I temi caldi del Comitato di Coordinamento Nazionale Gruppi Seniores
Il confronto dei pensionati Federmanager del 4 giugno 2025 anticipa una stagione di iniziative per la certezza del diritto

Mino Schianchi
Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento Gruppi Seniores Federmanager e Presidente Comitato Pensionati ALDAI-Federmanager
Si è parlato di tutto quel che riguarda i dirigenti e il ceto medio.
Il ceto medio è sotto attacco da anni. Lo dicono i dati, lo vediamo tutti, ogni giorno, e lo ha detto molto chiaramente il Presidente Quercioli, nell’intervento pubblicato sulla Rivista Economy del 18 maggio scorso. “La narrazione sul ceto medio, spesso negativa o distorta, va contrastata con proposte concrete per farci sentire, chiari e determinati”.
Sulle pensioni non possiamo più accettare una narrazione che divide i “poveri da aiutare” dai “ricchi da sacrificare” per il recupero dell’inflazione. L’equità e la stabilità del sistema perequativo è fondamentale: non solo per rispettare la Costituzione, ma per rispettare coloro che hanno sempre sostenuto onestamente il sistema pagando ingenti contributi e imposte.
Di seguito i punti essenziali proposti dal Comitato Seniores sui quali prendere una ferma posizione:
1. Perequazione delle pensioni
Serve un meccanismo di perequazione equo, stabile, certo, automatico. Le pensioni vanno tutte adeguate all’inflazione, perché solo così possiamo difendere il potere d’acquisto di trattamenti che ci siamo guadagnati con una vita intera di lavoro e contributi. Non vogliamo essere bersaglio di ulteriore prelievi. Non vogliamo continuare ad essere il bancomat del sistema.
In questi ultimi 25 anni siamo stati sistematicamente penalizzati. Anche nella Legge di Bilancio 2025 non è mancata una ulteriore penalizzazione: sono stati infatti esclusi dalla perequazione i pensionati residenti all’estero, con trattamenti superiori al minimo Inps (567,94€/mese). Una scelta ingiusta che crea una discriminazione tra cittadini. Tra loro ci sono anche tanti nostri colleghi, e non possiamo lasciarli soli
2. Separazione tra previdenza e assistenza
Dobbiamo continuare a batterci per la chiarezza e la trasparenza dei conti pubblici dell'INPS. Senza la separazione tra previdenza e assistenza, i conti restano confusi, opachi, e questa confusione alimenta la tentazione di tagliare la spesa pensionistica, anche su pressione dell’Europa. Solo con conti chiari e trasparenti possiamo aprire un confronto serio sul futuro delle pensioni ed evitare che i contributi di una vita vengano dispersi in un sistema redistributivo inefficiente.
3. Equità fiscale: basta con il peso insostenibile sui pensionati del ceto medio
I numeri parlano chiaro: lavoratori e pensionati sostengono oltre l’80% del gettito IRPEF, mentre autonomi e altre categorie stanno sotto il 20%. Il potere d’acquisto di noi pensionati “pseudo-ricchi” viene eroso dal fiscal drag, dai tagli delle detrazioni fiscali e da una tassazione sproporzionata che ci esclude anche dalle agevolazioni e servizi pubblici che finanziamo. Serve una riforma fiscale che riconosca le specificità dei redditi da lavoro e da pensione e che elimini le ingiuste penalizzazioni. Nei giorni scorsi il Capo missione Italia del FMI ha raccomandato al nostro Paese l’eliminazione di misure distorsive come la "Flat Tax" per il lavoro autonomo.
4. Le iniziative auspicate
- Rafforziamo la comunicazione: facciamoci sentire di più, raccontiamo chi siamo, cosa facciamo, il valore che portiamo al Paese. Servono articoli, podcast, convegni, video: tutto quello che può aiutarci a spiegare che non siamo un peso, ma una risorsa per la comunità. E ogni iniziativa deve avere una comunicazione chiara, incisiva, condivisa.
- Uniamo le battaglie sulle pensioni a quelle fiscali e sanitarie: perché tutto è collegato. Se perdi potere d’acquisto, se ti tagliano le detrazioni, se aumentano le spese mediche, la tua pensione si svuota. Dobbiamo lavorare su tutti questi fronti, insieme.
- Avviamo una mobilitazione vera: costruiamo un fronte comune, insieme a CIDA e alle altre organizzazioni della dirigenza. Le iniziative vanno preparate bene, spiegate bene, coinvolgendo tutti i nostri associati – in servizio e in pensione - rendendoli protagonisti. Solo così potremo avere un peso politico reale.
- Difendiamo i nostri pensionati, ovunque si trovino, senza distinzione di sorta. La loro tutela deve essere anche un nostro impegno, perché ciò che ci unisce sono i valori di solidarietà, di equità e giustizia.
- Creiamo un osservatorio pensionistico: uno strumento che ci permetta di monitorare la situazione, analizzare i dati, formulare proposte.
Negli ultimi 30 anni le retribuzioni in termini reali sono calate del 10% e l’aliquota complessiva di prelievo fiscale sopra gli 80.000 euro (minimo tabellare dei dirigenti) è ormai attorno al 47 – 48 %, nonostante ciò il Vice ministro Leo sostiene che il Ceto Medio da proteggere si ferma a 60.000 € di reddito, al di sopra di tale importo i contribuenti sono medio-ricchi o ricchi.
Federmanager ha preparato un documento sulle posizioni dei dirigenti pensionati su Fisco, Pensioni e Sanità integrativa e valuterà le iniziative di mobilitazione per sensibilizzare la politica e l'opinione pubblica in un autunno che si presenta sempre più caldo.
01 giugno 2025