Webinar Federmanager sulla crisi Energetica

Mercoledì 23 marzo si è tenuto un incontro-dibattito sull'attuale crisi energetica e sulle iniziative per un futuro di sviluppo sostenibile

Franco Del Vecchio

Consigliere ALDAI Federmanager e coordinatore del Gruppo di Lavoro Progetto Innovazione - franco.del.vecchio@tin.it
Il conflitto in Ucraina accelera una crisi energetica e delle materie prime annunciata da tempo, che mette in crisi la sostenibilità del sistema industriale e del Paese.
 
L’incontro Federmanager dei Gruppi di Lavoro Innovazione, Energia ed Ecologia si è tenuto il 23 Marzo dalle 14:30 alle 17:00 esclusivamente in "Videoconferenza ZOOM" per condividere la realtà del momento e le iniziative per ridurre in prospettiva il rischio di povertà energetica.

Hanno partecipato all’incontro esperti di energia e gli autori degli articoli:
Cliccare "Incontro sulla crisi energetica" per scaricare la locandina.

Per scaricare le slide utilizzate in occasione dell'incontro cliccare:
Nel messaggio introduttivo il Presidente ALDAI-Federmanager Manuela Biti, nel ringraziare i partecipanti delle diverse Associazioni Federmanager, ha ricordato l'attualità e l'importanza della transizione energetica finanziata con 70 miliardi di € di investimenti del PNRR e la necessità di stabilizzare i costi dell'energia per la sostenibilità dell'industria e del sistema economico del Paese. L'aumento dei costi del gas (aumento di 16 volte in un anno) impone nuove strategie di approvvigionamento e l'accelerazione delle fonti di energia rinnovabili.
L'articolo "Italia a rischio povertà energetica" scritto a gennaio è diventato d'attualità con il conflitto in Ucraina. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrebbe investire in energie rinnovabili nazionali - fotovoltaico, eolico, dal mare e dal nucleare sicuro di nuova generazione - per ridurre il più possibile la dipendenza dall’estero; senza se e senza ma.

Il taglio delle tasse per ridurre i costi dei carburanti

Oggi, 23 marzo si riduce di 30 centesimi di € l'accisa sulla benzina che ammontava “pre-decreto” a 72,8 centesimi di euro per ogni litro (55% la seconda più alta d'Europa) e quella sul gasolio era la più esosa della UE, 61,7 cent al litro. L'intervento farebbe quindi scendere rispettivamente a 47,8 e 36,7 euro al litro. In aggiunta lo Stato applica poi l’IVA al 22% e con l’aumento di 1 € al litro lo Stato incassa 22 cent in più per l'IVA. Nonostante la modalità in cui sono proposte le misure, lo Stato non produce e non regala alcunché, perché lo Stato siamo noi e spetta a chi abbiamo dato la fiducia elettorale realizzare una strategia di sviluppo economico e sociale sostenibile nel tempo.

I consumi di energia elettrica in Italia

I sintesi i consumi di energia elettrica in Italia oscillano negli ultimi venti anni fra i 300 e i 330 TeraWatt ora (TWh, cioè milioni di MegaWatt ora) con riduzioni in corrispondenza delle crisi come nel 2008, e con un calo di circa 18TWh nel 2020, pari al 6,3% rispetto il 2019.  Nel 2020 l'industria ha rappresentato il 44% dei consumi con 125TWh, seguita dai servizi al 30% con 85TWh, dal settore domestico al 23% con 66TWh e dall'agricoltura al 2% dei consumi di elettricità con 6TWh.

Le fonti di energia elettrica in Italia

Ben 161,7 TWh, pari al 58%, sono stati prodotti nel 2020 da fonti termiche tradizionali petrolio e gas, prevalentemente di importazione, che insieme all'energia elettrica importata da altri Paesi (mediamente il 14% del fabbisogno nazionale), portano la nostra dipendenza energetica elettrica oltre il 70%.

L'energia elettrica in Italia già costava all'industria il 30% in più di altri Paesi europei, imponendo alle imprese che ne consumano molta - come le aziende della chimica, siderurgia, meccanica - di delocalizzare all'estero, nei Paesi Bassi, in Francia e nei Paesi dell'Est Europa.

Gli aumenti dei prezzi delle fonti energetiche di questo ultimo periodo ci hanno trovato totalmente impreparati e i tentativi di mitigare l'impatto con l'intervento statale, costituiscono una manovra d'emergenza; un palliativo che non risolve il problema.

