Dedicato alla Valle di Comino, ricca di storia e bellezza

Tutto è nato dalla lettura dell’articolo “Emozione Italia” di Claudio Gregorio apparso qualche tempo fa su Dirigenti Industria.

Panorama verso San Donato in Val Comino

Giuseppe Firrao

Componente GdL Cultura ALDAI

In questo testo si descriveva «l’iniziativa che, con lo slogan “vieni nelle città italiane e ti accoglierà un amico”, intendeva proporre ai visitatori (soprattutto stranieri, ma anche italiani) un’accoglienza e un accompagnamento alla scoperta delle bellezze dei luoghi, degli eventi e dello shopping, e fornire anche i suggerimenti per vivere al meglio le vere emozioni italiane in tutti i settori di eccellenza “Italian style of life”». «Accoglienza e accompagnamento dedicato offerti dalle persone residenti che siano pronte a mettere a disposizione di questa iniziativa una parte del proprio tempo libero».
Avrei voluto candidarmi e, allora, ho cominciato a pensare in quale luogo mi avrebbe fatto piacere accompagnare qualcuno “alla scoperta delle bellezze”. Avevo una scelta abbastanza ampia, dal momento che sono nato a Bari quasi ottanta anni fa, ho studiato a Torino per alquanti anni, lavoro a Milano da cinquantaquattro, passo le vacanze (ultimamente solo una parte) da trentasette anni a Capri (per la precisione ad Anacapri) e ho, da più di trent’anni, la casa di campagna a Colle Meloni, la parrocchia a Rosanisco, in agro di Gallinaro, in Val Comino. Quale scegliere? Son troppi anni che ho lasciato Bari, non sono torinese, mi posso considerare milanese, ma non certo al livello dei miei amici e colleghi di ALDAI e, infine, ad Anacapri ci sono tanti amici napoletani più esperti di me.
E poi volevo che questo mio lavoro fosse il primo di una serie intitolata “I Posti del cuore” (i “Luoghi del cuore” ha già il copyright del FAI) che gli amici di ALDAI porteranno avanti.
Cosa restava alla fine? La Valle di Comino, che ho imparato ad amare profondamente e sulla quale avevo abbastanza letteratura a Collemelone; altri libri li ho comprati o presi in prestito dalla (magnifica) Biblioteca Comunale di Atina oppure mi sono stati dati in consultazione da amici e lontanissimi parenti. Ecco perché mi sono accinto al lavoro, concluso dopo quattro mesi e non dopo un quarto di secolo, come scrive un caro Amico, purtroppo scomparso, nell’introduzione al suo libro “… Venti secoli sulla Collina”.
Neppure per poco tempo ho frugato in archivi e biblioteche e non posso vantare la conoscenza degli storici ben noti agli scrittori famosi. Eppure, mi sono accinto lo stesso a scrivere questo “scartafaccio”, che non so se definire “lungo articolo” o “saggio breve”, spinto dall’amore per la Valle di Comino, dal desiderio di farla conoscere al di fuori (forse anche dentro) dei suoi confini e da un’incoscienza degna di miglior causa.
La valle è situata in provincia di Frosinone, ma nell'area appartenente storicamente all'Alta Terra di Lavoro, a ridosso dell'Appennino abruzzese del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Si stende da nord a sud, da Sora ad Atina e ha due antemurali nell’Abbazia di Casamari a Nord e in quella di Montecassino a sud.
La prima documentazione archeologica riferibile a una presenza umana nel comprensorio della Val Comino risale al Paleolitico inferiore e medio, ed è costituita dalle amigdale acheuleane di Casalvieri e dall’industria musteriana di Vicalvi. Vi si aggiungono le mura in opera poligonale molto diffuse nelle contrade e nell’intorno del Cominese.
Passando all’epoca storica, reperti dell’età del bronzo, provenienti dall’insediamento arcaico e tardoarcaico della località “Ominimorti”, si possono trovare nel Museo Archeologico di Atina e al Museo Pigorini di Roma. Per quanto riguarda l’Età del ferro, troviamo un nome ben noto: gli Etruschi, che non solo sono stati attirati a sud dall’ottimo ferro di cui erano ricche le miniere, molto ambite nell’antichità, di Val Comino, ma che hanno dominato la citata valle con pochi uomini, in virtù del loro migliore armamento.
Hanno, inoltre, introdotto e perfezionato ad Atina la loro raffinata arte di trasformare la limonite in ferro lavorabile e temprabile, arte che poi diffusero anche nei dintorni della Valle.
Agli Etruschi seguirono Sidicini, Volsci e Sanniti, finché, a metà del 300 a.C. la valle entrò nell’orbita di Roma con le tre guerre Sannitiche, che si protrassero per più di mezzo secolo sino al 290 a.C. e furono importanti, perché, se fino ad allora l'Urbe aveva combattuto per la sopravvivenza e per cercare di eliminare i concorrenti più agguerriti (per esempio Veio) alla supremazia regionale, con queste guerre, Roma avviò una fase di espansione territoriale e di potere che la porterà in tempi relativamente brevi al controllo dell'intera Italia peninsulare. Inoltre, le guerre sannitiche la costrinsero a forgiare lo strumento che le avrebbe permesso la conquista del suo smisurato impero: l'esercito romano.
Una conseguenza queste guerre la ebbero per il Cominese: la grande strada commerciale pedonale del Volturno, da Frosinone (Frusinum) a Capua attraverso Sora, Atina e Vulturnum, cedette il posto alla via Latina, carrabile, che collegava le due località sopra viste attraverso Fregellæ, Aquinum e Cassino (Casinum).
Dopo le bonifiche della zona paludosa e malsana di Cassino, divenne la nuova dorsale del traffico.
Si svilupparono i nuovi centri di Fregellæ prima e di Aquinum dopo, mentre della valle di Comino e delle miniere di Monte Meta la storia non fa più cenno per più di 600 anni.
Si parlerà di questo e di altro (la nascita del monachesimo benedettino, l’introduzione in Terra di Lavoro della Riforma Cistercense, il fenomeno dell’Incastella mento, favorito dalla presenza di numerose colline ecc., ecc.) se avrete la bontà di venire in ALDAI ad ascoltarmi.

L'incontro si terrà in ALDAI
sala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 – Milano

Mercoledì 13 febbraio 2019 alle ore 17.30

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