Il piacere di essere utili
“E adesso, che faccio?" Non tutti ci siamo posti questa domanda al momento della pensione, non per tutti il passaggio alla fase post-lavorativa della vita ha rappresentato un problema.
Sergio Vitelli
Presidente Manager No ProfitMolti, anzi, lo hanno accolto con una certa soddisfazione, contenti di avere, come si suol dire, "più tempo per sé stessi". Resta il fatto che quel passaggio è per tutti un momento di "crisi", nel senso etimologico del termine, cioè di rottura. Al quale perciò è opportuno prepararsi: i due corsi "Outplacement verso il sociale" organizzati fra il 2014 e il 2015 da ALDAI con l'Associazione Nestore e il coordinamento di Mauro Vaiani sono stati per tutti un'ottima occasione per analizzare questa fase di passaggio, per fare i conti con questa "crisi" in modo da riprogettare il futuro e dare una risposta a quella domanda. Delle caratteristiche di questi corsi, con le originali ed efficaci modalità teoriche e pratiche, la carica formativa e informativa abbiamo già avuto modo di occuparci su queste pagine con l'intervento di Augusto Calderoni nel numero del febbraio scorso. Una conseguenza dell'ottimo lavoro sulla leva motivazionale è stato che una quindicina di partecipanti al corso del 2015 hanno deciso di non lasciar cadere questa esperienza, consapevoli di poter mettere il cospicuo bagaglio di conoscenze, capacità e sensibilità a disposizione di quel "sociale" proposto e descritto ma anche frequentato e conosciuto nei corsi, del vasto arcipelago del terzo settore, associazioni no profit e onlus. Un mondo talmente composito e dinamico da indurre il Parlamento, forse fin troppo tardi, a dargli sistemazione legislativa, tuttora comunque in attesa dei decreti delegati. Questa, in estrema sintesi, la genesi di Manager No Profit. Poche settimane dopo la nascita dell'associazione abbiamo ritenuto di doverne dare notizia: lo abbiamo fatto con due interventi su importanti testate. Pura e doverosa informazione, nessuna velleità di reclutamento, consapevoli, anzi, della necessità di consolidare la nostra struttura e la nostra esperienza. Ma la risposta ci ha sorpresi e – lo ammettiamo – lusingati perché in poche settimane ci siamo trovati a dover gestire più di una trentina di richieste di adesione. Un fenomeno tanto imprevisto che ormai lo chiamiamo tsunami. Con due importanti conseguenze operative e funzionali: abbiamo dovuto creare una fase di formazione e selezione e di avviamento alle nostre finalità e alla nostra operatività. Ma abbiamo anche dovuto rivedere la nostra organizzazione rendendola inevitabilmente più complessa. Ci troviamo perciò a essere una cinquantina di volontari con un ventaglio di professionalità vasto e diversificato: dall'amministrazione alla finanza, dall'organizzazione alla comunicazione, dalla logistica alle relazioni istituzionali. Un'offerta di competenze già utilizzata da più di venti associazioni mentre una decina sono, per così dire, in "lista d'attesa" per una reciproca valutazione. Infine la tipologia delle esigenze manifestate dalle associazioni che serviamo ci ha imposto anche di creare altri gruppi di studio: uno dedicato al fundraising in tutte le sue forme, uno alla normativa Scuola-Lavoro per indirizzare i giovani verso questo mondo, uno alla nuova legislazione riguardante il terzo settore. Comunque, ne siamo pienamente consapevoli, il lavoro è appena all'inizio: la cosa non ci spaventa e ci spinge a proseguire con entusiasmo nel nostro cammino.
01 novembre 2016