Le aziende con costi di produzione che dipendono per oltre il 25% dall'energia elettrica, come le fabbriche di bottiglie, le industrie alimentari, tessili, chimiche e anche della fabbricazione di carta e dell'industria metallurgica, andranno in crisi senza alternative alla chiusura, mettendo a rischio mezzo milione di lavoratori, come risulta dalle analisi del Centro Studi Confindustria.

Quali prospettive energetiche per il 2050?

Rispetto alla situazione energetica mondiale del 2019, dominata all'83% dalle sorgenti energetiche fossili e solo il 12% da sorgenti rinnovabili e 5% dal nucleare, l'Italia parte da una situazione migliore in termini di energie rinnovabili, con il 34% rispetto al 12% indicato a livello mondiale, metà delle quali costituita da energia idroelettrica. 

In prospettiva 2050 gli scenari ipotizzabili secondo Bloomberg sono tre:
  1. una previsione conservativa "grigia" che non crede in grandi innovazioni nelle fonti energetiche, sebbene si preveda comunque l'incremento dal 12 al 42% delle fonti rinnovabili, la stabilità al 5% dell'energia nucleare e la riduzione dall'83% al 52% delle fonti fossili;
  2. una previsione che crede fortemente nella transizione verso le energie rinnovabili "green", che dovranno rappresentare l'85 delle fonti, per ridurre quelle fossili al 10%, considerando sempre un ruolo marginale del nucleare al 5%;
  3. il terzo scenario "rosso" si potrebbe verificare se la ricerca sul nucleare di nuova generazione, rispettoso dell'ambiente, riuscisse a concretizzarsi nei prossimi vent'anni, arrivando a rappresentare il 66% delle fonti energetiche, con una parte consistente - pari al 27% - di fonti rinnovabili e il 7% di residue fonti fossili.
Se gli aumenti dei prezzi delle materie prime spaventano e non piace lo scenario "grigio" bisognerà:
  • investire tutto il possibile in energie rinnovabili per ottenere la massima transizione verso le fonti "green";
  • partecipare alle iniziative sulle ricerca nucleare europea
La notizia che vorremmo sentire non è quante risorse (a debito) il Governo metterà a disposizione per calmierare gli aumenti dei carburanti, del gas e dell'energia elettrica, ma piuttosto quale piano energetico sostenere per evitare l'impoverimento del Paese.

L'energia arriva sempre dal sole.

Essendo il Paese del sole dobbiamo valorizzarne i benefici con un serio e stabile piano di sviluppo delle energie da fotovoltaico.

L'installazione di un sistema fotovoltaico su un tetto di circa 100 m2,  che ha generato nel mese di gennaio 2022 1 MWh (un megawatt ora) di energia elettrica esportando oltre 600 KWh a favore della collettività, si possono trarre semplici e interessanti riflessioni. Considerando la maggiore insolazione dei mesi estivi l’impianto fotovoltaico genererà dai 15 ai 20 MWh l'anno.

Per generare il 10% dell’energia consumata in un anno in Italia, pari a circa 30 TWh (TeraWatt ora) corrispondenti a 30 milioni di MWh, ci vorrebbero quindi circa 2 milioni di installazioni di pannelli fotovoltaici da 100 mq. Un progetto realistico che permetterebbe di ridurre del 20% circa le fonti energetiche fossili o del 40% circa le importazioni di energia elettrica.

L'intervento di Fabio Pansa Cedronio sulle fonti energetiche e i costi dei produttori di energia

Pansa Cedronio, nel ringraziare Franco del Vecchio per aver voluto organizzare questo evento insieme al Gruppo Energia ed Ecologia, di cui è il Coordinatore, ha ricordato che il GdL, attraverso il Comitato Energia presieduto dal collega Luciano Giannini, da tempo si occupa dei temi legati alla transizione energetica dalle tradizionali fonti fossili alle energie alternative e del cambiamento climatico. Temi complessi e molto dibattuti,  in continua evoluzione data la critica situazione in cui ci si trova ultimamente a seguito del conflitto ucraino che mette a rischio le tradizionali fonti di approvvigionamento energetico.

Si è anche trattato il problema dell’accumulo di energia necessario ad affiancare la produzione da fonti discontinue quali l’eolico ed il solare. Uno dei sistemi recentemente illustrati anche sulla rivista Dirigenti è l’accumulo idroelettrico con bacini montani che in Italia aveva avuto un forte sviluppo e che sarebbe da potenziare.

