Comitato Pensionati

La conclusione dell’anno 2017, coincide anche con il termine della consiliatura del triennio ALDAI, quindi momento giusto per una complessiva rendicontazione di quanto svolto.

Presidente Mario Giambone

La prevalente attenzione dedicata dal Comitato, nel corso della sua attività, è stata rivolta all'argomento della vexata quaestio predominante, che ha riguardato la persistente “violenza” subita dai nostri trattamenti pensionistici! Questione lungi dal concludersi, di sofferta e difficoltosa gestione che ha visto susseguirsi dibattiti, interventi tv, talk show, azioni legali promosse in diverse zone, serrate riunioni tenutesi sia in ambito “milanese” sia altrove, di cui le ultime ancora fresche di risonanza come quella del 15 dicembre e gennaio 2018, a Milano, giusto per iniziare “bene” il nuovo anno!
È utile ricordare come la situazione da noi sofferta si è acuita in conseguenza dell’ultima pronuncia espressa dalla Suprema Corte (n. 250/17) che nella sua recente decisione ha disatteso quanto la stessa Corte aveva in precedenza deliberato (sentenza n. 70/2015) con cui aveva considerato legittima la proporzionalità del trattamento di quiescenza, inteso quale retribuzione differita e la conseguente adeguatezza.
Questione che avrebbe visto tangibili e motivate le nostre legittime attese di vedere rispettata la fondatezza del Diritto, se il DL 65/15 del Governo (con valenza retroattiva) ed in ragione di motivata e “ragionevole” considerazione imposta da limiti di bilancio non ne avesse distorto la sua applicabilità, in base ad un criterio decrescente e di limitativo valore!
La motivazione che ci ha sostenuto fin dall'inizio è stata quella di vedere disatteso il principio sancito dall'articolo 38 del dettato costituzionale. Come va osservato: "gli esami non finiscono mai", di conseguenza l’ultima pronuncia della Corte si è districata in motivazioni economiche con la conseguenza di vedere allontanare, ancora una volta, il fragile appiglio su cui la nostra attesa si è fondata. La vicenda pone quindi profonde incertezze su quali ulteriori tentativi possa basarsi una legittima rivendicazione.
Il Comitato quindi, pur di non far mancare la giusta attenzione all'argomento, non solo ha rispettato una sistematica cadenza mensile di incontri, ma si è anche reso disponibile a promuovere tutte le occasioni che hanno avuto quale argomento l’oggetto del “contendere”, dandone assidua informativa attraverso la nostra Rivista Dirigenti Industria, in entrambe le versioni on-line e cartacea e, sia pure nel suo ruolo consultivo, non ha mancato di indicare in questi ultimi due anni alcune proposte che riteneva spendibili al fine di presentare ad un tavolo negoziale qualche chance di successo.
La prospettiva non manca di essere preoccupante, anche in funzione di una crescente e diffusa disinformazione da parte delle varie testate giornalistiche, tendenti a creare disagio tra le generazioni, dove ogni buon pretesto apre anche a facili divergenze che animano le contese ai fini elettorali, dove tutto viene gridato e generalizzato.
La sentita e partecipata testimonianza espressa dal Comitato ha sollecitato Federmanager nazionale ad impegnarsi in una massiccia e sistematica comunicazione attraverso i quotidiani nazionali, volta a chiarire e diffondere gli elementi salienti delle nostre legittime rivendicazioni, suffragate da corrette e documentate valutazioni tecniche. Contrastando fermamente la campagna mediatica e le “fake news” abbondantemente diffuse e sostenute con inqualificabili storture.
Ultimamente la crescente insoddisfazione che resta sentita e motivata, da parte della nostra rappresentanza, fa crescere la tendenza ad appellarsi alla CEDU, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo,  il  cui ricorso rappresenta un itinerario non semplice da percorrere e quindi necessario ad essere valutato ed approfondito. Compito che Federmanager unitamente alla CIDA – la Confederazione dei manager e alte professionalità pubbliche e private – si è assunto di svolgere.
L’obiettivo da perseguire, senza demordere, deve essere sostenuto e mantenuto da queste giuste motivazioni. Come organizzazione di rappresentanza, questo è il viatico che viene lasciato, per il prosieguo, al prossimo Comitato che seguirà al nuovo assetto che ALDAI avrà, al termine della tornata elettorale in corso, e che genererà un nuovo Consiglio Direttivo al quale si formulano i migliori voti, da parte di tutti i componenti che hanno assiduamente partecipato alle vicende del Comitato Pensionati ALDAI, che qui ringrazio per la fattiva e concreta collaborazione ricevuta. 


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