Associati da 40 e 50 anni
Si è svolta il 26 novembre 2018 nella prestigiosa cornice dell’Università Statale di Milano la cerimonia di premiazione degli iscritti ad ALDAI-Federmanager da 40 e 50 anni (e qualcuno anche di più). Un pomeriggio che ha visto il Vicepresidente Schianchi introdurre l’evento con i saluti e i ringraziamenti del Presidente Villani, seguiti da un accorato appello all’unione dei pensionati e da una immagine chiara della situazione attuale, in cui i Dirigenti e le loro pensioni sono sotto attacco.
Mino Schianchi
Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati e VicePresidente ALDAI-Federmanager
Il vostro contributo, la vostra iscrizione ad ALDAI-Federmanager sono stati fondamentali per far crescere l’Associazione; siamo onorati di avere Soci che ci sostengono da così lungo tempo: questa è la dimostrazione che lavoro, professionalità, serietà, merito e rappresentatività sono parole che custodiscono ancora un grande valore.
E in un momento come quello attuale, in cui i Dirigenti e le loro pensioni sono sotto attacco, poter fare affidamento su Associati di così lunga data ci dà la forza di proseguire nella difesa dei nostri diritti e di sederci al tavolo delle Istituzioni in rappresentanza di una categoria più che mai viva e attiva.
Nel mio ruolo di Presidente del Coordinamento Nazionale Gruppi Pensionati di Federmanager ho raccolto, tanti messaggi di delusione e di amarezza rispetto a quello che sta accadendo. Mi riferisco agli attacchi e alle considerazioni di cui i dirigenti sono stati fatti oggetto e che considero offensivi e lesivi della nostra immagine professionale e sociale. Attacchi inaccettabili non solo perché sbagliati nella sostanza, ma perché proferiti da chi ha un ruolo istituzionale.
Come ha ricordato il Presidente CIDA, Giorgio Ambrogioni, delegittimando la dirigenza di un Paese si delegittimano quelle figure e quei ruoli alto-professionali che nella incertezza generata dalle grandi trasformazioni in atto, hanno più di altri la responsabilità di guidare imprese e pubbliche amministrazioni verso i necessari cambiamenti economici e sociali.
Mai come ora c'è bisogno di classi dirigenti rispettate e riconosciute come tali per i valori che esprimono e le competenze di cui sono portatrici, per i risultati che hanno conseguito. Ed è per questo che dobbiamo contrastare con tutte le nostre forze quelle componenti politiche che stanno tentando di delegittimarci additandoci come una casta privilegiata, indifferente ai temi della solidarietà tra le generazioni.
Si continua a raccontare che non si vogliono mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Questo non sembra valere per i pensionati o, almeno, una parte di essi. I pensionati sono trattati alla stregua di una base di calcolo per trovare le risorse necessarie a dare un minimo di concretezza alle promesse elettorali dei partiti di Governo. Il balletto di proposte riguardanti i prelievi sulle pensioni provoca sconcerto e preoccupazione in milioni di pensionati, da troppo tempo usati come il ‘bancomat’ delle disastrate casse statali. Nessuno vuole chiudersi a difesa di egoismi di categoria, ma questo non può essere fatto solo a carico dei redditi da pensione. Perché questa sarebbe una misura discriminatoria censurabile per illegittimità costituzionale. Se si ritiene che, per esigenze di equità sociale, i redditi al di sopra di un certo livello vadano ridotti, lo strumento è nell’art.53 della Costituzione, dove è detto che tutti i cittadini devono concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Le soluzioni prospettate dal “Governo del cambiamento” sulle pensioni mirano esclusivamente a colpire i pensionati con reddito sopra la media, seppure con risultati economici modestissimi per la finanza pubblica.
