Competenze, Innovazione e Tecnologia. Da qui ripartono le aziende

Nella sua ultima indagine sulla produzione industriale italiana, il Centro Studi Confindustria riporta come in maggio quest’ultima sia diminuita del 33,8% rispetto a un anno prima, dopo il -44,3% rilevato in aprile.

Bruno Villani

Presidente ALDAI-Federmanager
Nella media degli ultimi tre mesi, ovvero da quando sono state introdotte le misure di contenimento del Covid-19, il livello dell’indice destagionalizzato della produzione risulta inferiore del 34,2% rispetto a febbraio. La fine del lockdown e quindi la riapertura delle attività manifatturiere che erano ancora sospese, si è tradotta in una lenta ripartenza dell’industria, ancora soffocata da una domanda – interna ed estera – estremamente debole.  A questo si aggiunge nei mesi primaverili una previsione di diminuzione di PIL e produzione in misura più forte rispetto a quanto osservato nel primo trimestre.
Siamo in un periodo di cambiamento rapido e radicale. Numeri a parte, la crisi impatta non solo sul capitale economico, ma anche sul capitale umano e sull’intera società e la gravità dei suoi effetti dipende in larga parte anche dal tipo di risposta delle imprese, delle istituzioni e della politica.  

In questo scenario complesso ed estremamente delicato, non c’è dubbio alcuno che l’accelerazione digitale rappresenti un’occasione unica di modernizzazione per le aziende e, in senso più ampio, anche per il Paese.

La ripresa passa attraverso le competenze e i Manager sono in prima linea nella gestione della crisi, pienamente consapevoli dei rischi, ma anche delle opportunità che essa sta aprendo: una vera e propria trasformazione del tessuto industriale e del modo di fare industria che offre l’occasione per dematerializzare i processi interni oltre che per accelerare la digitalizzazione.
Le competenze e con esse il riconoscimento del merito sono la strada maestra per avere un Paese più competitivo, ma con esse non può e non deve mancare anche una maggiore e diffusa cultura manageriale, come conferma anche l’indagine CIDA nell’ambito del progetto avviato con il Forum della Meritocrazia sul tema del merito nei rapporti di lavoro.

La stessa task force capitanata da Vittorio Colao nel rapporto finale del piano per il rilancio dell’economia e del sistema Paese si concentra su punti strategici come le imprese e il lavoro, motore dell’economia, ma anche su istruzione, ricerca e soprattutto competenze considerate come fattori chiave per lo sviluppo.

Competenze dunque sì, ma non solo. Flessibilità, semplificazione e sburocratizzazione è quanto chiedono i dirigenti associati Federmanager in servizio che hanno risposto alla survey ideata e condotta da una task force interna dell’Associazione finalizzata a conoscere e capire come sta cambiando il ruolo del Manager e del modo di fare industria a seguito del momento eccezionale legato all’emergenza Covid e che sarà ampiamente illustrata, all’interno di questo numero, nell’articolo di Luca Luchesini, Presidente della Commissione Sindacale, alla guida del team insieme a Manuela Biti, Vice Presidente ALDAI-Federmanager. Uno specchio, tangibile e concreto, di come la dirigenza ha percepito questo momento tutt’altro che facile, ma anche per certi aspetti rivoluzionario. Basti per esempio pensare allo smart working: come dicono gli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, gli italiani che lavorano da remoto sono passati dai 500mila pre-Covid-19 agli 8 milioni di oggi e l’ampliamento delle policy di lavoro da remoto riguarda in questo momento il 93% delle aziende.

La “normalità nuova” che siamo chiamati a scrivere insieme ha bisogno di un approccio manageriale sia in azienda che all’interno del panorama politico e il capitale umano sarà l’elemento fondamentale nella sfida in cui tutti siamo impegnati, perché uno dei principali valori da far valere in termini di competitività per la ripartenza. 
The Great Reset – ovvero un grande ripristino – è necessario per costruire un nuovo contratto sociale che onori la dignità di ogni essere umano”, è quanto ha affermato Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum nell’annunciare la prossima edizione di Davos nel 2021 grazie a una rete globale di multistakeholder in 400 città per un dialogo orientato al futuro guidato dalle giovani generazioni.

È necessario dunque ripartire dall’uomo, dalla persona. Ed è in quest’ottica che le imprese devono guardare al futuro, per diventare più sostenibili, più flessibili e più competitive. È necessario ripartire però anche dai Manager. Perché senza Manager non esiste ripresa. Avere una visione sul domani è fondamentale. È sicuramente una sfida importante quella che tutti noi siamo chiamati a raccogliere. 

Nulla sarà più come prima, ma il domani potrebbe essere migliore.