, o per le altre esigenze di famiglia, e la sera tornare a riprendere il primo figlio per tornare a casa. In buona sostanza ai 40 minuti di andata e ritorno per entrambi, per un totale di un’ora e 20 minuti di inquinamento al giorno, ne abbiamo aggiunti altri 40 per il viaggio in più, diventati in realtà oltre un’ora per effetto dell’aumento di traffico prodotto, evidentemente, dal blocco che genera effetti controproducenti. Insomma un’iniziativa per “lavarsi la coscienza” e dimostrare di non essere insensibili alle limitazioni dell’inquinamento, ma senza un concreto impegno sui risultati.
Enrico De Vita, editorialista di AUTOMOTO, sostiene nell'articolo «Istituzioni e industria contro il Diesel, accuse infondate e controproducenti» che i diesel, con 65,3 mg/km di PM10, inquinano meno delle auto a benzina con 66,0 mg/km e addirittura delle auto elettriche con 65,7 mg/km. Secondo De Vita stiamo assistendo ad una "caccia alle streghe" pilotata da interessi politico-commerciali.
Per ridurre veramente l’inquinamento servono infrastrutture: estensione delle reti metropolitane per favorire l’uso dei mezzi pubblici, semafori intelligenti in città e una seconda “vera” tangenziale esterna milanese per ridurre le code e di conseguenza l’inquinamento.
Le iniziative per ridurre l’inquinamento prevedono anche incentivi alla rottamazione delle auto vecchie, e fin qui nulla di nuovo; ma questa volta potranno avvalersene solo i cittadini con ISEE sotto il livello presunto di povertà che comprende anche evasori e lavoratori in nero. Questo continuo interferire della “Cosa Pubblica” nella vita delle persone, prendendo risorse ad alcuni per donarle ad altri in cambio di consenso, rischia di distogliere l’attenzione dalle vere priorità, rappresentate dal bene collettivo e cioè di tutti.
L’ossessione di eliminare inquinamento e povertà, limitando le libertà e tartassando sempre i soliti, costituisce un incentivo a “cambiar aria” con conseguenze devastanti per i poveri, o presunti tali, che rimarranno in questo Paese. In Lombardia sono più le persone che “cambiano aria” di quelle che arrivano con i barconi. Sono giovani, disoccupati e pensionati in cerca di prospettive migliori quando qui l’aria diventa irrespirabile.