Tramontata la pasticciata proposta di legge sul presunto ricalcolo contributivo delle pensioni in essere e future, è ricomparso dal cilindro dei nostri governanti, l'ennesimo contributo di solidarietà, in realtà affatto solidaristico, perché coercitivo ed arbitrario. Chi come noi oggi è titolare di pensioni di importo medio-alto, negli anni ha versato contributi altissimi e ha subito una imposizione fiscale pesante nel corso di tutta la sua vita lavorativa: i dirigenti, infatti, rientrano in quel 12% di contribuenti che versano il 54% dell'Irpef complessiva, garantendo quel gettito indispensabile al mantenimento del nostro modello di welfare. Un modello che tutela anche chi non ha versato tasse e/o contributi o ne ha versati pochi.
Solo la lotta agli sprechi e, soprattutto, all’evasione fiscale e alla frode dei contributi previdenziali, può essere presentata come volontà politica per sanare iniquità e ingiustizie distributive delle risorse.
Da parte della nostra Federazione e con il nostro supporto, anche se il contesto è avverso, si farà il possibile e l’impossibile per contrastare questa deriva politica.
Noi chiediamo di essere rispettati! Difendere la nostra dignità è un obbligo morale che impegna tutti, al di là del livello di pensione che si percepisce.
Il pomeriggio è poi proseguito con l’intervento di Leonardo Caffo, giovane filosofo e scrittore, che ha puntato su parole emblematiche quali futuro, esperienza, differenza tra giusto e giustificato perché il mondo è tutto ciò che oggi accade.
Il messaggio del Presidente Bruno Villani
In qualità di Presidente, ma prima ancora come persona e come manager, a nome del Consiglio Direttivo e di ALDAI tutta, un sincero e grande benvenuto.
Purtroppo impegni professionali mi impediscono di essere fisicamente presente qui con Voi oggi, per questo ho chiesto al Vice Presidente Mino Schianchi la gentilezza di farvi pervenire queste mie parole a testimonianza di un messaggio più che mai sentito, che desidero rivolgere a Voi e alle Vostre famiglie presenti.
L’occasione è infatti una di quelle memorabili e sono realmente onorato, come Neo Presidente ALDAI, di celebrare un traguardo illustre che rende tutti noi orgogliosi, un traguardo che viviamo come manifestazione di sentito attaccamento all’Associazione e alla categoria.
Voi rappresentate il senso più vero di appartenenza alla categoria, quel sentimento di managerialità che ci appartiene, che vi appartiene, e che avete mantenuto vivo in questi anni, contribuendo a rendere ALDAI il punto di riferimento della realtà manageriale sul territorio che è oggi.
ALDAI si appresta ora a vivere nuove sfide, ma lo spirito che voi testimoniate con la presenza così numerosa in questa sala rappresenta il contributo, personale e professionale, che con la vostra esperienza e il vostro trascorso, apportate al capitale umano delle generazioni successive.
Ringrazio il Vice Presidente Mino Schianchi per essere presente oggi e fare le mie veci.
Ringrazio la struttura che tanto si è prodigata per rendere questo momento un’esperienza sentita e di condivisione collettiva.
Permettetemi però di rivolgere il mio grazie più grande a Voi.
A voi tutti va la mia e la nostra riconoscenza per questi anni fedeli di supporto all’Associazione. Le vostre battaglie sono state le nostre, le vostre vittorie sono state le nostre.
Come Presidente, posso dire che siamo onorati di avere avuto il privilegio di avervi accompagnato nel vostro cammino professionale e, permettetemi di dirlo anche personale, per tutti questi anni.
Grazie. E’ stato un onore.
A chiusura dei “lavori” la consegna dei riconoscimenti per i 40 e 50 anni di iscrizione. Momenti di grande emozione: amici che si sono ritrovati, dirigenti che hanno rincontrato chi li ha assunti, gioia e strette di mano, con calore, con affetto, certi che le parole lavoro, professionalità, serietà, merito e rappresentatività, oggi come ieri, custodiscano un grande valore.
Grazie di cuore per questa lunga strada fatta insieme !
26 novembre 2018