Una sfida chiamata futuro
Le ricadute su industria, economia e Paese dipenderanno da come il nostro sistema saprà trasformare i rischi in opportunità. In questo contesto evolutivo ci sarà ancora più bisogno di una classe dirigente forte e coesa nelle proprie istanze
Giovanni Pagnacco
Presidente ALDAI-Federmanager
Cari associati,
dicembre è un mese di bilanci ma anche di Avvento e di pensiero per il futuro. Il mondo che si prepara al Natale è un mondo nuovamente diverso.
Dopo gli ultimi anni di instabilità e incertezze geopolitiche dovute a eventi epocali come la pandemia, il moltiplicarsi dei conflitti nel mondo, il cambiamento climatico e le controverse politiche sulla transazione energetica, dopo la conclusione delle presidenziali americane, nuove sfide attendono tutti, a livello internazionale e nazionale.
Le ricadute sulla nostra industria, sulla nostra economia e sul nostro Paese potranno essere di diverso genere a seconda di come il nostro sistema saprà trasformare i rischi in opportunità. Deve rimanere un carattere distintivo della nostra categoria quello di affrontare le sfide più difficili e ambiziose sapendosi assumere la responsabilità per gestire il cambiamento.
Non sappiamo ancora come e quanto l’imposizione di dazi alle importazioni, promessa dal nuovo Governo statunitense, anche sui prodotti provenienti dall’Europa, potrà condizionare un’economia come la nostra che anche sull’export ha fondato la ripresa dopo la pandemia.
Non sappiamo se, come e quando si ridurranno i conflitti che hanno avuto grandi ripercussioni sui mercati e sul settore dell’energia con le inevitabili ricadute sull’andamento dell’economia mondiale ed europea.
Non sappiamo se, come e quando si ridurranno i conflitti che hanno avuto grandi ripercussioni sui mercati e sul settore dell’energia con le inevitabili ricadute sull’andamento dell’economia mondiale ed europea.
Sicuramente l’Europa e l’Italia sono chiamate a reagire con politiche che permettano un maggior affrancamento da un partner storico come quello americano che sembra volersi nuovamente disimpegnare dallo scacchiere internazionale. In questo contesto evolutivo ci sarà ancora più bisogno di una classe dirigente forte e coesa nelle proprie istanze.
Il percorso di unione già avviato a partire dalla nostra Associazione – e di cui si vedranno sempre di più gli effetti nei prossimi mesi – sarà la nostra forza. Il collante tra le diverse Associazione Territoriali dettato da un’urgenza non solo demografica, ma anche economica e sociale, farà sentire i suoi effetti tangibili già nel breve periodo. Le nuove nomine a livello federale saranno e dovranno essere lo strumento attraverso il quale si continuerà a rafforzare una politica di crescente partecipazione attiva, responsabilizzazione e rappresentatività della nostra categoria. La crescente visibilità di una Federazione unita e forte nelle proprie istanze farà sì che il ruolo della nostra categoria torni ad avere l’importanza che noi e il sistema a cui apparteniamo si aspettano.
Solo così potremo continuare a servire il nostro Paese rappresentando il punto di riferimento per le politiche economiche e industriali ma anche sociali. Solo armati della nostra innegabile competenza, tenacia e lungimiranza, sempre con spirito di servizio verso la nostra collettività e non solo, potremo tutelare e valorizzare al massimo la nostra categoria salvaguardando il ceto medio, il potere di acquisto, la perequazione delle pensioni e la giustizia fiscale, senza dimenticarci del miglioramento continuo del nostro contratto collettivo nazionale, affinché torni a essere sempre più attrattivo per noi e per il sistema Paese di cui abbiamo l’orgoglio di far parte.
01 dicembre 2024