La nouvelle vague del capitalismo verde

Dopo il Forum di Davos sul tema “Committed to improving the state of the world” il presidente Federmanager Cuzzilla riflette su come costruire un modello industriale pienamente sostenibile.

Stefano Cuzzilla 

Presidente Federmanager
Chiuso da pochi giorni, il Forum di Davos resta uno degli appuntamenti internazionali più interessanti da osservare. In molti quest’anno hanno commentato la tensione tra due differenti visioni del mondo. Da un lato, quella che sostiene un capitalismo aggressivo e che è impersonificata nella figura di Donald Trump, lo sfrontato presidente americano che si è ritirato dagli Accordi di Parigi. Dall’altro lato, quella che fa appello all’ecologia, secondo cui non vi è sviluppo possibile che non sia sostenibile e di cui è protagonista la giovane Greta Thunberg. Dietro la contrapposizione tra i due poli, in realtà, si sta costruendo un nuovo modello di sviluppo che merita la nostra attenzione. 

Noi manager ci presentiamo convinti sostenitori della crescita economica, perché è dalla crescita – e non certo dal suo opposto – che si genera benessere per la collettività. Come crescere, però, non è più un fatto neutro.
Premesso che, come diceva Keynes, nel lungo periodo saremo tutti morti, la consapevolezza che le scelte che prendiamo oggi non saranno più reversibili ci dovrebbe costringere a lavorare tutti (governi, organizzazioni, imprese e manager) su orizzonti di lungo periodo. Le conseguenze del modello industriale che adottiamo oggi hanno impatti diretti sull’ambiente e, al punto di rottura a cui siamo giunti, sulle condizioni di vita delle generazioni a venire. La comunità internazionale ha davanti a sé l’occasione di inaugurare un nuovo capitalismo sostenibile, in un quadro di governance che considera l’ambiente in virtù di tutte le implicazioni di valore che porta con sé. Dobbiamo chiederci come trasformare la questione climatica in un impegno, e non in una moda. La strada indicata dall’Unione europea, che Ursula von der Leyen ha illustrato anche a Davos, costituisce una risposta originale. Segna un momento di discontinuità rispetto ai piani d’azione avallati finora e apre a una stagione di nuovo protagonismo per l‘Europa nei confronti di Cina, Usa, Russia. È importante che le istituzioni Ue finanzino programmi nazionali per il clima, incentivino gli investimenti in economia verde e premino gli sforzi delle imprese che si stanno riconvertendo e che stanno rinnovando i processi. Anche la finanza internazionale si sta riconvertendo. Lo dimostra in modo evidente il recente annuncio dato da Larry Fink di voler vincolare BlackRock ai soli investimenti legati alla sostenibilità di lungo periodo e alla gestione del rischio dei cambiamenti climatici.

Il cambio di direzione dei flussi finanziari, il “Green New Deal” europeo e il dibattito all’interno del World Economic Forum portano quindi a un’ulteriore conclusione: il cambiamento di cui parliamo è un cambiamento globale. Nessun governo può trovare una risposta adeguata all’interno dei confini nazionali. Nessuna azienda può agire isolata. Se intendiamo schierarci in favore di un nuovo modello di produzione a basse emissioni, dovremo sostenerne anche i costi industriali. La cooperazione in Europa risulterà determinante.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013

I più visti

Perché dicono che la Terra è piatta

Gruppo Cultura – Sezione Scienza
01 settembre 2023

L’inflazione è una tassa ingiusta sugli onesti

L'inflazione è la conseguenza di uno squilibrio economico generato dai cambiamenti di mercato che comporta l'erosione dei capitali monetari e la perdita del potere di acquisto dei redditi di lavoro dipendente e delle pensioni
01 agosto 2022

Fissata l’udienza della Corte Costituzionale per il ricorso contro il blocco parziale perequazione e il taglio delle pensioni

Per la quarta volta a distanza di pochi anni (2008, 2015 e 2017) la Corte Costituzionale è chiamata a pronunciarsi su provvedimenti dichiarati dalla stessa del tutto eccezionali, nel senso che non siano ripetitivi e non si traducano “in un meccanismo di alimentazione del sistema di previdenza”. Gli interventi sulle pensioni demoliscono la certezza del diritto.
01 giugno 2020

Abbandonati all’erosione dell’inflazione

L’inflazione ha dimezzato in 30 anni il potere d’acquisto
01 novembre 2023

Continua l’attacco alla classe media dei pensionati

La classe media dei pensionati italiani sta subendo una serie di provvedimenti ingiusti che minano il loro benessere economico. È ora di alzare la voce, agire e difendere i propri diritti. I pensionati hanno contribuito alla crescita del Paese per decenni, e ora è giunto il momento di garantire loro una pensione dignitosa, senza continue falcidie. Il futuro del sistema pensionistico italiano dipende dall'azione collettiva e dalla determinazione a difendere il diritto di tutti i cittadini a una vecchiaia serena e sicura
01 dicembre 2023