Altra fonte su cui si fa affidamento per un futuro sviluppo è l’Idrogeno (nella accezione di H2 verde) sia come vettore energetico sia come possibile accumulo di energia prodotta in eccesso o non direttamente sfruttabile dalle fonti non programmabili. Se ne è parlato approfonditamente in un recente Forum organizzato da Il Sole24 Ore tra i rappresentanti delle maggiori imprese energetiche ed impiantistiche italiane, che hanno confermato il loro interesse ed i progetti futuri.
Pansa Cedronio ha condiviso infine l'analisi Arte-Assoutenti sui costi medi a MWh di produzione dell'energia elettrica:
  • 20 € per l'idroelettrico
  • 30 € per il geotermico
  • 60 € per il fotovoltaico e l'eolico
  • 90 € per biomasse e rifiuti
  • da 18 € a marzo 2021 a 295 € a marzo 2022 per il gas naturale Corriere della Sera Economia 8/3/2022
Il raddoppio dei costi in bolletta genera quindi extra-profitti per 9 miliardi di € per i fornitori di energia da fonti rinnovabili: 2,9 mld da idroelettrico,  3,9 mld da eolico e fotovoltaico, 1,1 mld da geotermico, 2,5 mld da biomasse e rifiuti. Il leader nazionale del green Enel conseguirebbe un extra-profitto di 4,6 miliardi. Maggiori informazioni cliccando il titolo dell'articolo La Stampa "Caro-bollette chi ci guadagna", riservato agli abbonati.

Cliccare il video seguente per assistere all'intervento di Fabio Pansa Cedronio

L'intervento di Romano Ambrogi sulla crisi annunciata 

Il passaggio dai combustibili fossili alle rinnovabili come fonte di energia si è posto come esigenza per decarbonizzare ancor prima dello scoppio della crisi ucraina. L’Europa ha decisamente imboccato una strada verso “net zero Carbon”  per diventare leader mondiale nelle politiche di riduzione dell’effetto serra.

Le conseguenze del repentino aumento dei prezzi dell’energia sul sistema economico ed in particolare sul settore industriale sono estremamente gravi e mettono a rischio la possibilità di ripresa economica anche in Italia. Il sistema italiano è particolarmente vulnerabile per i costi più elevati in Europa e per le difficoltà di implementazione della transizione energetica. 

Cosa si può fare

  1. Rafforzare la base conoscitiva tramite l’analisi degli scenari energetici: modelli e dati sulle risorse e sui fabbisogni devono supportare la valutazione dei costi e la scelta delle misure per raggiungere gli obiettivi al 2030 e 2050. L’elettrificazione dei consumi permette di utilizzare al meglio le fonti rinnovabili
  2. L’efficientamento energetico nel settore residenziale (ma anche industriale) è la prima scelta

Focus sull’industria

  • Gli investimenti previsti per la transizione energetica sono ingenti e sottintendono una carenza dei competenze di alto livello (tra cui quella di manager di esperienza)
  • Lo sviluppo di una filiera industriale italiana è una prospettiva che va coltivata con attenzione
  • Le misure di politica industriale (Titoli di efficienza energetica, Impresa 4.0, fondi strutturali, PNRR) offrono opportunità importanti se si coagula un piano come quello tratteggiato da RSE e Confindustria
  • Le comunità di energia rinnovabile sono un ulteriore, nuovo strumento che aumenta il coinvolgimento degli utenti per una gestione partecipata delle risorse energetiche
Link utili citati nella discussione

Il dibattito dei partecipanti 


Conclusioni dell'incontro

L'incontro al quale hanno partecipato oltre 70 colleghi Federmanager di Associazioni Lombarde e Piemontesi ha consolidato alcune proposte per il rilancio e la resilienza del sistema elettrico:
  1. La necessità di sviluppare strategie europee condividendo e combinando i risultati delle eccellenze nazionali (es. nucleare francese)
  2. Accelerare le transizione verso le fonti rinnovabili nazionali: fotovoltaico, eolico, biomasse, geotermico e idroelettrico, per quanto possibile
  3. Sviluppare i sistemi di immagazzinamento dell'energia: storage idroelettrico, elettrolitico per compensare le interruzioni di energia dal sole e dal vento
  4. Diversificare gli approvvigionamenti di gas e altre fonti per evitare la dipendenza da fornitori non affidabili

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