“Sim Swap”: acciuffa la truffa che ti svuota il conto corrente

Da Assoutenti qualche utile considerazione sulle truffe telefoniche in cui tutti rischiamo di incappare

Chiara Zardi

Avvocato - ufficio legale Assoutenti Lombardia

Informazioni personali raccolte col “phishing”

Non tutti sanno che il reato di “phishing” molto spesso viene utilizzato come “cavallo di troia” per consentire la realizzazione di un’altra truffa quella del cosiddetto  “Sim Swap”.
Lo schema del Sim Swap funziona in questo modo: i criminali dapprima agiscono sottraendo le credenziali di accesso ai sistemi di home banking attraverso attività di phishing e successivamente richiedono una nuova SIM card a nome della vittima e l’annullamento di quella in uso da parte di chi deve essere raggirato, e che, mantenendo lo stesso numero, tende a non avvedersi della truffa in corso.
I criminali in questione acquisiscono così il controllo del vostro numero cellulare riuscendo ad ingannare il gestore telefonico con una falsa identificazione attraverso il Social Engineering ovvero una tecnica che consiste nel “curiosare” nei vari profili social media della vittima in modo da raccogliere tutte le informazioni utili (data di nascita, città di residenza, nome dei familiari, nome dell’animale domestico, ecc.) per poter effettuare il furto d’identità.
La duplicazione della SIM card può essere conseguita molto semplicemente: il truffatore si rivolge al vostro gestore telefonico spacciandosi per voi con una scusa, ad esempio “ho perso la mia SIM card“. I gestori controllano l’identità dei loro clienti ma per assicurare al cliente semplicità nell’utilizzo del servizio mantengono un basso livello di controllo.
Infatti, gli Help Desk dei gestori telefonici controllano l’identità della persona in base alle risposte ad alcune domande personali mentre solo in negozio occorre mostrare la carta d’identità per richiedere una nuova SIM card.

La truffa prosegue e si perfeziona

Così ottenuto il duplicato della SIM i criminali informatici sono in grado di ricevere gli sms con il codice OTP (One Time Password)inviati dalla banca al numero di cellulare ormai in pieno possesso dei truffatori.
Dopo qualche ora l’ignara vittima riceve una notifica sull’applicazione della propria Banca, relativa all’accesso sulla propria home banking, accorgendosi di lì a poco che senza alcuna autorizzazione, sono stati illecitamente impartiti ordini di bonifici a perfetti sconosciuti. 
Successivamente le carte di pagamento e la home banking vengono bloccate a seguito del disconoscimento delle suddette operazioni. Spesso gli istituti di credito ritenendo la frode realizzata al di fuori degli ambiti controllati e controllabili dai propri sistemi di sicurezza, purtroppo, riaddebitano le somme che, in un primo momento, avevano anticipato “salvo buon fine”.
Nella truffa denominata “Sim Swap” il ruolo della SIM è fondamentale. Infatti, è noto che tutti i sistemi di accesso a mezzo autenticazione tra cui Facebook, Instagram, Linkedin, fino a Gmail utilizzano il cellulare come sistema di verifica dell’identità del soggetto. Ciò vuol dire, che se si dimentica la password si può richiedere il recupero o il reset della stessa: Facebook ad esempio, invia un SMS con le istruzioni per il recupero o il reset. Nella truffa Sim Swap queste informazioni arrivano solo sulla SIM duplicata e non su quella della vittima che ormai è disconnessa dalla rete e quindi non riceverà più alcun avviso.

I ruoli del gestore telefonico e della banca

Questo allarmante scenario evidenzia gravi responsabilità a carico del gestore telefonico, che spesso con troppa facilità fornisce un duplicato della SIM, senza accertarsi della vera identità del soggetto richiedente (attraverso, per esempio, i dati di accesso e di login, un documento di identità oppure semplicemente copia della formale denuncia ai Carabinieri di smarrimento del cellulare), ma anche della Banca, che per censire un nuovo dispositivo non effettua alcun controllo antifrode: molto spesso sarebbe sufficiente usare le funzioni di geolocalizzazione e fare un profiling del tipo di operazioni svolte per accorgersi che i bonifici disposti con buona probabilità non erano “legittimi”.
È importante sapere che qualora l’utente neghi di aver autorizzato un’operazione di pagamento, l’onere di provare la genuinità della transazione ricade sul prestatore del servizio. È dunque la Banca a dover provare di aver assicurato tutte le misure idonee a garantire la sicurezza dell’operazione via home banking, garantendo la sicurezza dei pagamenti online.

Qualche utile misura preventiva

Per prevenire il furto di identità creditizia può essere utile attivare un servizio di verifica delle operazioni finanziarie fatte con il nostro nome nonché chiedere di ricevere avvisi relativi alle operazioni di conto corrente, anche tramite app ed e-mail, non solo, quindi, con sms sul cellulare.
È tuttavia possibile cercare di non incappare in questa nuova truffa prestando attenzione ad alcuni segnali. Il telefono potrebbe smettere di funzionare, ovvero perdere inaspettatamente il segnale in maniera tale da non rendere possibile l’invio e/o la ricezione di SMS o chiamate.
Potresti essere chiamato da un presunto operatore telefonico che ti informa che ci potrebbero essere dei problemi di linea sul tuo smartphone rassicurandoti sulla temporaneità del disservizio, oppure potresti ricevere un SMS con la stessa informazione.
L’unico modo per mettersi realmente al riparo da questa tipologia di truffe è non utilizzare il numero di telefono cellulare per ricevere i codici di accesso o i codici dispositivi della banca. Dal luglio 2019, infatti, tutti gli istituti di credito europei si sono adeguati alla nuova direttiva europea PSD2 che prevede che l’accesso alle app di mobile banking o alle piattaforme di home banking, così come le operazioni dispositive, possano avvenire solo in seguito all’inserimento di un secondo codice, complementare alla password scelta dall’utente
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Questo articolo si inserisce nell’ambito del progetto Acciuffa la Truffa, www.acciuffatruffe.com, un’azione collettiva in cui Assoutenti è impegnata per la tutela dei propri iscritti.
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